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Cristiano Ruiu: 'Poker live? Ecco che 2023 sarà'

18 gennaio 2023 - 13:25

Cristiano Ruiu, giornalista esperto di poker, ci aiuta a esplorare i percorsi, i trend, i numeri e le prospettive di sviluppo del settore nel 2023.

“Un anno che potremmo definito il 2.0 del poker live. Partendo da Mendrisio e da altri punti d’osservazione che ho potuto avere, sia dalla Spagna che frequento spesso e, ovviamente, per tutte le informazioni che analizzo, i numeri sono stati rilevanti e sono convinto che per la prossima stagione ci sarà spazio e ancora crescita per tutti. Noi, intanto, partiremo alla grande ma sono tante le cose da affrontare per migliorare il settore”. Un’analisi da un punto di vista piuttosto privilegiato quello del giornalista esperto di poker, Cristiano Ruiu, nel settore da oltre un decennio e col quale abbiamo cercato di capire le tendenze del 2023. 

Ma prima analizziamo il 2022: “Come detto a livello europeo i numeri sono stati impressionanti e con il ritorno di tanti tornei old style. Iniziano a tornare anche eventi senza garantiti - attacca Ruiu - una formula che sembra spesso 'dopare' alcuni mercati concorrenziali dove si rischia tantissimo per guadagnare in maniera ridotta. Purtroppo per fare garantiti importanti devi spesso violentare le strutture e rendere il gioco sempre meno appetibile. Il problema è far quadrare i conti e i costi del personale che rappresentano il vero grande limite per il poker dal vivo. Per questo, persino il cash è sempre meno remunerativo di un table game classico da casinò”. 

Com’è la situazione all’estero? “Posso parlare molto bene della Spagna dove i garantiti non vengono proposti e i numeri sono buoni e le strutture anche - informa - in altri Paesi riescono ad accordarsi sui programmi, gli schedule e i tornei e si rispettano reciprocamente. Non sembra esserci quella concorrenza aspra e sfrenata che c’è sempre stata in Italia dove un’altra complicazione è rappresentata dal fatto che i casinò sono pubblici e non privati e tutto rende le cose molto più complesse. Non a caso in questo momento, Sanremo a parte, non si gioca a poker in nessun casinò”. 
Passiamo all’anno appena iniziato, come sarà? “Dopo la prigionia del Covid-19 ormai è tutto molto più liquido e i players non solo non hanno problemi a spostarsi ma hanno molta più voglia di farlo - analizza Ruiu - prevedo una buona stabilizzazione del mercato a livello internazionale e, come ho già detto, ci sarà spazio davvero per tutti”. 

Gli italiani sembrano andare molto bene ai tavoli e sono sempre tanti nelle location europee, come si spiega un momento del genere se in Italia praticamente non si gioca? “È ovviamente merito dei circoli che fanno le veci dei casinò altrimenti il poker in Italia sarebbe zero. E per fortuna che ci sono e tengono vivo il movimento, tengono attivi i players. Altrimenti i giocatori non sono infiniti, smettono perché non vogliono più giocare o perché vengono a mancare o perché finiscono i soldi, molto banalmente. E in effetti si gioca dappertutto ma leggermente fuori dei confini, a San Marino, a Nova Gorica, a Rozvadov, da noi a Mendrisio, a Malta, e le percentuali degli italiani sono sempre altissime”. 

Sui format, che 2023 sarà? “Molto è legato alla moda e al momento, prendiamo i Mystery Bounty che ora vanno per la maggiore o i Knockout di qualche tempo fa. In Spagna, ad esempio, vanno ancora molto re-buy e add on. Mendrisio è principalmente una cash game room che funziona quotidianamente e con una regolarità impressionante. Per questo non seguiamo molto le mode e non dipendiamo da esse. La nostra soddisfazione sono proprio i numeri che, in alcune location, si hanno solo durante i grandi festival. In ogni caso l’innovazione nelle proposte è sempre molto importante, questo va tenuto a mente”. 
 

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