Possiamo trovare notizia dei ricavi netti delle case da gioco italiane relativi al 2022 con la specifica della loro composizione tra giochi lavorati o da tavolo e slot machines o elettronici.
Come era logico si espone il confronto con l’ultimo anno nel quale l’attività è stata possibile senza interruzioni, il 2019.
Anche la sala Diamond, che tutti conoscono come il casinò di San Marino, ha reso noti i suoi risultati come si può leggere su gioconews.it, cifre che evidenziano un incremento considerevole sul 2019 pari al 45,86 percento.
Relativamente alle presenze totali, che registrano un calo minimo (0,27 percento) e si attestano a 193.290, si nota emergere una particolarità a conferma dell’ottima qualità del servizio e di un costante impegno nei confronti della clientela. Visitando il casinò, questa estate, ho avuto la netta sensazione che il marketing sia affiancato al passa parola in una unica direzione. Mi scuso anticipatamente per l’espressione ma, in un mondo dove la pubblicità è vietata, rappresenta un mio personale convincimento. Ecco che i nuovi clienti, nel 2020, sono stati 16.460!
Riporto le parole del direttore generale della Giochi del Titano Spa, Salvatore Caronia, che gestisce il casinò di San Marino: “Questo risultato ci fa pensare al dato che si sta consolidando anche per il futuro e che ci assegna, per quanto riguarda i livelli di fatturato, alle medio-grandi strutture europee. Credo che la mission sia stata compiuta ora dobbiamo consolidarla e accrescerla”.
Relativamente al risultato di 27,5 milioni di euro si può condividere ciò che il Dg afferma e, allo scopo presento i dati dei ricavi netti di Saint Vincent e di Sanremo che, sicuramente, dispongono di spazi da destinare al gioco molto più ampi.
Ne consegue, logicamente per San Marino, una offerta di gioco numericamente più contenuta proprio per lo spazio minore, una offerta però agevolata dalla concreta possibilità di saggiare la domanda tramite una ponderata diversificazione attenta da un lato all’innovazione e dall’altro allo sviluppo del trend del mercato.
Non si può negare che la posizione geografica della Repubblica di San Marino giochi a favore della tendenza che si è manifestata, forse dal 2007 in poi, ma, senza dubbio, i questi ultimi anni.
Idem per quanto riguarda il bacino di utenza, grandissimo nella stagione estiva e anche maggiormente selezionato proprio in relazione alla centralità nello Stivale già notata.
Sanremo
|
2022
|
2019
|
Giochi da tavolo
|
9.165.332
|
8.893.923
|
Slot machines
|
34.357.676
|
35.537.170
|
totale
|
43,523.008
|
44.431583
|
Saint Vincent
|
2022
|
2019
|
Giochi da tavolo
|
28.971.932
|
23.731.197
|
Slot machines
|
33.428.110
|
36.899.689
|
totale
|
62.400.042
|
60.630.886
|
Con quanto segue intendo mettere in campo ciò che considero una ragionata correzione di rotta in tema di politica produttiva. Ho vissuto l’introduzione di nuovi prodotti con l’avvento dei cosiddetti giochi americani che ho seguito, sino al 2000 da dentro e dopo da fuori; ho potuto constatare l’evoluzione del mercato e non nascondo l’impressione avuta dopo l’apertura di Ca’ Noghera seconda sede del casinò di Venezia in aggiunta a Ca’ Vendramin.
Sarebbe scorretto, nel caso indicato, non evidenziare la particolare situazione relativa allo spazio destinato al gioco.
Ma non tutto è accreditabile allo spazio dedicato alla produzione. Prodotti nuovi, ambiente e comodità di accesso hanno prodotto il risultato per cui Venezia era divenuto il primo casinò in Italia. Lo si rileva dalle quote di mercato a datare dal 2001; l’apertura di Ca’ Noghera, se la memoria non mi fa danno, è stata nell’agosto dell’anno 2000, si veda tabella giochi tradizionali e nuovi.
In chiusura mi piace meditare e non è la prima volta e spero non sia neppure l’ultima, sul fatto che l’introduzione di giochi assolutamente nuovi con le carte in regola e da provare, che la reale e concreta possibilità di ampliare lo spazio destinato alla produzione e che la certezza di servizi ed ambiente attrattivi, sono l'optimun per un potenziamento. E mi convinco che è giunto il momento di procedere nel senso che da un pochino di tempo cerco di comunicare scrivendone.
Mi consola di non essere il solo a credere in un simile futuro per le case da gioco, non tanto per il peso raggiunto dall’online che, in ogni caso certifica la notevole domanda di giochi da casinò, quanto per la condivisione a optare per la diversificazione e, ultimamente, per la multifunzionalità.
(N.B.: mercato nazionale in milioni arrotondati)
|
tradizionali
|
nuovi
|
totale
|
slot
|
totale
|
slot/tot.%
|
2000
|
125,926
|
100,661
|
226,587
|
251,130
|
477,717
|
52,57
|
2001
|
122,076
|
106,162
|
228,239
|
297,245
|
524,484
|
56,57
|
2002
|
118,496
|
105,477
|
223,973
|
3086,12
|
532,585
|
57,95
|
2003
|
115,108
|
111,934
|
227,042
|
314,385
|
541,427
|
58,07
|
2004
|
98,740
|
114,480
|
2132,20
|
344,113
|
557,333
|
61,74
|