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Amusement, un appello anche all'Europa per 'uscire' dal Tulps

29 maggio 2024 - 16:02

In un incontro con l'europarlamentare Rosanna Conte i rappresentanti del settore amusement italiano evidenziano le difficoltà del settore, legate a una legislazione arretrata che paragona i comma 7 ai giochi con vincita in denaro.

Scritto da Dd

"Vengono richieste documentazioni che le aziende estere non vogliono fornire, altre aziende sono introvabili, omologare un gioco per noi ormai è impossibile."

È con un grido di allarme che Vanni Ferro, presidente di New Asgi, apre l'incontro realizzato dagli Stati generali dell'Amusement con l'europarlamentare Rosanna Conte (Lega). 

L'incontro, che fa parte di una serie di colloqui con rappresentanti della politica italiana ed europea ai quali il settore presenta le proprie istanze, è stato realizzato nel pomeriggio di oggi, 29 maggio, a pochi giorni ormai dall'appuntamento con le urne per il rinnovo delle cariche comunitarie.

Il settore dell'Amusement, forte di 60mila addetti tra diretti e indotto suddivisi in qualche centinaio di imprese, 200 delle quali (circa il 65 percento delle principali) in attività da oltre 30 anni, ogni anno crea un fatturato stimato in circa 250 milioni di euro annui. Lo ricorda Michele Carucci, del gruppo Dedem, nelle vesti di moderatore dell'incontro.

Dopo la sua introduzione l'intervendo di Ferro che parla di una "situazione disperata. Fino al 31 dicembre stiamo procedendo in proroga, ma sembra che l’attuale dirigente non voglia procedere con una nuova proroga, quindi non sappiamo ancora dove andremo a finire. Non si importano macchine nuove", spiega Ferro, "mentre tutto il parco macchine ante 2021, circa il 60 percento di quello attuale, si andrà a spegnere, in quanto i gestori, per legge, in Italia non possono omologare."

I motivi? "Vengono richieste documentazioni che aziende estere non vogliono fornire, anche per ragioni di privacy, mentre altre aziende, a distanza di molti anni, sono ormai introvabili. Oomologare un gioco, in Italia, è quasi impossibile. Ci era stata promessa una omologa light, ma ad oggi tutto sta tacendo."

Ricorda, Vanni Ferro, che sono solo 428 le certificazioni presentate, tra le quali ve sono alcune che manco servivano (per calcetti e dondolanti), questo a fronte di 34mila certificazioni che devono ancora essere omolgate. "Di questo passo serviranno almeno 25 anni per mettersi in regola", mentre "anche gli enti certificatori stanno abbandonando il settore, dato che qui non trovano un accordo con l'Agenzia dogane e monopoli".

"Pensiamo che solo la Comunità europea possa aiutarci", chiosa Ferro, "ma non per toglierci le regole, bensì per avere regole nuove."

A Ferro replica subito Rosanna Conte, per la quale quelle dell'amusement non sono tematiche nuove. "Dispiace constatare che a distanza di molti mesi non ci siano state novità significative al di là delle proroghe. Le proroghe hanno certamente dato respiro, ma servono soluzioni a lungo termine, che possano garantire gli investimenti. Seguo la questione da anni", spiega l'europarlamentare, "avevo indirizzato anche una interrogazione alla commissione europea", poi annuncia che "pochi giorni fa ho scritto a Giorgetti, per capire a che punto è la situazione: ho riportato la problematica dell’omologazione di decine di migliaia di apparecchi, e anche il fatto che alcune omologazioni dovrebbero essere fatte da case ormai inattive da tempo, attendo la risposta, che sarà poi mia cura condividere."

Interviene quindi Marco Raganini, di Ambi, in rappresentanza dei bowling italiani, il quale sottolinea che "noi, fino a ora, abbiamo avuto un percorso lunghissimo, in quanto è dal 2021 che abbiamo avviato questa comunicazione con Adm. Poi il cambio ai vertici ci ha costretti a iniziare tutto da capo. A livello politico purtroppo facciamo fatica a farci conoscere con la nostra problematica, ma sono convinto che i nostri locali abbiano una importanza notevole. Grazie ad Asgi è stato fatto uno studio dall’università di Roma che ha accertato come il nostro settore, senza vincita in denaro, non porti alla ludopatia. Ora la politica deve darci una mano perché i monopoli possono fare cambiamenti fino a un certo punto, poi va modificata la normativa che rischia di compromettere sicuramente le imprese, soprattutto quelle più piccole."

Evidenzia il fatto che "il settore nostro ha normative vecchie" anche Sergio Milesi, delegato sezione puro intrattenimento di Astro. "Si tratta di un settore che deve essere smarcato. Non è un settore pericoloso, è ora di non associare più le nostre attività a quelle con vincita in denaro. A livello europeo c’è la Spagna, dove già tutte le attrezzature vanno in autocertificazione. Necessitiamo di un alleggerimento di tutte le norme, ad oggi la nostra funzione è sociale, portiamo le famiglie fuori di casa, in luoghi di aggregazione, in questo il legislatore dovrebbe supportarci. Logicamente le nostre sono anche attività imprenditoriali, quindi devono avere dei parametri di redditività, ma sono anche attività sociali. Necessitiamo di una deregolamentazione perché è impossibile continuare a paragonare le nostre attrezzature a quelle con vincita in denaro."

Francesco Badolato, avvocato, rappresentante di Sapar, rimarca "l’importanza che se a livello europeo uscisse fuori una direttiva che indichi chiaramente che il puro intrattenimento non può essere soggetto al Tulps sarebbe un grosso passo in avanti. Tutti gli apparecchi prodotti prima del 2003", spiega, "hanno anche questi una direttiva che va a scadere a dicembre 2024, qui sono tutti apparecchi non omologabili, perché tante aziende ormai non ci sono più, anche se possono vivere ancora a lungo.

Tiziano Tredese, del Consorzio Fee, racconta come sia impossibile, al momento, importare nuove macchine in Italia. "In Cina del settore si occupano ministero della Cultura, dello Sport e del Turismo, e anche a Londra il gioco è gestito dal ministero del Turismo e dello Sport. Solo noi qui in Italia siamo gestiti da dei poliziotti, che immagino avrebbero anche cose più importanti da fare."

E spiega l'incredubilità delle sales manager straniere, che non comprendono quali siano le ruote e i rulli vietati in Italia. "Noi dobbiamo fermarci", aggiunge Tredese, "perché giunti a questo punto il resto del mondo ci prende in giro. Stiamo omologando oggi giochi vecchi da 20 anni, il nuovo da noi è da 3 anni almeno che non arriva.

Maurzio Crisanti, di Anesv, spiega che il problema si presenta anche per gli spettacoli viaggianti, perché "anche noi abbiamo apparecchi automatici nei luna park e nei parchi di divertimento. È evidente che va rimarcata la forte caratterizzazione delle nostre attività senza vincite in denaro, rispetto a quello con vincite in denaro che ha bisogno di regolamentazione diversa. Tutti gli esercenti che rappresentiamo sono consapevoli della delicatezza di ospitare famiglie e bambini. Il nostro è un bel settore che una regolamentazione poliziesca sta avvicinando a un altro settore, come quello con vincita in denaro."

Chiosa Vanni Ferro, ricordando laconicamente che "non possiamo vivere di proroghe, contiamo su di voi in Europa", mentre Rosanna Conte conferma di aver preso nota di tutte le istante, sia a livello nazionale sia a livello europeo e conferma alla categoria: "avete un importantissimo ruolo sociale, che occorre difendere e ribadire."

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