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Controlli entrate nei casinò: un obiettivo possibile e necessario

07 gennaio 2025 - 09:28

L'analista di gaming Mauro Natta esamina il tema dei controlli sulle entrate nei casinò, indispensabile e ma anche raggiungibile con la giusta metodologia.

Scritto da Mauro Natta
Foto di Centre for Ageing Better su Unsplash

Foto di Centre for Ageing Better su Unsplash

Con un grande interesse e, forse, una insolita curiosità, ho letto su gioconews.it l’articolo dal titolo “Casinò di Sanremo,  Comune: razionalizzazione spese e controlli su entrate”.

Non mi pare  di essere fuori tema se penso si tratti delle entrate tributarie di cui all’articolo 19 del decreto legge n. 318/1986, convertito il legge n. 488/1986 in materia di entrate derivanti ai Comuni di Venezia e Sanremo; per quest’ultimo a seguito del decreto n. 2448/1927.

Sicuramente non mi permetto di entrare sull’argomento della razionalizzazione delle spese in quanto per mettere il naso, mi si scusi l’espressione, nei costi di produzione, poiché ritengo di questo si narri, occorre disporre di elementi e indicazioni contabili che non conosco relative in primis a costi e ricavi di produzione ed altro ancora.

Ragion per cui posso incamminarmi sul discorso entrate tributarie come specificato in precedenza.
È trascorso qualche tempo da quando, cercando notizie in genere sulle case da gioco, sono capitato in un sito nel quale ho trovato le notizie che mi premeva conoscere in ordine ai proventi dei casinò italiani dal 1986 al 2022 e, relativamente alla casa da gioco di Sanremo, molto di più e non soltanto interessante.

Per quanto riguarda i casinò del Paese ho trovato tutte le entrate relative ai singoli giochi per ogni casinò comprese le presenze e la quota di mercato; ciò che riguardava Sanremo, invece, era molto completo comprendendo l’introito gioco per gioco, le mance relative, i contanti rinvenuti nelle apposite cassette, le ore lavorate. Il rapporto tra mance ed introiti, quello tra introiti e contanti, quello tra introito e ore tavolo e, infine, l’incidenza del singolo gioco sul totale  degli introiti.

Salvo un piccolissima aggiunta che spesso e volentieri opero, quella del rapporto tra giochi da tavolo e totale ricavi e con il rapporto tra presenze e ricavi suddivisi tra giochi da tavolo e slot ho potuto constatare una grande somiglianza con quanto ho imparato ad apprezzare in tema di controllo sulla regolarità del gioco e degli incassi.

Non ho alcun dubbio che il lavoro richiamato sia opera di chi, giornalmente, ha accesso ai dati necessari e che sono immessi in un programma che, proprio perché giornaliero, consente un rilevamento periodi più brevi. In modo altrettanto sicuro oso immaginare che, in un certo senso e per determinati costi, si potrebbe utilizzare l’elemento comparativo che da quanto a disposizione possa fornire utili indicazioni al riguardo.

Vorrei fosse estremamente chiaro che quanto precede non vuole suggerire o raccomandare una tipologia di controllo che in buonissima parte già esiste, è solo la costatazione di qualcosa che ho trovato abbastanza recentemente e che non posso esimermi dal lodare pubblicamente.

Chiaramente utilizzo anche altri parametri che non desidero elencare anche perché, facilmente, sono conosciuti da chi ha pensato tale elaborato.

Una particolarità mi ha colpito, il raffronto tra due anni consecutivi esteso a tutti gli argomenti citati. Questo elaborato, allargato ad un periodo più lungo e per mese, potrebbe fornire altri dati interessanti sia per quanto al contenimento dei costi quanto al tema più pregnante del ritorno degli investimenti. 
A ben pensarci il seguire una simile procedura potrebbe fornire, al tempo stesso, un monitoraggio stagionale maggiormente indirizzato alla verifica del rendimento di iniziative mirate alla produzione. 
Non credo sia esagerato utilizzare, in un contesto turistico come la Riviera dei fiori e la particolarità della cittadina di cui trattasi, monitorare senza alcun ulteriore aggravio e impegno l’effetto di determinati investimenti tra i quali comprenderei i servizi specifici relativi alla attività in discorso.

Mi ero proposto di non entrare nell’argomento costi di produzione ma l’occasione di notare il raffronto che ho citato mi ha indotto a successive considerazioni. Rimanendo in argomento mi si consenta richiamare un criterio contabile dal sicuro effetto positivo: la propensione a non eccedere nella indicazione senza particolari attenzioni per la specificità del costo, me lo permetto in quanto sperimentato anche se è facile pensare che già sia in essere.

Chiudendo questo mio intervento mi sento in dovere di porgere le più vive congratulazioni a chi o coloro che hanno creato un programma dalle tantissime possibilità di utilizzo.

La mia lunghissima esperienza di impiegato, amministrativo e tecnico, mi permette una quantità e una qualità di apprezzamenti che  mi tentano di individuare la professione esercitata di chi ha ideato quello che ho cercato di narrare e che rimando a uno prossimo al quale potrò dedicarmi con più tempo disponibile.

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