Organizzazione produzione dei casinò, l'importanza dei privè

Sarà l’età o forse le primavere, compresa quella che inizia ora almeno in montagna, ma dopo aver letto i risultati del casinò di Venezia, mi chiedo se sia o meno venuto il momento di andare contro corrente.
Mi rispondo affermativamente. Ecco come organizzerei la produzione non senza aver dato corso ad una operazione sine qua non perché da questo discende, a mio avviso, il successo dell’iniziativa.

Non scrivo per convincere o, in qualche modo, suggerire. Aggiungo, a quanto ho già sostenuto analizzando il trend della sala di San Marino (piccolo è bello), accogliente e professionale al massimo livello.
Per professionalità intendo, non tanto quella degli impiegati, per i quali non ho dubbio alcuno, ma quel complesso di doti che il direttore dei giochi deve possedere: lunga esperienza iniziata dalla gavetta (anche questo l’ho già scritto), conoscenza della clientela importante e da questa riconosciuto quale persona affidabile al cento percento. In altri termini una persona capace di assumersi pienamente la responsabilità del suo operato.

Ed ecco cosa propongo: un privé con due o tre tavoli di chemin de fer, due di roulette francese, uno di punto banco e uno di blackjack.
L’esperienza di lavoro al tavolo, volendo anche breve ma intensa, ritengo sia sufficiente per quanto mi permetto narrare.

I giocatori di chemin possono accedervi quando si fanno le carte, quando, da prenotati, attendono il posto e in ogni altra occasione nella quale si manifesti il desiderio di cambiare avversario e, in ogni caso, chi non gioca a chemin ma può accedere qualitativamente parlando alla sala.
Gli “amanti” dello chemin de fer esistono e sono numerosi, la voglia di scontrarsi tra giocatori c’è ancora; probabilmente è necessario ricreare le condizioni ambientali e un po’ romantiche di un tempo lontano ma non troppo.

I dati riportati si riferiscono ai ricavi dello chemin de fer a Venezia.

Sicuramente non possiamo sottacere che il punto banco ha, in qualche modo, ridotto le possibilità di sviluppo dello chemin de fer. Al tempo stesso si deve ammettere la ragguardevole importanza degli importi citati.

Si tenga in considerazione che a Ca’ Vendramin lo chemin è ora parzialmente presente.
Difetta, in questa esposizione, l’importo dei ricavi derivanti dal punto banco che, con ogni probabilità, troviamo sia a Ca’ Noghera che a Ca’ Vendramin.
Per quanto ricordo avendo visto di persona, ma alcuni anni or sono, la “migrazione” tra chemin de fer e roulette francese tradizionale, a Venezia e precisamente a Ca’ Vendramin, era agevolato dal posizionamento dei rispettivi tavoli.
Concludo con il detto, sempre valido: tentar non nuoce. Gli impiegati più che adatti ci sono, i tavoli anche, cosa manca? A mio avviso nulla se non i frequentatori che esistono e i risultati ne danno conferma.
Di seguito i dati della roulette francese tradizionale di Venezia. Da tener in conto la fair roulette che vede molta presenza e risultati particolarmente a Ca’ Noghera. 

Soggiungo, gli anni trascorsi nell’ambiente me lo consentono, che una buona “paletta” non può che provenire dalla roulette francese. 

 dati in lire

Gli ingredienti ci sono, ora occorre trovare il cuoco e i suoi aiutanti. Inizialmente per un fine settimana al mese e, in seguito, si vedrà il da farsi. 

Nella speranza di essere stato abbastanza chiaro nel narrare ciò di cui sono convinto e ho cercato di integrare con i numeri.