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David G. Schwartz (Unlv): 'Casinò, reinventarsi per attrarre'

03 agosto 2024 - 10:39

Con il professore David G. Schwartz compiamo un excursus storico sulla “nascita” del Nevada come principale punto di riferimento a livello mondiale per il gioco d'azzardo.

Scritto da Anna Maria Rengo
foto tratta dalla pagina Facebook di David G. Schwartz

foto tratta dalla pagina Facebook di David G. Schwartz

Capitale mondiale dei casinò non si nasce, ma si diventa. Con tutte le ricadute, in questo speciale ci concentriamo sull'aspetto turistico, che ciò comporta. Con David G. Schwartz, professore affiliato di Storia e difensore civico all'University of Nevada, Las Vegas, facciamo il punto sulle circostanze storiche che hanno portato alla legalizzazione dei casinò nello stato Usa.

“Il Nevada legalizzò per primo i casinò nel 1869. Nel 1909 il Parlamento votò per criminalizzare il gioco d'azzardo commerciale - cioè il gioco d'azzardo con un vantaggio della casa incorporato - mantenendo legali i giochi sociali. Questo divieto non fu mai del tutto efficace nel fermare il gioco d’azzardo e, nel 1931, il legislatore votò per legalizzare nuovamente quello commerciale al fine di stimolare l’economia, come avvenne durante la Grande depressione.”

Come ha fatto Las Vegas a diventare, nell'immaginario collettivo ma anche nella realtà, la capitale mondiale dei casinò?

“L'immagine di Monte Carlo diminui man mano che le norme sociali dell'era vittoriana, durante la quale era diventata famosa, svanivano. La crescita di Las Vegas come destinazione di gioco si intensificò negli anni '50 grazie al successo dei casinò resort sulla Strip di Las Vegas, che offrivano gioco d'azzardo e molte altre attrazioni ai visitatori.”

Nell’immaginario collettivo i casinò di Las Vegas erano, soprattutto in passato, luoghi di riciclaggio di denaro, criminalità e prostituzione. Corrispondeva e corrisponde alla realtà?

“Il riciclaggio di denaro è possibile nei casinò e la criminalità e la prostituzione tendono a seguire il denaro.”

Qual è il contributo che i casinò di Las Vegas e quelli del Nevada in generale danno al turismo nello Stato?

“Il gioco nel Nevada è responsabile di un'ampia percentuale di visitatori dello Stato, in particolare se si tiene conto di coloro che visitano i resort con casinò ma non giocano d'azzardo.”

Nel corso dei decenni si sono affermati altri importanti centri di gioco, non solo negli Stati Uniti, pensiamo ad Atlantic City in New Jersey, ma anche nel mondo, come Macao. Ma secondo lei si può fare un paragone tra i casinò di Las Vegas e quelli di Macao oppure l'offerta e la tipologia di clientela sono totalmente diverse?

“I casinò offrono tutti gioco d'azzardo, anche se Macao ovviamente si rivolge maggiormente ai giocatori d'azzardo asiatici grazie alla sua posizione in Asia. Tutti i clienti hanno in comune che vogliono giocare d'azzardo, cenare e divertirsi, anche se tra loro esistono numerose differenze culturali e sociali.”

In che modo Las Vegas rimane attraente e come immagina il suo futuro?

“Las Vegas è rimasta attraente reinventandosi costantemente. Una volta il gioco d’azzardo stesso era una nuova attrazione. Poi la proliferazione dei casinò in tutti gli Stati Uniti ha portato via quella novità, così i casinò resort di Las Vegas hanno aggiunto più servizi non di gioco, in particolare nelle aree della ristorazione e dell’intrattenimento (e, più recentemente, negli sport professionistici) per dare ai visitatori un motivo per volare in altre strutture. È difficile prevedere il futuro perché le condizioni economiche nazionali e globali più ampie sono molto importanti per l’evoluzione della città, quindi non faccio previsioni sul futuro.”

Infine, cosa pensa dell'offerta di gioco della “vecchia” Europa? In qualche misura le strutture europee sono conosciute e in grado di alimentare l’immaginario collettivo degli americani?

“Io personalmente non sono un giocatore d'azzardo, quindi non posso parlare di cosa potrebbe attrarre le persone a giocare d'azzardo in Europa. A questo punto non so se gli americani guardino consapevolmente all'Europa come modello di gioco, anche se a un certo punto alcuni casinò si sono pubblicizzati come 'in stile europeo'."

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