Che i francesi abbiano uno spirito decisamente più rivoluzionario di tanti popoli d’Europa si sapeva già. E ce lo racconta la storia. Ma che avremmo assistito ad uno sciopero di 10 giorni dei dipendenti di una casa da gioco parigina, beh, questa ci mancava davvero.
Ma, tant’è. In effetti la situazione è grave e solo giovedì sera, ieri, sono iniziate alcune contrattazioni tra i dipendenti e la proprietà del Club Pierre Charron. La casa da gioco è inattiva e apre solo dalle 16 alle 5.
Nonostante l'inizio del dialogo alla fine della scorsa settimana, domenica il management ha cambiato strategia. Alla fine del pomeriggio, ha fatto sapere agli "attaccanti" che non voleva negoziare prima del pieno rilancio. "Riaffermiamo che non stiamo valutando lo studio delle vostre richieste senza preventiva ripresa del lavoro", hanno indicato i rappresentanti del club ai dipendenti mobilitati da questo movimento sociale.
Tre quarti dei dipendenti del club si rifiutano di riprendere la propria attività quotidiana, sia nel settore della ristorazione, della sicurezza o del gioco in senso stretto. E il club può aprire solo con pochissimi tavoli e con un servizio base.
Gli scioperanti, che pare abbiano l’appoggio dei players, si sono rivolti ai sindacati per far sentire e rispettare i loro diritti e non hanno programmato di rinunciare alla lotta nonostante una situazione sempre più precaria.
Al centro delle rivendicazioni c'è ovviamente anche la questione dei salari e della gestione delle mance. E non sono da sottovalutare anche le questioni sanitarie e di sicurezza.
Oltre alle richieste sui soldi ci sono anche richieste di organizzare incontri periodici tra un rappresentante di ciascun dipartimento e un consiglio per comprendere meglio le esigenze del Club e dei suoi dipendenti.
Altri temi tra i 20 punti, sarebbero la pianificazione, la contabilizzazione delle ore lavorate o anche l'assistenza amministrativa per le pratiche dei dipendenti stranieri.
Le trattative, insomma, sono aperte. Staremo a vedere se otterranno qualcosa e se questo caso possa cambiare il volto del poker live francese che tanto invidiamo in Italia ma l’erba del vicino potrebbe non essere così verde se sono queste le condizioni lavorative. Ma lungi da noi generalizzare, ovviamente.