Almeno i due quinti dei componenti dei consigli di amministrazioni di una società a controllo pubblico devono essere del genere meno rappresentato. Lo dice la legge e il Casinò di Sanremo, ovviamente tramite la sua proprietà, ottempera da sempre alla disposizione.
Tant'è che lo scorso autunno il Comune matuziano ha emanato un bando per sostituire la “quota rosa” del Cda, Lucia Artusi, dimessasi per andare a ricoprire la carica di assessore. La scelta è ricaduta sulla commercialista Sonia Balestra, che appunto da ottobre 2024 è entrata a fare parte del consiglio di amministrazione del Casinò.
Proprio da una valutazione sullo strumento delle quote rosa parte la nostra chiacchierata con Balestra: “Fino a qualche anno fa pensavo che mi potessero piacere, nel senso che potevano dare maggiore visibilità e spazio alle donne laddove storicamente non era mai stato fatto, che potessero aiutare a cambiare la sensibilità e aprire loro l'accesso a processi decisionali. Ora sono un po' meno sicura, in quando lo strumento è, sì, neutrale, ma dipende da come viene usato. Mi pare infatti che talvolta la nomina della quota rosa venga vissuta come una sorta di obbligo, assolto il quale si va avanti come si è sempre fatto. E più volte ho sentito degli amministratori locali dire: 'Uh, quando devo nominare le quote rosa non so mai a chi chiedere'. Ovvio che si cercano professionisti della zona, ma talvolta manca il bacino a cui attingere, visto che per tanto tempo non si è dato spazio alle donne. Infine, non ricordo alcun Cda di una partecipata in cui sedessero due donne e un uomo!”
Quale ruolo svolge all'interno del consiglio di amministrazione ed esso, secondo lei, è in qualche modo legato all'essere una donna?
“Fortunatamente la risposta è no. Non avverto minimamente una valutazione del tipo 'visto che sei una donna occupati di questo', e c'è da aggiungere che il nostro è un Cda particolare, in quanto il presidente Gian Carlo Ghinamo è anche amministratore delegato, con tutto ciò che ne consegue. Ho trovato un bel clima e non ho mai avuto la sensazione che i colleghi mi precludano qualcosa.
Però un aneddoto divertente da raccontare ce l'ho! Ero appena arrivata al Casinò e chiedevo un po' in giro quali funzioni avrei dovuto svolgere. Qualcuno mi ha detto: 'Tra le altre, puoi scegliere le decorazioni natalizie!'. Al che io, sorpresa: 'Ma davvero?'"
E in passato?
“Ho fatto parte del Cda di un'altra partecipata: lì avevo le deleghe al personale e al bilancio. I miei colleghi erano ben contenti di mollarmi cose impegnative e di mandarmi ai tavoli sindacali.”
Nella sua attività di consigliera del Casinò di Sanremo, ma anche nelle altre professionali che svolge, lei riscontra un diverso modo di pensare e di operare riconducibile proprio alla differenza tra uomo e donna, oppure le differenze, semmai, sono legate a caratteristiche e preparazioni individuali e non di genere?
“Un po' di entrambi le cose. Ciascuno ha le proprie caratteristiche, professionalità, preparazione, modo di porsi, ma mi viene in mente che come donne abbiamo una visione più ampia di quello che succede, forse perché siamo storicamente abituate a occuparci di tante cose e questo può essere un vantaggio, un punto di forza per gestire le situazioni in maniera più creativa. Tendiamo ad avere un approccio più accogliente, gentile, a manifestare più attenzione nei rapporto interpersonali a essere molto più coinvolgenti. Poi certo ci sono esempi contrari! Confrontandomi con gli uomini a volte mi dicono 'sei una donna, non sei pragmatica, non vai dritta al punto'... ma io punto come loro a ottenere delle cose, semmai penso che ci sono più modi per riuscirci. Tuttavia, trovo che gli uomini abbiano un'autostima invidiabile, credono di essere bravissimi, a differenza di me che mi faccio sempre tanti problemi e mi chiedo ogni volta se mi sono impegnata abbastanza.”