La soluzione rapida e immediata sembra sia la meno accreditata, anche se c’è chi nutre qualche speranza. Altri tifano e credono in una soluzione entro il primo trimestre, ma c’è anche chi teme ci possano volere fino a 5 mesi, col rischio che questo Governo poi venga sciolto a luglio 2025. A quel punto potrebbe concretizzarsi un’altra ipotesi ancora più paurosa, e cioè che potrebbe volerci ancora un anno per assistere alla riapertura dei poker club di Parigi.
Alla fine è successo. Nella notte tra il 31 dicembre e il 1° gennaio, i club di gioco parigini hanno chiuso i battenti, lasciando giocatori e staff in una situazione di tremenda incertezza. Ben 1.500 persone a casa, da un giorno all’altro, per colpa della crisi politica francese. Non ci consola neanche per un attimo il fatto che anche i nostri cugini transalpini siano più o meno nella stessa situazione nostra.
Anche perché c’è un fatto che ci spinge a due riflessioni: se lo Stato si è subito mosso per una specie di cassa integrazione che in Francia si chiama “chômage partiel” (mezza disoccupazione) e che coprirà il 60% del salario degli addetti del gioco e poker live parigino, perché non si è pensato per tempo, anche un anno prima, al rinnovo dell’esperimento settennale che ha creato sette sale in grado di gestire il gioco d’azzardo a Parigi, attirando anche turismo e player da tutta Europa? Bella domanda. E pensare che i dirigenti dei club, pur avendo bene a mente la scadenza, nutrivano un moderato ottimismo per il rinnovo.
La crisi politica ha sorpreso un po’ tutti e ora alcuni media francesi analizzano il caso a chiusura avvenuta. Finita la serata di Capodanno, sui tavoli è sceso il “panno nero”. Lo Stato perde 47 milioni di euro di tasse e le sale non serviranno più una media di 400 giocatori al giorno, con picchi anche più importanti durante gli eventi dal vivo.
“La chiusura dei club, annunciata a metà dicembre, è il risultato di un fallimento legislativo - scrive Julien Tissot, che segue proprio i club - in assenza di una legge finanziaria che proroghi la sperimentazione dei circoli di gioco oltre il 2025, l'attività è ferma. E per il momento non sembra all’orizzonte alcuna soluzione concreta.”
I club mostrano moderato ottimismo e c’è anche il commento del Club Circus Paris: “Come probabilmente saprai, purtroppo siamo costretti a chiudere la nostra sala per un periodo indefinito. Infatti, in assenza di un quadro legislativo, il suo rinnovo non è stato possibile dopo il 31 dicembre.
Rimaniamo tuttavia determinati e ottimisti riguardo a una rapida riapertura, non appena le condizioni lo consentiranno. La nostra missione rimane invariata: offrirti momenti di gioco unici e conviviali. Le nostre squadre approfitteranno quindi di questo periodo per tornare ancora più forti, proponendovi eventi che vi piaceranno, oltre a tornei e una struttura rinnovata.
Nell'attesa di questa riapertura, più che mai il Club Circus vi promette divertimento senza sosta sulle sue reti: giochi, quiz, aneddoti per una dose quotidiana di divertimento! Restate sintonizzati, le sorprese arriveranno presto.”
La tv francese ha anche dedicato un reportage da vedere qui.