Sicurezza e innovazione: il Covid-19 spinge i casinò verso una nuova industria
Un'industria fiorente sta nascendo sull'onda della pandemia, basata su sicurezza e tecnologia e orientata a un nuovo appeal.
Ha fatto riflettere, a molti, nel settore dei casinò, la recente dichiarazione di Jeffrey Hamilton, presidente e direttore generale di Mohegan Sun, che nel commentare il particolarissimo periodo che stanno attraversando le case da gioco internazionali nella prova di ripartenza dopo (e durante) la pandemia, ha osservato: "Sono sempre stato un grande sostenitore del cosiddetto 'servizio silenzioso' durante le normali operazioni”, facendo riferimento a tutti quei servizi meno visibili che caratterizzano un'offerta di intrattenimento veramente completa, ma che si rivelano molto efficaci per completare e definire l'attrattività di una location. “Quando penso alla pandemia – ha aggiunto – la sicurezza gioca un ruolo fondamentale rappresentando anch'essa una componente silenziosa”, ma indispensabile per completare l'offerta di gioco in questo momento. Attraverso una maggiore segnaletica, più distributori di sapone, più disinfettanti, e tutte le cose che si possono fare “per far sapere al cliente che si tratta di un ambiente sicuro", ha spiegato il manager. Un'analisi semplice ma particolarmente efficace, poiché propone uno spunto di riflessione non banale, che evidenza come l'offerta delle case sta gioco sta cambiando e dovrà necessariamente cambiare in questa nuova fase, delineando nuovi scenari anche in termini di business.
In questo periodo di totale incertezza, in cui saltano tutti gli schemi e le tradizionali regole comportamentali, che rendono inapplicabili ogni piano di marketing basato sulle normali abitudini e comportamenti dei giocatori, ogni struttura deve reinventarsi, provando a capire e interpretare le nuove tendenze che derivano dalle nuove esigenze e sensibilità del pubblico. Per questa ragione, anche i casinò, spesso riluttanti ad abbracciare le nuove tecnologie, sono ora costretti a prendere il toro per le corna e provare a dominare una situazione di crisi ripensando la propria offerta di gioco e servizi offerti al cliente.
Smith Rosen è una realtà nata dalla pandemia, frutto di un processo di ricerca e sviluppo realizzato durante il lockdown. Ed è qui che la tecnologia si scatena, insieme all'inventiva. Con la parete di separazione delle slot machine di tipo acrilico prodotto dall'azienda, si crea una barriera fisica tra i giocatori. È caratterizzata da un design a tema inciso a laser retroilluminato da luci a Led Rgb (rosso, verde e blu) montate sul perimetro della barriera. Un tergicristallo viene attivato quando un giocatore lascia la postazione e i Led ultravioletti ad alta intensità, che non possono essere visti direttamente, distruggono tutti i germi superficiali sulla partizione.
In questo processo di evoluzione e di nuovi business, al solito, a fare la differenza sono anche le politiche economiche adottate dai singoli governi. Nel Stati Uniti, per esempio, Rosenblatt rivela che alcuni operatori commerciali si rifiutano di accettare che Covid sia ormai parte della loro nuova “vita”. Con le popolazioni tribali che hanno una prospettiva diversa rispetto ai casinò commerciali, preferendo soluzioni permanenti piuttosto che soluzioni tampone, di carattere provvisorio, da utilizzare solo per i prossimi mesi di emergenza sanitaria. Molto di questo deriva dalla legge “Cares”, che rende più facile spendere per misure di sicurezza, attraverso delle agevolazioni statali e sgravi per le imprese.
Eppure la tecnologia svolge un ruolo fondamentale in questa fase, perché le misure base, come l'uso della mascherina e la distanza di sicurezza, da sole non possono bastare in ambienti chiusi. Come nota Rosenblatt, in effetti, l'uso della mascherina ha troppe eccezioni: mangiare e bere, per esempio, com'è inevitabile. "Non puoi socializzare a distanza in un casinò, questa è la realtà. A questa malattia non importa delle eccezioni, non fa sconti a nessuno”. E dove non arrivano le misure base (e, spesso, dove manca il buonsenso delle persone) interviene in supporto la tecnologia, con soluzioni in grado di sanificare in maniera semi-automatica.
LA MANCANZA DI APPEAL SUI GIOVANI – Ma non è tutto. Sì, perché, in questa nuova era delle case da gioco post-pandemia, l'altra sfida globale, oltre alla messa in sicurezza, è quella di rilanciare le location in termini di appeal, andando a rinnovare e rinvigorire l'offerta di intrattenimento, sempre provando a interpretare le nuove attitudini dei consumatori, inevitabilmente cambiate dall'esperienza del lockdown e della pandemia. Senza ristoranti, club e concerti, e dopo una prolungata chiusura, i consumatori hanno perso l'abitudine di recarsi nelle case da gioco. Fermo restando che, in generale, per determinate fasce di pubblico, come quella importantissima dei Millennial, i casinò non sono più di tanto attrattivi in generale. Come rivelato da Jane Bokunewicz della Stockton University in una ricerca specifica in cui emerge che il gioco d'azzardo non è in cima alla lista dei motivi per cui i millennial arrivano ai casinò. Se i giovani frequentano le case da gioco, in genere, è perché ci finiscono attraverso eventi collaterali. Per questa ragione, per far sopravvivere i casinò, si dovranno trovare nuovi modi per invogliare i Millennial e, più in generale, quella generazione che comprende i nati tra il 1982 e il 2004. Prima della pandemia di coronavirus, i casinò hanno cercato di attirare questa generazione, non con slot machine e blackjack, ma con ristoranti alla moda, hot club e concerti. E se i casinò sono tornati a operare, le attività collaterali non si possono ancora realizzare, in molti casi, per il momento. E ciò rende tutto più difficile.
Mike Donovan, vicepresidente senior e direttore marketing dell'Ocean Casino Resort, ha dichiarato che quando i casinò hanno riaperto il primo fine settimana di luglio, ha notato un numero di persone molto più giovane rispetto ai giorni precedenti a Covid-19. Al momento c'è sicuramente una folla più adulta di quanto non ci fosse l'anno scorso, quando avevamo vita notturna, vita diurna e scommesse sportive", ha detto. E lo stesso ha dichiarato Joe Lupo, presidente di Hard Rock Hotel & Casino Atlantic City: "Considerando la restrizione dell'assenza di alcol, fumo e cene al coperto, la visita dei clienti era ovviamente inferiore rispetto allo scorso anno per tutti i dati demografici di tutte le età", ha detto. Ma anche in tempi favorevoli, come detto, i millennial non comprendono un ampio segmento della popolazione dei clienti di giochi. La professoressa Bokunewicz, ha fornito alcune statistiche, basate su numerosi studi condotti presso l'Istituto Levenson per il gioco, l'ospitalità e il turismo, dove ricopre il ruolo di coordinatrice. "I millennial erano maggiormente interessati a ristoranti, bar, happy hour e cose del genere", spiega. “Questi sono i servizi che cercano quando si va fuori per una serata fuori. L'80 percento si rivolge a ristoranti, il 70 percento a bar e lounge, il 66 percento frequenta happy hour e solo il 20 percento i giochi d'azzardo". Con il gioco che nell'elenco dei motivi per andare al casinò per il 42 percento degli intervistati, tra i millennial, si colloca al 21° posto, secondo quanto spiegato da Bokunewicz.
Ai Millennial piacciono anche i casinò, ma sono più interessati all'aspetto sociale rispetto alle altre generazioni, dunque. "Sembra che vogliano farlo in gruppo, anche quando si tratta di qualcosa come giocare alle slot machine".
Ed ecco quindi una motivazione in più, per i titolari delle case da gioco, per rinnovare la propria offerta e puntare, sempre più, alla multicanalità.
Tenendo anche conto che, in una società a così rapida evoluzione come quella attuale, ciò che è vero per i millennial di oggi potrebbe non essere vero domani, con l'avanzare dell'età.
Basta pensare a come ognuno di noi è cambiato nel tempo e come sono cambiati i propri comportamenti, le abitudini e le tendenze, che cambiano molto tra i 20, 30 o 40 anni.
Man mano che le persone invecchiano, anche la loro posizione economica cambia, i loro desideri: per questo l'opportunità di parlare con loro come appassionati di viaggi, buongustai o intrattenitori verso una destinazione turistica che offre anche giochi, si possono sempre aprire. Ed è (anche) su questi aspetti che le case da gioco devono lavorare. Soprattutto oggi.