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La Spagna equipara i poker player agli atleti: tasse dal 19 al 24% sulle vincite anche per gli stranieri

11 agosto 2023 - 12:29

Con un colpo di mano il Ministero delle Finanze iberico ignora il diritto Ue e la sentenza Blanco/Fabretti e tassa tutti giocatori come se fossero atleti.

Foto Caporaso&partner

In Spagna i poker players sono stati equiparati agli atleti per motivi fiscali ma il movimento ora è davvero a rischio. La penisola iberica mostra ancora il pugno duro e uno sguardo assai miope, sul settore del gioco dal vivo rischiando di penalizzare un settore in forte ascesa. E la riflessione che fanno alcuni portali arriva a pochi giorni di distanza dallo start dell’Ept di Barcellona che vanta un programma ricchissimo ma che potrebbe a questo punto essere un problema, ovviamente in caso di vincita, per i giocatori iberici. 

Ma di cosa stiamo parlando? Sembra che la modifica della legge sia arrivata dopo che il Ministero delle Finanze spagnolo ha deciso di mettere i giocatori di poker allo stesso livello degli atleti professionisti. Ma non come avviene in alcuni paesi in cui si è stabilita la figura del professional player con alcuni criteri specifici. Il problema è rappresentato principalmente dal fatto che tutti i player saranno soggetti al prelievo che essi siano giocatori ricreativi, aspiranti semi-professionisti o veri professionisti a tempo pieno. E se l’attività non è continuativa come invece per alcuni casi deve essere dimostrato per applicare un prelievo erariale, come si può colpire un occasionale che si è dilettato in un torneo solo per divertimento e non certo per lavoro?

Il cambiamento è enorme rispetto al precedente codice fiscale, che consentiva ai giocatori di vincere premi senza alcuna implicazione per la mancata segnalazione. Ora, il Ministero delle Finanze ha individuato questa come una carenza nel codice fiscale e ha anche esaminato una modifica per includere premi minori nel calcolo fiscale complessivo. Addirittura sotto i 300 euro come scrivevamo qualche mese fa. 

Ma quali sono le aliquote fiscali? Le modifiche fiscali si estendono a tutti i giocatori professionisti di poker, scacchi, biliardo e carte all'interno del confine spagnolo. La regola si estende ai giocatori che vivono fuori dalla Spagna ma competono nel gioco all'interno del paese. E questo sarebbe palesemente in contrasto non solo coi generali principi contabili internazionali e con il diritto europeo ma anche con quello che stabilì la Corte di Giustizia Europea con la sentenza Blanco/Fabretti del 2014. Non sarà possibile tassare un giocatore italiano che dovesse vincere un torneo di qualsiasi entità sul territorio spagnolo. Così come per tutti quelli appartenenti alla Comunità Europea o allo Spazio Economico Europeo. 

In ogni caso, secondo la follia iberica, l’aliquota va dal 19% al 24% per i giocatori che risiedono all'interno dello Spazio economico europeo (SEE) e al 24% per i giocatori che vivono al di fuori del SEE.

E non sarebbero previste, come accade in quei paesi in cui è riconosciuta la figura del professionista, dichiarare spese, buy in, costi inerenti all’attività di gioco: no, se un giocatore dovesse perdere tutta la trasferta all’Ept e dovesse riuscire a vincere un torneo sul finale verrebbe tassato con quelle aliquote sulla somma totale riscossa dal casino. E che sarebbe, tra l’altro, già tassata alla fonte. 

Questo scenario potrebbe essere ribaltabile in sede giudiziale ma il rischio è che si scateni un’altra piaga come l’operazione All In della nostra Agenzia delle Entrate: il paradosso è che, con la sentenza ottenuta dai due players italiani grazie ai legali Max Rosa e Sebastiano Cristaldi, i giocatori spagnoli rischiano di dover partire daccapo per dimostrare l’inesattezza clamorosa di questa norma del governo spagnolo che, quanto meno, va aggiustata se non rivoluzionata. Il problema, in effetti, rischia di essere il cambiamento dello status giuridico dei giocatori di poker ma da qualsiasi angolazione la vediamo, che si sia atleti, professionisti o neofiti per il Trattato Ue questa doppia imposizione non può mai avere senso. 

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