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Easg 2024, gli stakeholder: ‘I nuovi orizzonti della normalizzazione del gioco'

12 settembre 2024 - 11:52

Le opinioni degli stakeholder del settore all’Easg sul gioco responsabile e le politiche e le azioni che sono necessari per concretizzarlo.

Scritto da Amr

Roma – “Negli ultimi tre anni abbiamo apportato un grande cambiamento nel nostro approccio sul gioco responsabile, per mantenere il gioco come divertimento e come intrattenimento. Abbiamo studiato e creato una campagna, vogliamo sensibilizzare i nostri consumatori”.

Stefania Colombo, sustainability director Igt, United Kingdom, sintetizza così, nel panel “Stakeholders opinion - Fireside chat interview” organizzato oggi, 12 settembre, nell’ambito dell’Easg 2024, il lavoro svolto negli ultimi anni in materia di gioco responsabile. 


Le fa eco il presidente dell’European casino association e Ceo di  Casinos Austria, Erwin van Lambaart: “Il trauma del Covid ha cambiato tutta la dinamica del mercato del gioco. La digitalizzazione dei prodotti è cambiata tanto e questa accelerazione non è finita. Ai casinò piacciono le regolamentazioni, perché vogliamo sapere con chiarezza cosa dobbiamo fare per essere professionali, vogliamo raggiungere il livello che ci si aspetta da noi. In Austria abbiamo parlato con i regolatori, non succede in tutti i Paesi europei, ma dobbiamo essere più proattivi, essere avanti nello sviluppo anziché seguirlo. Noi lavoriamo in un business tradizionale e ci possiamo aiutare con l’intelligenza artificiale”.

Sollecitata sul tema della sostenibilità, di cui peraltro si occupa, Colombo sottolinea: “Bisogna massimizzare gli aspetti positivi. Qualunque azienda non può dimenticare l’impatto e il fatto che dobbiamo preoccuparci che il gioco responsabile sia al centro della nostra strategia. Dobbiamo riuscire a occuparci delle persone durante il business, senza persone non c’è il business, dobbiamo occuparci delle comunità in cui ci troviamo, dobbiamo fare sì che i partner siano in linea con i nostri valori, occuparci anche del cambiamento climatico”.


Van Lambaart viene invece chiamato a esprimersi sul “monopolio”: “A livello di business è positivo, ma anche sul gioco responsabile. Non sono contro o a favore in linea di principio, ma bisogna guardare le politiche del mercato e come si sono evolute negli ultimi anni. In Austria abbiamo un monopolio su lotterie e online, e un semi-monopolio per i casinò, ma c’è anche una larga quota di mercato illegale nell’online”.

Quanto alla normalizzazione del gioco, si tratta di un auspicio che van Lambaart interpreta così: “Io penso che noi mettiamo la nostra industria in una sorta di scatola nera dicendo che è losca, ma si basa su licenze. Noi dobbiamo distinguere tra chi opera con licenza e chi no. È il mercato non regolamentato che rappresenta un problema, soprattutto quello online. E questo mercato è enorme: miliardi e miliardi di euro ogni anno. Ho parlato con Europol per far sì che tutti lottiamo, assieme, contro l’illegalità”.

Monika Racek, Ceo Admiral Casino & Entertainment, afferma: "C'è bisogno di regolamentazione sul gioco responsabile, ma il divieto non è una regolamentazione. Dove le slot sono vietate c'è chi ci gioca illegalmente e ci sono clienti che non sanno nulla delle misure sul gioco responsabile. Per me è importante dire che in Austria se vogliamo avere un livello di base di protezione dei giocatori, l'operatore è responsabile".

Arjan van ‘t Veer, segretario generale di European Lotteries,si esprime sul divieto totale di pubblicità, ritenendolo "dannoso. Aiuta soltanto l'illegalità, è pericoloso, non è nell'interesse dei giocatori e della società. Ci sono giochi più a rischio di altri, non dobbiamo vietarli del tutto ma semmai adottare delle misure, come la distanza dalle scuole. Per le lotterie un approccio basato sui rischi è importante sulla pubblicità, è importante annunciare il jackpot e quando ci sarà l'estrazione. Serve un approccio basato sui rischi, anche nella regolamentazione, e va poi monitorato".

Nel parlare di regolamentazione del gioco, Racek porta l’esempio di una regione dell’Austria che ha stabilito che si possa giocare solo tre ore al giorno: “Ma non c’è uno studio dietro questa decisione del regolatore. C’è invece bisogno di ricerca, oltre che di collaborazione”.


Il segretario di El aggiunge: “Abbiamo un programma di certificazione per poter essere membri, abbiamo un quadro sul quale lavoriamo di continuo. Dimostriamo al regolatore che lavoriamo sui programmi e sui giochi da portare sul mercato, abbiamo tanti membri, abbiamo bisogno di una visione esterna per poter operare”.

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