skin

I media possono influire nell’action dei tornei di poker? Ecco come la pensa Gioconews.it

06 marzo 2025 - 18:19

Il caso di Divyam Satyarthi al Wsopc di Baltimora ha scatenato una polemica sul fatto che i blogger avrebbero dovuto segnalare l’errore del dealer e del giocatore prima dell’assegnazione del pot.

wsopcerrore.jpeg

“Immagina un cameraman in una partita NBA che dice agli arbitri che hanno deciso qualcosa di sbagliato e cerca di cambiare l'esito della partita. La gente impazzirebbe. E non è diverso nel poker! Voi ragazzi avete opinioni così terribili su cosa si dovrebbe fare.” È il commento di Shaun Deeb al caso di Divyam Satyarthi, che abbiamo raccontato ieri e che è uscito in terza piazza, gettando nel muck la mano migliore. Il colpo è stato segnalato dai blogger presenti e qualcuno ha criticato i media sostenendo che avrebbero dovuto fare qualcosa.

Sì, ma cosa? Concordiamo con Deeb, anche se il suo commento non è molto pertinente, visto che il blogger è molto di più al centro dell'azione e può davvero influire col gioco.

 

 

Per come la vediamo noi di Gioconews.it, che seguiamo tantissimi eventi, il ruolo deve essere quello di semplici reporter che devono disturbare il meno possibile e non intralciare o influenzare il gioco. È capitato di collaborare con i tournament director o con i Floorman, anche aiutandoli ad arrivare al tavolo quando vengono chiamati dai dealer. Spesso si condividono opinioni e si segnalano comportamenti o altri elementi.

Mai, però, ci siamo sognati di mettere bocca sulle decisioni dei Floorman o di influenzare i player. Sarebbe troppo grave influenzare anche solo qualche migliaio di gettoni con una parola che potrebbe cambiare l’esito di un torneo. Qualche amico (anche se i player per noi sono tutti uguali) può essere incitato o qualche giocatore conosciuto in un torneo può essere aiutato semplicemente con informazioni sulla struttura o ascoltando semplicemente lo sfogo di una mano persa o la gioia di un coin vinto.

Assurdo il commento di Jerod Smith: “Non è affatto la stessa cosa, e lo sai. Un paragone più appropriato sarebbe se il cameraman notasse che il tabellone segnapunti era errato e che a una squadra non è stata assegnata la giusta quantità di punti.” Ma è un caso davvero limite che non ci sentiamo di commentare.

Differente il punto di vista di Matt Savage, direttore esecutivo del tour del World Poker Tour, che avrebbe preferito un intervento dei media. Non concordiamo, ma per un aspetto sì: “Preferisco comunque il vostro coinvolgimento, soprattutto se il giocatore riscuote un piatto senza averne i titoli e lo sa.”

Ma Deeb la pensa come noi e come tanti colleghi e ha detto che preferirebbe che i giornalisti non dicessero nulla invece di scegliere e selezionare i giocatori a favore o contro cui parlare. È proprio così.

 

Altri articoli su

Ti interessa questo argomento?
Registrati all’area riservata e segui i tuoi tag preferiti. Accederai all’elenco di tutti i nuovi articoli che usciranno legati a questi tag.

Articoli correlati