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Corte dei conti, Relazione rendiconto generale Stato 2023: il ruolo del gioco

05 luglio 2024 - 16:08

Nella Relazione sul rendiconto generale dello Stato del 2023 della Corte dei conti largo spazio al gioco: le entrate totali - + 3,6% sul 2022 - costituiscono – lo 0,6% circa del Pil, l’1,9% delle entrate tributarie e il 3,9% delle imposte indirette.

Scritto da Redazione
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Le entrate da giochi nel 2023 registrano un lieve incremento, poco meno di mezzo miliardo, a fronte di un considerevole aumento (circa 11,5 miliardi, pari all’8,5 percento) della raccolta lorda, arrivata a quasi 148 miliardi.

Tali dati campeggiano nella Relazione sul rendiconto generale dello Stato del 2023 certificato dalla Corte dei conti.

 

I CONTI DELLO STATO E LE POLITICHE DI BILANCIO - Le entrate del gioco del lotto, anch’esse in lieve flessione, sono conteggiate dal 2023 nel Titolo II. Le tasse e imposte da attività di gioco, seppur con un gettito modesto, registrano, rispetto al 2022, un incremento dell’8,1 percento per accertamenti e riscossioni, e del 7,7 per cento per i versamenti.

Le entrate del Titolo II riscosse complessivamente nell’esercizio 2023 rappresentano il 13,1 percento delle entrate finali. La quota più rilevante proviene da alcune voci con riscossione superiore ai 5 miliardi e, in particolare: dai “proventi derivanti dalla vendita dei biglietti delle lotterie nazionali ad estrazione istantanea” (capitolo 2531), con riscossioni totali pari a circa 13,5 miliardi, dai “contributi a fondo perduto erogati dall’Unione Europea per l’attuazione del dispositivo di ripresa e resilienza” (capitolo 3515), per un importo pari a 10 miliardi; seguono quelle rivenienti dalle entrate eventuali e diverse del Ministero dell’economia e delle finanze già di pertinenza del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica (capitolo 2368), con riscossioni totali per 9,2 miliardi, dai “proventi derivanti dal gioco del lotto e dagli altri giochi numerici a quota fissa (capitolo 1801), con riscosso totale di 8,4 miliardi, e dal rimborso dovuto dagli enti territoriali (capitolo 3465), per un importo di 5,8 miliardi.

 

LA GESTIONE DEI GIOCHI - Nel 2023 le entrate da giochi hanno fatto registrare un lieve incremento, poco meno di mezzo miliardo, a fronte di un considerevole aumento (circa 11,5 miliardi, pari all’8,5 percento) della raccolta lorda, arrivata a quasi 148 miliardi.

Sottraendo alla raccolta lorda l’importo delle vincite (ritirate o meno) si ottiene la “spesa” netta totale degli italiani per il gioco, che nell’esercizio 2023 è risultata pari a 20,7 miliardi, superiore di 300 milioni a quella dell’esercizio precedente.

Le vincite ammontano a 127 miliardi, con incremento di più di 11 miliardi (+9,8 percento) rispetto al 2022 e rappresentano una quota dell’86 percento della raccolta complessiva.

Le entrate totali derivanti dalla gestione dei giochi (11,6 miliardi, con un incremento del 3,6 percento rispetto all’anno precedente) costituiscono – sulla base dei dati del Def 2024 - lo 0,6 percento circa del Pil (2.085,4 miliardi), l’1,9 percento delle entrate tributarie (617,2 miliardi) e il 3,9 percento delle imposte indirette (294,7 miliardi).

Il rendimento erariale del settore (ossia le entrate), misurato in relazione alla raccolta lorda dell’anno, ammonta al 7,9 percento, e il rendimento erariale netto, costruito - secondo le indicazioni di calcolo suggerite dall’Agenzia – rispetto alla raccolta netta, risulta pari al 56,3 percento.

In forte crescita è l’aggregato relativo alle vincite che, aumentate di 11,3 miliardi, crescono di quasi il 10 percento.

Informazioni interessanti si ottengono sottraendo dal totale della raccolta l’ammontare delle vincite (sia erogate sia riversate all’erario qualora non ritirate) e quello del prelievo erariale; l’operazione determina il margine lordo della gestione. Quest’ultimo remunera, prima, i costi della gestione caratteristica per i servizi, resi da soggetti esterni, direttamente associati con la gestione dei giochi (server, piattaforme di gioco, enti di certificazione) e, successivamente, per differenza, i restanti operatori della filiera (distributori, concessionari, esercenti, ricevitori, tabaccai, gestori, ecc.). L’importo corrispondente a tale differenza, che determina il margine operativo netto, ammonta, nel 2023, a circa 9 miliardi (pari al 6,1 per cento della raccolta lorda), con un decremento di circa 100 milioni (e di sei decimi di punto percentuale) rispetto a quello dell’anno precedente, in contrapposizione con la quota delle vincite, che sono invece aumentate di un punto percentuale.

 

TENDENZE IN ATTO E NORMATIVA PIÙ RECENTE - L’evoluzione tendenziale del settore in atto conferma quanto già illustrato nella precedente relazione al Rendiconto generale dello Stato. Si assiste, infatti, a un riassetto del settore del gioco tramite concentrazione delle attività nelle mani di pochi grandi soggetti, che hanno gradualmente acquisito le concessioni di operatori più piccoli: questi ultimi, in molti casi, preferiscono mantenere il ruolo di gestore di negozio, anziché lo status di concessionario, poiché tale status impone una serie di adempimenti ed obbligazioni molto onerosi, in particolare per società piccole e poco strutturate. Nel 2023, sulla scia della ripresa registrata post-pandemia, vi è stato un ulteriore aumento dei volumi di gioco raccolti in rete fisica, sia per le scommesse sportive, sia per le scommesse ippiche e su eventi simulati. Per quanto riguarda invece le tendenze in atto tra i giocatori, il gioco a totalizzatore (ovvero quella tipologia in cui il gestore della scommessa funge soltanto da intermediario tra i giocatori, con il compito di organizzare il concorso e ripartire la vincita, la cui entità deriva dalle somme giocate dai partecipanti e dal numero dei vincitori) sembra non incontrare più il favore del pubblico. Ciò probabilmente perché la parte della posta di gioco non restituita ai vincitori come montepremi è molto più alta e, quindi, incide sull’ammontare delle vincite che, in molti casi, sono di importo basso, scoraggiando così la propensione a scommettere. Al contrario, la scommessa a quota fissa, in cui la vincita è un multiplo dell’importo scommesso (che il bookmaker è obbligato in proprio e direttamente a pagare), anche in conseguenza della modifica del sistema di tassazione a carico dei concessionari, consente la restituzione ai vincitori di una percentuale molto alta della posta, cosicché la scommessa risulta astrattamente più remunerativa.

Dal punto di vista normativo, nel 2022 è stato adottato dal Ministro dell’economia e delle finanze il nuovo regolamento concernente la disciplina delle scommesse a quota fissa su eventi sportivi diversi dalle corse dei cavalli e su eventi non sportivi (Dm 1° agosto 2022, n. 145)69 . Il nuovo regolamento ha introdotto alcune novità atte a migliorare l’offerta di gioco proposta dai concessionari, tutelando il gioco legale, primo presidio per la lotta al gioco illecito.

È stato, inoltre, adottato, con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze del 4 ottobre 2022, il provvedimento che omogeneizza la ripartizione della posta di gioco per le scommesse ippiche a totalizzatore, uniformando le scommesse ippiche di agenzia a quelle di ippica nazionale in tal modo semplificando il sistema di ripartizione tra le due tipologie, per superare una divergenza fonte, in alcuni casi, di incongruenze. Da ultimo, per il riordino del settore, è intervenuta la legge 9 agosto 2023, n. 111 (Delega al Governo per la riforma fiscale) che si occupa del settore dei giochi all’art. 15.

Tra i principali principi e criteri direttivi per il riordino delle disposizioni vigenti in materia di giochi pubblici rilevano i seguenti: diminuzione dei limiti di giocata e di vincita; obbligo della formazione continua dei gestori e degli esercenti; rafforzamento dei meccanismi di autoesclusione dal gioco; previsione di caratteristiche minime che devono possedere le sale e gli altri luoghi in cui si offre gioco; divieto di raccogliere gioco su competizioni sportive dilettantistiche riservate esclusivamente a minori di anni 18; razionalizzazione territoriale della rete di raccolta del gioco; rafforzamento dell’apparato normativo sulla trasparenza e sui requisiti soggettivi e di onorabilità dei soggetti; riordino delle attuali disposizioni in materia di prelievo erariale sui singoli giochi, al fine di assicurare il riequilibrio del relativo prelievo fiscale. In attuazione della suddetta delega legislativa è stato emanato il Dlgs 25 marzo 2024, n. 41, in vigore dal 4 aprile 2024, recante disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza. Tale decreto, da un lato, fornisce criteri generali valevoli per tutte le tipologie di gioco pubblico e, dall’altro, definisce con maggiore dettaglio le regole di riordino del settore dei giochi a distanza. In particolare, l’art. 6, comma 5, definisce i criteri e le regole per l’indizione della procedura ad evidenza pubblica per il rilascio delle concessioni per il gioco a distanza, ponendo, pertanto, termine, per quanto riguarda il gioco on line, alla proroga delle concessioni, in attuazione dei principi comunitari di trasparenza, parità di trattamento e di libera concorrenza.

 

L’ATTIVITÀ DI CONTROLLO E CONTRASTO AL GIOCO ILLEGALE - Il numero dei siti inibiti nel 2023 è stato quasi il doppio di quelli inibiti nell’anno precedente, a conferma di un fenomeno in forte crescita e in continuo mutamento. I siti inibiti infatti sono stati 266 nel 2020, 196 nel 2021, 259 nel 2022 e 492 nel 2023.

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