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Fidanza (FdI): 'Un accordo quadro per Campione d'Italia'

14 settembre 2024 - 10:53

L'eurodeputato Carlo Fidanza analizza la situazione dell'exclave in terra svizzera a oltre due anni dalla riapertura del Casinò e delinea le priorità di Fratelli d'Italia.

Scritto da Anna Maria Rengo
foto tratta dalla pagina Facebook di Carlo Fidanza

foto tratta dalla pagina Facebook di Carlo Fidanza

Un impegno in prima persona al Parlamento europeo e uno sguardo sempre attento sulle vicende politiche italiane, fino a quelle di Campione d'Italia e alle sue molteplici e intricate problematiche, sulle quali è intervenuto anche nella campagna elettorale che l'ha infine portato alla rielezione, per la terza volta, in Europa.

Il nostro colloquio con l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Carlo Fidanza, nell'intervista pubblicata sul numero di settembre della rivista Gioco News, parte proprio da qui: come commenta l'esito delle recenti elezioni europee e quale Europa avremo a Strasburgo nei prossimi anni?

“Il voto di giugno ha visto la crescita in tutta Europa dei movimenti di destra e centrodestra, a dimostrazione di quello che diciamo da tempo: le politiche della sinistra rosso-verde in Unione europea hanno fallito e i cittadini lo hanno espresso in maniera molto chiara. Purtroppo però quello che è successo dopo il voto ha tracciato un solco profondissimo tra il volere degli elettori e il 'palazzo', che si è riorganizzato per continuare come se nulla fosse. C’è però da dire una cosa: in Aula e nelle Commissioni parlamentari, nei prossimi cinque anni, avremo molti più europarlamentari di destra e centrodestra rispetto al passato, e questo può solo essere un bene. Il gruppo dei Conservatori a cui apparteniamo, in questo schema sarà fondamentale: a Bruxelles si vota sui singoli provvedimenti e noi dovremo essere in grado di formare – di volta in volta – maggioranze diverse che guardino più al pragmatismo e meno all’ideologia.”

Il Governo italiano e in particolare Fratelli d'Italia escono rafforzati da questa kermesse elettorale?

“Fratelli d'Italia ha raggiunto il suo massimo storico dopo quasi due anni di Governo in condizioni a dir poco proibitive, dimostrando una grande vitalità e consacrando una volta di più la leadership straordinaria di Giorgia Meloni suffragata da milioni di preferenze personali. E lo ha fatto non a discapito degli altri partiti della maggioranza, che anzi sono entrambi cresciuti. Nessun altro governo dei grandi Paesi europei ha visto uscire i partiti della propria maggioranza così bene e oggi il governo Meloni è di gran lunga il più stabile e coeso tra i grandi d’Europa. Il paragone con il tracollo di Macron e Scholz è addirittura impietoso. Con i nostri 24 eurodeputati siamo ovviamente la più grande delegazione italiana, la più numerosa del nostro gruppo dei Conservatori europei e la terza più numerosa di tutto l’Europarlamento. Abbiamo eletto un vicepresidente del Parlamento e sette vicepresidenti di Commissione parlamentare, dimostrando di essere una destra di governo forte e rispettata a Bruxelles. Siamo soltanto all’inizio, ora ci stiamo strutturando per essere capaci di incidere al meglio nel lavoro parlamentare, di sponda con il nostro governo che difende molto bene gli interessi italiani in Consiglio.”

Ritiene che la scelta di FdI di non sostenere Ursula von der Leyen potrebbe danneggiare l'Italia e in particolare il suo partito?

“Assolutamente no. Intanto, dobbiamo ricordare che già cinque anni fa Fratelli d’Italia non votò Ursula von der Leyen e che siamo rimasti fuori dalla cosiddetta 'maggioranza Ursula' anche una volta andati al governo. Eppure, con buona pace della sinistra disfattista, da quando Giorgia Meloni si è insediata a Palazzo Chigi l’Italia è tornata protagonista in Europa. Questo perché l’Italia è una grande Nazione e oggi ha un governo serio, stabile e credibile che sa farsi ascoltare. Questo è avvenuto ad esempio su temi per noi fondamentali come la difesa dei confini dall’immigrazione irregolare che ha portato l’Ue a siglare importanti accordi con Tunisia ed Egitto, fortemente richiesti dal nostro governo. Ciò non ci ha impedito di criticare aspramente la deriva ideologica green che ha pervaso le politiche del primo mandato Von der Leyen. Purtroppo, di fronte ai gravi cedimenti programmatici verso i Verdi, non potevamo che votare contro un secondo mandato. Non per una questione personale nei confronti della presidente Von der Leyen ma per evidenti ragioni di coerenza politica, che è la cifra distintiva di FdI e di Giorgia Meloni. I Dem che oggi ci accusano strumentalmente di aver isolato l’Italia con il nostro voto, sono gli stessi che minacciavano di non votare Von der Leyen se si fosse azzardata a dialogare con Meloni anziché con i Verdi. Dovremmo quindi dedurne che sono stati proprio loro a lavorare per l’isolamento dell’Italia? Per fortuna le dinamiche europee non funzionano così e nessuno può permettersi di isolare l’Italia.”

Quali sono le sfide che il Governo di centrodestra deve affrontare nei prossimi mesi?

“Lo ha ricordato proprio Giorgia Meloni poche settimanei fa, tracciando un bilancio di questi primi due anni di Governo: tanto è stato fatto ma tanto ancora ci resta da fare. A partire dalle riforme istituzionali: premierato, autonomia e giustizia giusta non sono cavilli istituzionali ma vere e proprie rivoluzioni per garantire all’Italia la stabilità e la forza che le mancano da troppi decenni. Sul piano economico, la strada tracciata è quella giusta: siamo il Paese che cresce di più tra i principali dell’Ue, abbiamo raggiunto il record di occupazione e ridotto l’inflazione fino ad essere la nazione col tasso più basso tra tutti i Paesi del G7. Ora occorre completare la riforma fiscale, che l’Italia attende da oltre cinquant’anni, dando più forza al ceto medio che ha pagato un prezzo altissimo alle crisi. E dobbiamo poi continuare a lavorare sulla nostra centralità nel Mediterraneo e nel Nordafrica, sviluppando il Piano Mattei per fermare l’immigrazione irregolare e garantire alla nostra nazione la sovranità energetica.”

Molto attento al territorio, lei si è occupato anche di Campione d'Italia. Come valuta la situazione attuale dell'enclave a due anni dalla riapertura del Casinò?

“Campione ha sempre i soliti problemi. La sanità, la questione rifiuti, il costo del personale comunale… Da tempo riteniamo sia utile, se non necessario, pensare a un 'accordo quadro' per Campione d’Italia in grado di affrontare tutte le criticità indicando una soluzione organica e globale che consideri l’extraterritorialità. I soggetti coinvolti, anche oltre confine, non sono pochi, ma questa è la strada.”

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