Ma dalla sua Fabri aveva la consapevoleza di avere un gioco aperto quello suo, di personalità, tanto da piacere ad un grande professionista come Claudio 'Swissy' Rinaldi, che di Fabri aveva una sostanziosa quota. "Conosco Claudio ormai da diversi anni e sono orgoglioso di essere suo amico - spiega Christian - se mi ha dato consigli? Mi ha detto di fare il mio gioco, di non soffrire i top players ma soprattutto avere lui vicino mi infonde una grande fiducia nei miei mezzi". Altro che sudditanza. Fabri è stato sempre tra i chip leader degli ultimi giorni di Wpt e ha messo alle corde gente come Minieri, Vamplew, Tabatabai (uscito 14esimo poco dopo il player ternano) e anche il vincitore dell'evento, Alessio Isaia. "Ho giocato come sapevo senza pensare a chi avevo davanti e se si trattava di grandi campioni. E mi sono posto sempre l'obiettivo di fare il massimo".
Così, spillati due 'valet', tra un raise e una 3bet, ha mandato i resti contro Mayer. "Ho deciso di giocare il colpo perchè se avessi vinto il coin flip (AK per Mayer che ha centrato sia A che K sul board, ndr) sarei arrivato quarto nel chip count e sarebbe stato final table, ne sono convinto. Poi chissà". Ha ragione Fabri a crederci visto che è stato tra i migliori dal day2 al day4. "Era il torneo più importante della mia carriera live e aver centrato questo risultato è comunque una grande soddisfazione per me".
Un test riuscito e buona la prima. Del resto gioca a poker da quando il fenomeno compariva in Italia. Viene da una buona scuola e conosce i migliori che ha imparato a stimare nei tornei di tutta Italia e di tutto il web e dai quali riceve in cambio la stessa stima. "Dal vivo ho centrato alcuni piazzamenti e sfiorato anche la bandierina alle Wsop di Las Vegas uscendo in bolla al 1,500 dollaro No Limit Hold'em dell'edizione 2010. Online ho chiuso 15esimo un evento da 20,000 iscritti delle Mini Ftops e alcuni piazzamenti al Sunday Special Pokerstars dove gioco regolarmente", racconta Fabri.
Il tuo gioco? "Mi definirei tight-aggressive ma dipende dalle situazioni. Ad esempio al day2 del Wpt sono stato fortunato col redraw dei tavoli e ho capito che avevo pescato alcuni avversari molto passivi coi quali avrei potuto aggredire come piace a me. Ho spinto e sono cresciuto tantissimo senza badare ai top players che avevo vicino, arrivando tra i primi 10 del chip count a metà giornata".
Un altro elemento che lo avvicina ai più grandi: "In bolla ero in average e non ho spinto tantissimo ma, in generale, non gioco pensando ai premi ma ad arrivare più in fondo possibile affrontando il torneo senza paranoie".
Chi ti ha impressionato di più al tavolo? "Gli stessi con i quali ho giocato meglio, ossia Vamplew, Tabatabai e Galic. Mentre in assoluto adoro il gioco di Claudio Rinaldi e come non stimare Isaia e Minieri".
Con lui l'amico inseparabile con il quale condivide la passione per il poker e, anche lui osso duro al tavolo da gioco, Francesco Bassanelli: "Pino (il soprannome con cui è conosciuto anche nel poker, ndr) è stato fondamentale. Non solo per avermi accompagnato ma anche per avermi tranquillizzato quando ero agitato. Soprattutto lontano dal tavolo e tra il day3 e il day4 quando siamo rimasti in 18. Ma quando mi siedevo e giocavo pensavo solo a quello fortunatamente".
E ora quali tornei lo aspettano dopo aver capito che può fare bene dappertutto? "Da subito credo lo Slovenian Open dell'ultimo weekend di febbraio a Nova Gorica, ma prima dell'Ept di Sanremo che è un obiettivo imperdibile, vorrei provare anche lo Snowfest austriaco che credo sia un ottimo evento. Nei giorni scorsi ho quasi strappato il ticket per il Wpt Los Angeles, sfuggito per pochi colpi sfortunati. Tuttaqvia non è ancora detto che non ci riesca da qui allo shuffle up and deal del mega evento americano". Nulla è impossibile finchè si ha una chips in mano.