Pescatori: 'Ecco come il grande sport sta cambiando l’intrattenimento di Las Vegas'
Max Pescatori, poker player e giocatore professionista, vive nella Sin City dal 1994 ed è il nostro cicerone ideale per guidarci nella mutazione della capitale mondiale del gambling.
Che Las Vegas non sia solo più la patria del gioco d’azzardo è abbastanza evidente da anni. Ovviamente stiamo parlando di una città, un’area di 352 chilometri quadrati dove insistono 72 casinò, centinaia di migliaia di slot machine, centinaia di table games e altrettanti tavoli da poker che in estate diventano migliaia con l’arrivo delle World Series of Poker, i campionati del mondo dell’Hold’em e delle sue varianti che si è appena concluso. Il gioco c’è, ed è importante. Ma la Sin City è da sempre un punto di intrattenimento, magari solo per la musica e altri spettacoli, ma lo è sempre stata seppur in proporzione ridotta rispetto al gambling.
In ogni caso iniziò Elvis Presley a rivoluzionarla e a spettacolarizzare gli eventi. Quando noi iniziavamo a parlare di gioco e a seguire il poker sentivamo parlare di concerti giornalieri di Celine Dion o di Britney Spears, artiste sulla cresta dell’onda andate però a “svernare” nel Nevada. Fu quasi una certificazione di discesa verso la fine della carriera e in molti rifiutarono. Tuttavia il vero intrattenimento era quello.
Quest’anno, pura coincidenza con la redazione di questo pezzo, c’è un trentennale piuttosto importante da festeggiare. Era il 1993, infatti, quando il Cirque du Soleil creò la sua prima produzione permanente a Las Vegas con Mystère al Treasure Island Hotel & Casino. Allora il fondatore Guy Laliberté, mangiatore di fuoco che creò un impero per poi finire indagato e ricercato per possesso e produzione di droga, disse: “Questa mia neonata compagnia circense vuole far crescere un fiore nel deserto”. Tutto vero. Arrivò “O” lo spettacolo dell’acqua nel meraviglioso teatro del Bellagio, casino, quindi Zarkana, The Beatles Love, Kà, Zumanity, Michael Jackson One, R.U.M. e altri ancora. Inutile dire che il Covid-19 ha dato una mazzata ai poveri circensi che, senza animali, riescono a offrire un intrattenimento spaventoso che lascia incollati gli spettatori alla sedia.
Poi concerti, serate, gentlemen club, ristoranti dei migliori chef mondiali (su tutti Gordon Ramsey), le migliori catene di fast food, i supereroi con l’Avengers station, i mitici Pay shop (per chi non avesse mai visto Sky, il monte dei pegni) e uno shopping sia di super lusso che convenientissimo con due outlet, il Nouthern e il Southern, dove i brand Usa vengono offerti davvero a prezzi stracciati.
Per questo quando mi chiedono: ma cosa verrei a fare io a Las Vegas se non amo giocare risponderei proprio elencando questa serie di intrattenimenti. E per sfatare il luogo comune “Las Vegas uguale azzardo”, non rimane che ascoltare un cicerone di lusso che abbiamo interpellato per voi e che ci mostrerà cosa significa adesso l’intrattenimento nella Sin City. Prego!
“Vi spiego tutto - attacca Max Pescatori, quattro volte campione del mondo di poker e che vive a Las Vegas dal 1994 da dove ha iniziato la sua carriera di professionista nel mondo del gioco - gli intrattenimenti che avete elencato li ho visti nascere e ci sono ancora. Tuttavia il vero cambiamento è stato l’arrivo dei Golden Knights, la squadra di Las Vegas della Nhl, la Lega nazionale americana di Hockey. La città non aveva una squadra fino al 2017 perché una legge vietava le scommesse sulle squadre che giocavano qui. Poi questa restrizione è stata tolta grazie alle pressioni di uno dei proprietari del Palms che aveva sotto la sua egida anche una squadra di basket. Anzi, non si poteva giocare neanche su questa anche se era fuori dal Nevada. Così ci furono una serie di richieste e di pressioni e sulla base di queste spinte hanno cambiato la legge ed eccoci qua”.
Per capire il fenomeno dei Vegas Golden Knights dobbiamo fare uno sforzo: pensate, infatti, di essere in Serie A, e che dal nulla arrivi un nuovo club di una città con uno stadio magnifico e che nel giro di pochi anni arrivi a competere e vincere lo Scudetto. Direste che siamo pazzi. Beh, quest’anno i Golden Knights hanno vinto la loro prima Stanley Cup ma hanno gareggiato per il titolo già a un paio di stagioni dalla loro nascita.
“Indubbiamente la visione della creazione dei Vegas Golden Knights ha rappresentato un successo talmente enorme che anche altri investitori in altri settori e in altri sport hanno seguito le stesse orme - spiega Pescatori - sono arrivati i Raiders, infatti. Nel 2020 la franchigia si trasferisce a Las Vegas e inaugura il suo nuovo stadio: l'Allegiant Stadium. Grazie a questo impianto pazzesco (oltre 70mila posti all’avanguardia costato circa 2 miliardi di dollari, Ndr) la squadra ora è un’altra attrazione fissa ed è già alla terza stagione. Questo ha lanciato una nuova era ma tra i due fenomeni più importanti, i Knights e i Raiders, sono arrivate squadre meno famose come la WNba, il basket femminile e prima ancora c’era il football indoor e la Minor League di baseball. Ma non hanno riscosso mai grande successo.”
E non è finita qui: “Ora arriverà anche major baseball arriveranno gli Okland A’s che potrebbero cambiare nome in Las Vegas A’s”, spiega sempre Pescatori.
Proprio alla fine di giugno il governatore Joe Lombardo ha firmato il disegno di legge dello stadio che vede lo stato impegnare 380 milioni di dollari in fondi pubblici per uno sviluppo da 1,5 miliardi di dollari.
Il soggetto all'approvazione della Major League Baseball, gli Oakland A's svilupperanno il loro nuovo campo da baseball sul sito del Tropicana Las Vegas, di proprietà e gestito da Bally's. Un’altra mossa che divide come successo per i Raiders, ad esempio, coi tifosi che vogliono rimanere ad Oakland come sarebbe normale per qualsiasi frangia di supporter, ma anche con chi è entusiasta di volare nel Nevada a supportare la propria squadra che riceverà anche un incredibile impulso sportivo grazie al nuovo business che scatenerà. Concetti impensabili in Italia, come se Milan o Roma andassero a giocare in un’altra regione.
Ma l’arrivo di queste franchigie non ha solamente stimolato il turismo sportivo: “Costruendo stadi incredibili sono arrivati concerti e altre manifestazioni prima impensabili - assicura il nostro cicerone - io mi sono potuto godere il pro Bowl e i Maneskin che hanno aperto un concerto dei Rolling Stones e sentirli cantare in italiano a Las Vegas è stato molto emozionante per me. Tutto questo ha favorito l’arrivo di concerti di livello mondiale con stadi molto più all’avanguardia delle nostre strutture”.
E ci sono anche altri sport: “In questi giorni (siamo a metà giugno, Ndr) è stata giocata la Concacaf col match Usa-Messico mentre in Europa l’Italia giocava la Nations League. Ecco, per i mie gusti, sarebbe perfetto arrivasse anche una squadra di Major League Soccer, mi farebbe molto piacere. Inoltre a novembre si attende il primo gran premio di Formula 1 che si terrà su un circuito cittadino. Questo sta portando molti disagi per i tanti lavori da fare, Las Vegas è un disastro e lo sarà ancora per settimane”, conclude Max.
E ci sono ancora due settori da esaminare: il food e le arti marziali che ricordiamo molto importanti come appeal per turisti: “L’Mma e l’Ufc non sono affatto in calo, anzi, i combattimenti attraggono tantissimi visitatori a Vegas (i biglietti costano tantissimo per noi mortali, Ndr). Addirittura un nostro combattente, Marvin Vettori, è venuto a sfidare Jared Cannoneri e non ho più seguito com’è andata”. Rispondiamo noi a Max: purtroppo l’Azzurro l’hanno fatto nero anche se s’è dato molto da fare sul ring.
Ma dimenticavamo dove mangiare a Las Vegas. C’è di tutto, noi ricordiamo il Sushi Samba al The Venetian, il ristorante italiano Reggiano al The Palazzo se si voleva mangiare un discreto piatta di pasta e poi una meravigliosa bistecchiera al New York New York. Ma i gusti di Max li conosciamo, sono ottimi ma molto fusion! Ecco la sua top 4:
1. Bazar Meat (Sahara)
2. Raku
3. Samurai Japanese BBQ
4. Jaleo (Cosmopolitan)
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