Voglio quest'oggi occuparmi di un tema che per il mondo di cui scrivo rappresenta un binomio assolutamente vincente.
Faccio riferimento in particolare a gioco d’azzardo e turismo che sono stati legati indissolubilmente sin dagli albori di entrambi i business. Non è certo un caso se le case da gioco più celebri e di maggiore successo, salvo alcune eccezioni, operano in località caratterizzate da elevata attrattività dal punto di vista turistico.
Basti citare alcuni esempi che, in modo del tutto casuale, è facile individuare nella vecchia Europa: da Monte Carlo a Baden Baden, da Loutraky a Beaulieu, da Lugano a Portorose, da Lloret de Mar a Estoril, la lista è infinita, in Italia, totalizziamo un bel quattro su quattro, nel senso che tutte le località che ospitano casinò sono destinazioni turistiche di prim’ordine e offrono opportunità di svago più che diversificate in laguna, al mare, al lago e in montagna.
Senza addentrarci dettagliatamente nel percorso storico che ha generato il binomio di cui sto scrivendo, è importante rilevare come in molti casi siano state le località termali a generare in qualche modo la nascita di una casa da gioco come divertimento al quale dedicarsi dopo le attenzioni riservate alla propria salute.
Non bisogna dimenticare che le cure termali nei primi anni del diciannovesimo secolo erano appannaggio di poche facoltose persone, tra cui possiamo certamente annoverare nobili e teste coronate d’Europa che periodicamente tentavano di porre rimedio agli eccessi che caratterizzavano le proprie vite sottoponendosi credibilmente ai sacrifici che le cure termali imponevano per produrre un minimo di effetto benefico.
La matrice che origina quanto poco sopra ho raccontato è certamente il “divertimento”, quindi posso affermare senza timore di essere contraddetto che la componente ludica del gioco d’azzardo è sicuramente dominante.
A mio parere questo binomio ha molta importanza anche perché non è a senso unico. Mi spiego meglio: è vero che destinazioni turistiche affermate hanno potuto migliorare la propria capacità di attrazione offrendo anche un servizio di intrattenimento così ben strutturato come il gioco d’azzardo ma è altresì vero che destinazioni che solo sulla carta avevano una valenza turistica hanno cambiato i propri destini diventando sede di una casa da gioco.
Quindi sembrerebbe possibile abbozzare un teorema secondo il quale un casinò per avere successo necessita della sinergia con una località in cui operare così come la stessa località per migliorare il proprio posizionamento sul mercato turistico non può fare a meno della collaborazione del casinò che svolge la propria attività sul suo territorio.
Un teorema parecchio scomodo o almeno considerato tale nella maggior parte dei casi. Questa “scomodità” dipende dalle dimensioni dei due soggetti che sono in gioco. In estrema sintesi, secondo la mia esperienza, una località di successo dal punto di vista turistico tende a sottovalutare o ignorare l’apporto in termini commerciali e di marketing che un casinò può garantire, ma accade lo stesso in caso contrario.
Occorre certamente escludere dalle considerazioni di cui sopra quella fetta di mercato rappresentata dai casinò che operano volutamente in destinazioni del tutto anonime ma confinanti con bacini di utenza spaventosamente grandi, penso ad esempio ad Atlantic City e a Macao.
Credo che sinergia e collaborazione tra destinazione e casinò siano essenziali per il successo di entrambi a prescindere dalle rispettive dimensioni, in caso contrario saranno molte le opportunità che si rischiano di vanificare.
Non è solo e sempre il denaro a farla da padrone, spesso condividere strategie di comunicazione, piani di marketing e iniziative commerciali è fondamentale per lo sviluppo di entrambe le parti in “gioco”.
Quanto sopra ha molto il sapore di un monito ma ho avuto il privilegio di vivere dal punto di vista professionale e per periodi tutt’altro che brevi questo tipo di situazione e ho potuto toccare con mano gli importanti benefici che ne sono derivati, ragione per cui che “monito” sia!