Casinò e marketing, una questione dalle mille angolazioni

Un tempo, quando ero ancora dipendente di casa da gioco, ascoltavo spesso gli impiegati anziani che raccomandavano di ricordare, sempre e comunque, due cose: il casinò funziona bene se il direttore è conosciuto per i modi di comportarsi con i clienti importanti e gli  addetti al gioco sono talmente professionali da farne motivo di maggiore frequentazione. 

Sperare che il marketing in una casa da gioco possa essere affidato a una sola persona esperta nella specifica materia del marketing e pensare che il rilancio sia allo tempo credibile mi pare, alla luce di tanti anni di esperienza, esagerato e mi sento di affermare che non sia la strada giusta.

Bando alla nostalgia del tempo che fu anche relativamente alla produzione che, al di là di ogni dubbio, usufruiva di una situazione economica migliore dell’attuale.

Ed eccomi all’offerta del casinò: roulette francese nelle modalità fair e tradizionale, black jack, punto banco, poker, trente et quarante e, più che altro slot machine.  

Scusandomi in quanto ho disponibili dati certi sino al 2022, rammento che Campione è stato chiuso da fine luglio 2018 a fine gennaio 2022.

Il mio ragionamento, confortato da chi, come Paolo Giovannini su gioconews, ha espresso idee e convinzioni molto simili alle mie ma dopo una esperienza più variegata e lunga della mia in più case da gioco, fonda sulla osservazione dell’offerta di gioco che, per quanto alla qualità non mi pare possa confrontarsi con quella del 2017 e neppure del 2018 conto tenuto del periodo di esercizio ridotto dalla chiusura citata.

Un sito come Campione potrebbe rivolgersi all’élite e alla qualità che ancora esiste perché non manca delle strutture e nemmeno di un recente passato in cui una clientela speciale non disdegnava la propria presenza e frequentazione.

Sicuramente con questo mio intervento non ho altre mire se un caldo invito a considerare il recente passato produttivo ed un ragionato ritorno al gioco tradizionale anche motivato dagli spazi a disposizione che permettono il ricorso ad ogni tipologia di servizio alla clientela.

Posso comprendere che nei primi tempi le preoccupazioni addebitabili al periodo particolare abbiano economicamente ostacolato il ricorso ad un incremento del personale addetto direttamente alla produzione; a mio avviso è arrivato il momento di pensare maggiormente alla rilevanza di valore e qualità della produzione.

L’investimento nella qualità non potrebbe portare se non una minore preoccupazione al riguardo del costo del personale che, se da un lato lascia prevedere un ristoro parziale dei costi che deriva proprio dalla qualità del gioco e di quanto collegato e collegabile, dall’altro, affidandosi alla multifunzionalità produttiva vedrebbe, unitamente ad un arricchimento della professionalità, un costo sopportabile in quanto inferiore.  

Non mi sentirei onestamente a posto se non procedessi  a riportare le risultanze del mercato nazionale, logicamente, Campione compreso. 
 

Quanto precede è l’esposizione dell’incidenza di ogni gioco da tavolo sul totale dei proventi, slot comprese. Si precisa inoltre che il trente et quarante è rimasto in uso solo a Campione e la roulette americana sono a Saint Vincent.