Coronavirus, nuovo decreto di Conte: 'Stretta su esercizi pubblici, chiusi bar e ristoranti'
Il premier Giuseppe Conte firma nuovo decreto per il contenimento del Coronavirus, fino al 25 marzo chiusi bar e ristoranti, aperte edicole e tabaccherie. Fabbriche in funzione nel rispetto dei protocolli di sicurezza.
Diventano ancora più restrittive le misure varate dal Governo per il contenimento del Coronavirus.
Con un decreto del presidente del consiglio pubblicato nella serata di ieri, 11 marzo, si allunga la lista delle attività che dovranno restare chiuse. Al momento fino alla data del 25 marzo.
Fra loro non ci sono le tabaccherie, ormai rimasto unico "baluardo" dell'offerta di gioco vista la chiusura delle sale fino al 3 aprile decisa già domenica scorsa e, sempre da ieri, anche la serrata imposta ai bar.
Ma vediamo, nel dettaglio, cosa prevede il nuovo decreto, consultabile integralmente a questo link, allegati compresi.
Inoltre, sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, che garantiscono la distanza di sicurezza interpersonale di un metro.
Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l'attività di confezionamento che di trasporto". Restano, altresì, aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande posti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situati lungo la rete stradale, autostradale e all'interno delle stazioni ferroviarie, aeroportuali, lacustri e negli ospedali garantendo la distanza di sicurezza interpersonale di un metro.
Sono sospese le attività inerenti i servizi alla persona (fra cui parrucchieri, barbieri, estetisti). Restano garantiti, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, i servizi bancari, finanziari, assicurativi nonché l'attività del settore agricolo, zootecnico di trasformazione agro-alimentare comprese le filiere che ne forniscono beni e servizi".
Le Regioni possono ridurre o sopprimere le corse dei trasporti pubblici locali mentre il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti può ridurre o sopprimere i servizi automobilistici interregionali e di trasporto ferroviario, aereo e marittimo, sulla base delle effettive esigenze e al solo fine di assicurare i servizi minimi essenziali.
Le pubbliche amministrazioni assicurano lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative in forma agile del proprio personale dipendente e individuano le attività indifferibili da rendere in presenza".
Stessa ratio per le attività produttive e professionali, con la sospensione del lavoro nei reparti aziendali non indispensabili alla produzione e il rispetto di "protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non fosse possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, con adozione di strumenti di protezione individuale".