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La chiesa filippina: 'No a casinò nell'isola di Boracay'

05 ottobre 2021 - 09:35

I vescovi filippini si scagliano contro il progetto di casinò nell'isola di Boracay.

Scritto da Mc
La chiesa filippina: 'No a casinò nell'isola di Boracay'

"No ai casinò, no al gioco d'azzardo nell'isola di Boracay". Questo l'appello di sette vescovi delle Filippine, membri delle arcidiocesi di Jaro e Capiz e delle diocesi di Bacolod, San Jose de Antique, Romblon, Kabankalan e San Carlos, contro la costruzione di casinò nella regione.

Come si legge su Vaticannews.va, secondo i vescovi filippini, “l'isola di Boracay è un paradiso dove vivono molte famiglie, dove si promuovonoa l'istruzione e l'imprenditorialità, dove si incoraggia l'occupazione e che rappresenta una buona fonte di sussistenza per la popolazione e, quindi, per le entrate del governo”. Benedetta da "sabbia bianca incontaminata, acque cristalline, flora e fauna abbondanti e una vita marina diversificata", l'isola, sottolineano i vescovi, "è una delle destinazioni di vacanza migliori e più attraenti del mondo".

Pertanto, i vescovi invitano i funzionari pubblici “ad ascoltare la richiesta della nostra gente di mantenere Boracay pulita, sicura, adatta ai bambini e alle famiglie, un luogo da visitare e dove poter trascorrere momenti preziosi con i nostri cari”.

"Diciamo fermamente no ai casinò, no al gioco d'azzardo a Boracay!", esorta la chiesa filippina, "perché tali strutture non solo distraggono e distolgono i visitatori dalla vera bellezza e dal valore di questa amata isola, ma apriranno anche la strada a stili di vita e abitudini distruttive che altereranno e distruggeranno significativamente i preziosi valori, cultura e vita della comunità”. Basti pensare, infatti, a "quante persone e famiglie sono state distrutte a causa del gioco d'azzardo".

Inizialmente respinto nel 2018 dal presidente Rodrigo Duterte, il progetto di costruzione della casa da gioco è stato riapprovato lo scorso agosto. La revoca del veto aprirà effettivamente le porte al Galaxy Entertainment Group, con sede a Macao, che potrebbe investire 500 milioni di dollari. Questo cambio di decisione è stato giustificato dal capo dello Stato da una carenza di fondi nazionali, provocata dalla pandemia.

 

 

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