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Ippicoltura, gli allevatori: 'Più considerazione dei cavalli sportivi'

01 ottobre 2020 - 10:48

Proposta di legge sull'ippicoltura sotto la lente della XIII commissione della Camera: ascoltate le associazioni di categoria, tutte le richieste sul tavolo.

Scritto da Mr

 

Uniformare quanto più possibile l'ippicoltura, indipendentemente dalla destinazione finale del cavallo e farlo in fretta; che l'animale cioè sia da carne o sportivo, l'attività agricola dell'allevamento sia riconosciuta come tale anche e soprattutto dal punto di vista fiscale e previdenziale. Queste le principali richieste delle associazioni Ang, Anac e Anct (rispettivamente Associazione nazionale galoppo, Associazione nazionale allevatori cavalli purosangue e Associazione nazionale allevatori cavalli trottatori), ascoltate dalla commissione Agricoltura della Camera nella giornata di mercoledì 30 settembre.

"Stop alle disparità di trattamento": questo il monito lanciato all'attenzione dell'organismo parlamentare che ha incardinato l'esame della proposta di legge della deputata Maria Chiara Gadda di Italia viva, "anche perché - osserva la numero uno dell'Ang, Isabella Bezzera - un cavallo da vita, fino a prova contraria, comporta anche maggiore manodopera e più ampio indotto collegato alla filiera".

L'audizione è stata notevolmente apprezzata dalle associazioni collegate in videoconferenza con i membri della commissione: "Finalmente - commentano - qualcuno ha interesse ad ascoltare gli addetti ai lavori prima di legiferare definitivamente". "Il nostro coinvolgimento - dichiara Bezzera a Gioconews.it - è essenziale, come lo è la legge in questione". "Una legge - aggiunge il presidente Anac Massimo Parri - tesa a fare chiarezza normativa e speriamo anche a superare le fortissime disparità in termini di aliquote Iva, tra la vendita di puledri sportivi e quella di animali destinati all'alimentazione; in un caso parliamo del 22%, nell'altro del 10% e questo purtroppo tende a favorire il cosiddetto sommerso". Concorda Bezzera.
 
Il settore è da lungo tempo in forte crisi, oggi rischia l’estinzione, e richiede certamente un intervento strutturale che però dia definitive risposte quasi nell’immediato, difficilmente tollerando i tempi dell’emanazione di decreti delegati, che potrebbero arrivare troppo tardi”. Così si è espresso in audizione Ubaldo La Porta, presidente dell'Associazione nazionale allevatori cavalli trottatori che, ringraziando “per la spiccata sensibilità manifestata per mezzo dell’atto in discussione e per l’invito al confronto democratico e aperto sul suo contenuto” ha detto altresì: "Il successo dell’iniziativa parlamentare passa, a nostro avviso, attraverso il riconoscimento all’allevamento del cavallo (indipendentemente da qualunque considerazione circa la sua destinazione finale) di assoluta centralità nel complessivo progetto di riforma. L’intervento legislativo - aggiunge La Porta - è necessario e va perseguito con convinzione nella direzione primaria di affermare che l’allevamento di cavalli, di qualunque razza e indipendentemente dalla loro destinazione, è attività agricola".
 
Un concetto fondamentale come si evince dalle parole di Parri (Anac), raggiunto telefonicamente da Gioconews.it: "La proposta di legge è molto interessante, la sua approvazione contribuirebbe in maniera determinante a riorganizzare la normativa che attualmente non è molto chiara e aprirebbe, speriamo, anche alla possibilità, da parte di chi alleva cavalli sportivi di accedere ai fondi europei e a tutti i piano di sviluppo regionale del caso. Di base - osserva - il fatto che la Politica si sia messa in ascolto, trovo che sia un atteggiamento corretto e costruttivo. Resta inteso - conclude - che il provvedimento esula comunque dall'altrettanto attesa e fondamentale riforma del settore ippico".
 
Il riferimento è anche e soprattutto alla gestione, da parte del Mipaaf, dalla soppressione dei due enti Unire e Assi: "Non è una questione di negligenza - spiega ancora il presidente Anac - ma il ministero in quanto tale è soggetto a meccanismi burocratici farraginosi". Lo dimostrano in effetti i ritardi nei pagamenti che hanno recentemente spinto gli operatori a manifestare.
 
In questo senso, qualche speranza per i diretti interessati è appesa ad alcuni emendamenti in materia, presentati in sede di esame del ddl di conversione in legge del decreto Agosto. "Speriamo- commenta Bezzera -, perché nei mesi precedenti siamo arrivati a sentire proposte, dal nostro punto di vista, fuori da ogni logica, come quella di passare sotto il Coni. Scontiamo già tempi e tecnicismi complessi col Mipaaf, il Coni sarebbe sata la nostra rovina. Quello attuale, peraltro, è stato un anno terribile; speriamo che venga almeno confermato lo stesso montepremi per il 2021 e che ci sia effettivamente spazio anche per noi tra i beneficiari di misure per il rilancio.
 

 

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