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Mînzatu: 'Licenziamenti per ritorsione in casinò non rientrano in direttiva Ue'

21 dicembre 2024 - 11:29

La vicepresidente della Commissione europea Roxana Mînzatu evidenzia l'esclusione dei licenziamenti per ritorsione dall'ambito applicativo delle direttive Ue.

Scritto da Mc
foto tratta dalla pagina Facebook di Roxana Minzatu

foto tratta dalla pagina Facebook di Roxana Minzatu

“L’Unione europea promuove il dialogo sociale per migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori e riconosce il ruolo delle parti sociali, nel rispetto della loro autonomia. Il funzionamento del dialogo sociale nazionale, compreso quello del quadro di contrattazione collettiva, rientra nella responsabilità primaria degli Stati membri. La Commissione si impegna a monitorare l’applicazione e l’attuazione del diritto dell’Ue da parte degli Stati membri. La competenza della Commissione per far rispettare le convenzioni internazionali è generalmente limitata ai settori in cui l’Ue ha competenza esclusiva o in cui l’Ue ha adottato una legislazione pertinente. Il diritto del lavoro dell’Ue non disciplina le condizioni sui licenziamenti individuali. La direttiva sui licenziamenti collettivi contiene norme sui licenziamenti collettivi, obbligando i datori di lavoro a informare e consultare i lavoratori e a notificare all’autorità pubblica competente. La Grecia ha recepito tali norme nel diritto nazionale e le autorità nazionali competenti e i tribunali nazionali devono garantire che un singolo datore di lavoro rispetti le disposizioni nazionali pertinenti. La direttiva sulla parità di trattamento in materia di occupazione proibisce la discriminazione nell’occupazione, anche per quanto riguarda le condizioni di lavoro, i licenziamenti e la retribuzione. Il divieto riguarda la discriminazione basata sulla religione o sulle convinzioni personali, sulla disabilità, sull’età o sull’orientamento sessuale. La Corte di giustizia dell’Unione europea (Cgue) ha chiarito che l’ambito di applicazione della direttiva non può essere esteso alla discriminazione per motivi diversi da quelli elencati in modo esaustivo. La Cgue ha inoltre aggiunto che la direttiva 'non riguarda le convinzioni politiche o sindacali'. Alla luce di ciò, la situazione descritta dall’onorevole parlamentare non sembra rientrare nell’ambito di applicazione di questa direttiva”. 

Con queste parole la parole della vicepresidente esecutiva della Commissione europea per i diritti sociali e i posti di lavoro Roxana Mînzatu ha risposto all'interrogazione presentata dall'europarlamentare greca Maria Zacharia (Ni) avente per oggetto “Licenziamenti per ritorsione dei dipendenti e dei loro rappresentanti da parte di Casino Thraki”.
Nella stessa, a ottobre, l'eurodeputata affermava: “Dall’inizio del 2024, il Casino Thraki si è rivoltato contro i suoi dipendenti nel tentativo di impedire loro di intraprendere azioni sindacali. Questo perché hanno segnalato il casinò alla Hellenic Gaming Commission affermando che non erano assicurati dal 2023 nonostante avessero lavorato normalmente, un reato punibile dalla legge con la revoca della licenza dell’attività per un periodo di due mesi. Tuttavia, la legge non è stata applicata.

Dall’inizio del 2024, in un atto di intimidazione e ritorsione, il casinò ha licenziato 27 dipendenti, tra cui sei dei sette membri del comitato esecutivo del sindacato, il presidente e il segretario generale. Gli individui licenziati non possono nemmeno richiedere l’indennità di disoccupazione perché non sono assicurati. Vengono violate le seguenti direttive: 2002/14/CE (quadro per l’informazione e la consultazione dei lavoratori), 98/59/Ce (licenziamenti collettivi) e 2000/78/Ce (parità di trattamento nell’occupazione); articolo 11 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (libertà di riunione e di associazione); articolo 28 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE (diritto di sciopero); e Convenzione 135 dell’Organizzazione internazionale del lavoro (protezione offerta ai rappresentanti dei lavoratori).

In considerazione di ciò: in che modo la Commissione garantirà che la Grecia rispetti le normative internazionali e dell’Ue affinché i licenziamenti possano essere revocati e i relativi contributi previdenziali nazionali versati per intero? Come proteggerà i lavoratori europei dai datori di lavoro disonesti?”, questi i quesiti posti, che hanno ottenuto una risposta probabilmente diversa dalle attese.

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