A quasi tre anni dalla riapertura del Casinò, una “nuova normalità” caratterizza Campione d'Italia e il fatto che 174 persone vi abbiano trovato (o ritrovato) occupazione ha certamente riacceso il sorriso e le aspettative concrete in tante famiglie, pur senza tornare ai “fasti” del passato, dei quali si stanno ancora raccogliendo i cocci. Tuttavia, non mancano preoccupazioni, perplessità, e soprattutto sfide da affrontare e progetti da portare a compimento. Tutti temi di cui parliamo con il presidente del Casinò, Mario Venditti.
L'ultima relazione semestrale dei commissari, riferita al periodo gennaio-giugno 2024, evidenzia che il Casinò sta onorando le sue obbligazioni nei confronti dei creditori, ma che alcuni progetti restano ancora incompiuti e che gli incassi sono inferiori alle attese.
Come vi state muovendo al riguardo per ultimare i progetti (per esempio la locazione degli spazi commerciali) e per rilanciare le entrate?
“Riprendo appunto le testuali parole della relazione, ove si afferma che '… nonostante l’andamento del fatturato sia inferiore alle previsioni del piano concordatario, la Società sta ampiamente sovraperformando sia dal punto di vista economico che da quello finanziario, tanto che il livello di liquidità è sensibilmente superiore rispetto a quanto preventivato. Allo stato attuale, pertanto, la prognosi di adempimento rispetto alla proposta concordataria non può che essere positiva'.
Si tratta di un giudizio che difficilmente si trova nelle relazioni e nelle valutazioni di carattere economico/finanziario dei commissari giudiziali. Allo stato attuale dunque la prognosi non può che essere positiva e poi certo, tutto si può migliorare e in effetti il nostro obiettivo è di aumentare la performance economico/finanziaria. Ovviamente sempre con estrema prudenza e tenendo conto dei vincoli della procedura concordataria, ma sembra che le cose stiano andando ottimamente. Certo, non è un processo facile e si sa che le procedure concordatarie quasi sempre terminano con il fallimento della società, ma noi stiamo andando benissimo e siamo anzi in anticipo sul pagamento dei debiti. È questo ciò che conta. Poi è vero, secondo lo studio che sottende il piano concordatario e che aveva previsioni di fatturato non rispondenti alla realtà, al momento noi avremmo dovuto fatturare 60 milioni di euro mentre siamo invece tra i 50 e i 55, che è comunque un ottimo risultato. Ma ciò che conta è il dato della liquidità, che è notevole, e soprattutto che contiamo di pagare tutti i crediti privilegiati in largo anticipo rispetto al concordato, restituendo al socio, come dicevo, in anticipo, un'azienda in bonis.
Venendo agli spazi commerciali, abbiamo appena ricevuto dalla società Patrigest del Gruppo Gabetti, alla quale avevamo affidato uno studio sulla valorizzazione degli spazi attualmente non in uso nell’edificio della casa da gioco, un’analisi economico/territoriale del contesto ambientale di Campione d’Italia e una serie di proposte per il riutilizzo di detti spazi, previa innanzitutto una ricognizione degli stessi. Come è noto, la ripresa dell'attività del Casinò è stata molto tormentata, io sono arrivato un anno e mezzo fa, il consiglio di amministrazione è stato reintegrato di recente, è stata introdotta la figura del direttore generale... insomma occorreva una cognizione precisa degli spazi a disposizione. Alla Gabetti abbiamo chiesto di indicarci la possibile destinazione di quelle parti dell’immobile non utilizzate attualmente.
L'orientamento emerso è quello di usare parte dell'immobile per ospitare i clienti, in luogo della realizzazione della galleria commerciale prevista dal concordato. Attualmente non usiamo l'ala nord e usiamo poco quella sud: in esse si prevede dunque la collocazione di attività turistico alberghiere ma pure di servizi, anche in campo sanitario, come poliambulatori, studi dentistici o per interventi estetici. Ovviamente in questo caso dovremmo, previo accordo con il socio, che è il proprietario, ristrutturare l’immobile nel rispetto delle sue linee architettoniche, cedere un ramo d’azienda, trovare in proposito una soluzione dal punto di vista giuridico, ferme restando le difficoltà di trovare un imprenditore che voglia investire e occuparsi di questa attività: è un obiettivo futuro che discuteremo con il socio, i commissari e il tribunale, con cui abbiamo un ottimo rapporto.”
Nel piano concordatario è previsto che nel corso degli anni il Casinò possa aumentare il numero dei dipendenti. Sono previste nuove assunzioni?
“Questo discorso è collegato a quanto detto finora. Se partissero ulteriori attività, oltre al gioco, dovremmo adeguare il nostro organico al soddisfacimento delle sopravvenute esigenze. Questo avrebbe certamente un impatto più che positivo sul territorio, anche se si tratta di una proiezione eventuale e futura. Ovviamente, nell’immediato, abbiamo necessità di sostituire le persone che cessano il rapporto di lavoro. Per quanto riguarda l'eventuale aumento dell’organico aziendale, si tratta di un discorso delicato, da affrontare preliminarmente con il tribunale e con i commissari. Anche perché una delle cause principali del fallimento del Casinò, per quanto poi la sentenza sia stata annullata, era proprio l'eccesso del personale del precedente assetto aziendale.”
Dopo un lungo iter, è stata infine assegnata la gestione del poker live. Cosa devono aspettarsi i tanti poker player che anni fa avevano eletto il Casinò Campione a loro meta preferita?
“Attraverso una selezione fatta con un bando pubblico abbiamo aggiudicato sia la gestione del poker online che di quella in presenza a una società primaria del settore: Sisal Spa del gruppo Flutter che valorizzerà l’esperienza e il prestigio di Pokerstars, brand del gruppo Flutter. Contiamo di organizzare in breve una serie di tornei a partire dal prossimo mese di dicembre. Al momento dei tre piani adibiti ad attività di gioco ne usiamo due, stiamo attrezzando il terzo proprio per i tornei di poker.”
Negli ultimi mesi ci sono stati alcuni casi di aggressioni ai danni di dipendenti del Casinò, fatti che hanno portato in primo piano la questione della sicurezza. Come pensate di affrontare questa questione, anche dopo la recente riallocazione delle deleghe in materia?
“Innanzitutto la portata di questi episodi va ridimensionata e c'è da dire, penso soprattutto all'ultimo, che i locali aperti al pubblico sono esposti a questo tipo di problemi. Infatti i due soggetti che avevano aggredito personale del Casinò poi hanno continuato a creare problemi anche in un bar delle vicinanze, esterno alla struttura. Si tratta di una questione delicata: premesso che dobbiamo assicurare che il personale e i clienti non subiscano aggressioni o danni di sorta, occorre tener presente che, benché esposti alle intemperanze di più vario genere, è evidente che non possiamo militarizzare i locali, spaventando il personale e i clienti e tenendo presente che non abbiamo bisogno di buttafuori ma semmai di buttadentro. Occorre trovare un equilibrio e a questo stiamo lavorando. Le recenti modifiche aziendali tendono a questo. La suddivisione delle attività e l'assegnazione della sicurezza direttamente al direttore generale rientrano appunto nella riformulazione del piano sicurezza con l’obiettivo di porre al centro il personale e il cliente.”
Negli anni passati il Casinò era stato dichiarato fallito, una sentenza poi annullata ma nonostante ciò era rimasto chiuso per lungo tempo. Quali sono le “lezioni” imparate da questi fatti?
“Grazie all'accoglimento della domanda di ammissione al concordato in continuità siamo ritornati in gioco. La causa principale della situazione che si era creata, come già detto, era l'eccesso di personale di cui stiamo pagando lo scotto attualmente. I creditori privilegiati sono i dipendenti di allora, alcuni anche attuali, con paghe arretrate e Tfr non pagati. Poi c'erano stati sprechi di ogni tipo, come il finanziamento di alcuni milioni di euro per girare un film a Cinecittà. Insomma, in passato non si erano fatti mancare nulla. Da qui l'intento dell'azienda di esercitare un'azione di recupero e di responsabilità nei confronti dei precedenti amministratori, che stiamo valutando.”
Come sono i rapporti attuali con il socio e ritiene che la convenzione attuale consenta l'equilibrio economico e finanziario del Casinò?
“Assolutamente sì, lo consente. L'attuale convenzione ha riformulato e riequilibrato i termini economici del rapporto tra azienda e socio ed è più sostenibile della precedente. I rapporti con il socio sono ottimi e non potrebbe essere diversamente. L'amministrazione comunale ci segue, ci confrontiamo anche al di là dei momenti istituzionali, e ci sono rapporti, anche personali, di stima reciproca.”
Un'ultima domanda più personale: dopo una vita in magistratura come è finito nel ruolo di presidente di un Casinò e come si trova in questa veste?
“Innanzitutto voglio precisare che svolgo questa attività, anche assumendomi enormi responsabilità che mi fanno tremare i polsi, in maniera gratuita. Sono infatti un magistrato in pensione e la legge Madia mi consente di svolgere questo incarico, ma senza remunerazione in qualsiasi forma. Il Casinò aveva già scelto di inserire una figura istituzionale per assicurare un presidio di legalità, lo aveva fatto con la compianta Erminia Rosa Cesari, che mi ha preceduto. Al momento della sua improvvisa scomparsa ero da poco andato in pensione e il socio mi ha chiesto se volevo impegnarmi in questa avventura, per assicurare la continuazione del presidio di legalità.”