Casinò e riciclaggio: il compito e l'attesa della legge
Ci sono molti strumenti utili per combattere il potenziale rischio di riciclaggio nei casinò, ma una legge organica è il primo.
Casinò e riciclaggio. È possibile che avvenga ancora ma vi si può porre un argine forse non completo e definitivo ma, certamente rilevante.
Allora mi si chiederà come intervenire.
La prima cosa da fare è una legge organica che, al momento, manca e il Parlamento ne è a perfetta conoscenza dopo gli inviti a legiferare da parte della Corte costituzionale.
La normativa dovrebbe comprendere le disposizioni inerenti l’Albo dei gestori con tutte le qualità indispensabili per farne parte. Iniziando con le caratteristiche morali a finire con l’impossibilità di cedere le azioni nominative a chiunque non abbia quanto richiesto per essere gestore. Ma vorrei spingermi sino alla cessione mortis causa resa impossibile se non a determinate condizioni; non mi avventuro in materie che non conosco. Ritengo che sia possibile stabilire quanto necessario.
In seconda battuta credo che l’istituzione della Polizia dei giochi sul tipo di quella francese sia un provvedimento indispensabile in quanto orientato a una tipologia riguardate la contabilità, i materiali usati per il gioco ed il controllo sulla regolarità del gioco e degli incassi, un controllo da abbinarsi a quello esercitato dai rappresentanti della proprietà stante la natura giuridica delle entrate di cui trattasi.
Tanto per fare un esempio se non esistono controlli può succedere che a fine settimana la provvista di contanti che si fa in banca possa essere sostituita con banconote di altra provenienza; questo va impedito. Sul come si esprimerà chi di competenza.
La casa da gioco cambia assegni ai giocatori meritevoli del servizio, se questi vincono devono essere obbligati a ritirare il loro titolo di credito o, quanto meno, a decurtarlo. Così operando si tengono sotto controllo tutte quelle operazioni che potrebbero rientrare nel riciclaggio conto tenuto della qualità del versamento in banca prima dell’operazione in discorso.
Ma se vogliamo andare più in profondità potremmo istituire l’Albo dei croupier con la descrizione di quanto è indispensabile per farne parte.
Su tutto una certezza: la gestione, sia essa affidata ad un società per azioni a capitale pubblico, privato o misto, non potrà essere rappresentata da azionisti se non con le qualità di cui all’Albo dei gestori che non potrebbe essere, a mio avviso, una società per azioni a socio unico.
La proprietà non può che essere pubblica!
Il management della società di gestione dovrà, obbligatoriamente, avere qualità quali professionalità, provata esperienza e curriculum adeguato oltre alle qualità morali richieste per ricoprire un determinato ruolo.
In buona sostanza, se da una parte si può ammettere che il riciclaggio è teoricamente possibile in una casa da gioco, si può credibilmente pensare che con i dovuti accorgimenti questo fenomeno si può attenuare in modo notevole.
Quanto precede non rappresenta altro che alcune modalità di come intervenire con una legge che può ridurre drasticamente le occasioni di riciclaggio nelle case da gioco terrestri. Probabilmente in passato certi episodi possono essere avvenuti ma, ora, si presentano sempre nel settore del gioco ben altre e più agevoli strade, specialmente in un settore che in un mese riesce a movimentare cifre che i casinò terrestri non riescono a vedere in un anno.
Al termine non si può, per mio conto, non convenire con le conclusioni di Ranieri Razzante, intervistato qualche tempo fa da Gioconews.it. Nel contempo, rischiando di apparire noioso, non mi stanco di insistere sulla necessità che un legge organica in tema di case da gioco terrestri sia approvata in Parlamento così da porre fine a tante allusioni fatte in passato che forse potevano essere scongiurate. Certi fatti accaduti, probabilmente, erano probabilmente evitabili.
Ecco le parole che mi hanno ispirato quanto mi sono sentito di scrivere: “Il mito che casinò terrestri come luoghi di riciclaggio è sfatato ma il professor Razzante mette in guardia sui rischi di illegalità che si corrono specie sulle piattaforme online estere”.