Gaming hall: il futuro va verso la trasversalità
Marco Pasquini e Andrea Ramazzotti, titolari dello studio Man Architetti, raccontano la loro esperienza nel design e nella progettazione delle gaming hall.
Quali sono le linee guida per progettare una gaming hall? E quali sono le differenze tra il design studiato per una sala slot e quello per una sala bingo? Difficile trovare una risposta singola che possa accontentare un settore così variegato come quello del gioco lecito. Tuttavia nella progettazione di questi spazi l'approccio parte dall’analisi del comparto, dalla psicologia dei giocatori stessi e dal confronto con gli addetti ai lavori. Ne parliamo con Marco Pasquini e Andrea Ramazzotti, titolari dello studio Man Architetti, che vanta un’esperienza pluriennale nel gaming design, in un'intervista doppia pubblicata sulla rivista di novembre di Gioco News (consultabile integralmente online a questo link).
Quali sono le linee guida che tendete a seguire quando viene progettata una sala giochi?
MP - “Le linee guida nel settore dei giochi prima di tutto sono dettate da criteri di funzionalità e dall'obiettivo di ottimizzare l’esperienza ludica. Ci confrontiamo con i manager, i dirigenti, i direttori di sala e subito dopo proponiamo la forma, la distribuzione, i materiali e le finiture che meglio incarnano il desiderio del cliente. Sempre con un occhio molto attento ai princìpi che portiamo avanti da tempo, ovvero la pulizia stilistica delle sale, l'alleggerimento, la sdrammatizzazione degli ambienti. Il tentativo è quello di rendere la sala confortevole per prolungare il più possibile la presenza dei giocatori, interfacciandosi con i nostri collaboratori addetti agli impianti, che dovranno anche garantire il comfort ambientale all'interno della sala, sempre essenziale per la permanenza. Le altre linee guida sono legate a un design fresco, non ridondante, sempre con l'introduzione di nuovi materiali, di novità, che possano rendere la sala gaming attraente e funzionale.”
AR - “Dal 2010-2011, ovvero da quando abbiamo apportato in modo abbastanza massiccio il nostro contributo al design del gioco, in queste linee guida ci sono state delle variazioni soprattutto come scelta dei materiali e dei colori. All'inizio siamo partiti con un design chiuso all'esterno in linea con lo stile dei casinò europei e americani. Con il passare del tempo ci siamo adattati più alle esigenze del mercato italiano, andando verso un’idea di comfort visivo della sala. Abbiamo quindi cercato di portare colori caldi e luminosi, togliendo quelli scuri per raggiungere l’obiettivo di ‘alleggerire’ le sale da gioco.”
L'esperienza dell'utente quanto influenza la progettazione di una sala giochi?
MP - “Ovviamente il gioco è esperienziale e l'ambiente personale dell’utente influenza molto le nostre scelte. Penso alla privacy, alla non commistione tra i vari player di settori diversi. Un esempio è quello del giocatore di slot machine che non vuole necessariamente passare per la sala delle scommesse. Ogni tipologia rappresenta una psicologia ben definita e le nostre scelte devono essere in linea con le loro esigenze. Il giocatore delle slot machines desidera un ambiente esclusivo, confortevole, buio e silenzioso mentre l’utente del bingo è sicuramente più amichevole, più aperto al dialogo con gli altri. La zona più rumorosa è quella delle scommesse mentre la zona live è quella dove la convivialità fa sì che la privacy sia minima e il rumore massimo. Questa sono alcune delle cose che si studiano nel corso della progettazione e che portano alla declinazione di un linguaggio che nel design può passare da un ambiente chiuso, a uno affollato, molto più aperto, luminoso e rumoroso.”
AR - “Parliamo sempre con i gestori di sala, con i direttori delle sale bingo, con chi vive la sala dalla mattina alla sera, perché spesso capita che le esigenze cambino a livello geografico. Avendo collaborato con i più grandi concessionari nazionali, abbiamo notato che la psicologia del giocatore cambia da nord a sud e di conseguenza cerchiamo sempre di avvicinarci alle loro abitudini attraverso il dialogo con chi vive la sala.”
Tra le sale slot e le sale bingo, quali sono le differenze più evidenti a livello di design?
AR - “Prendiamo in considerazione la sala bingo e quella delle slot. C'è già una differenza visiva tra questi due mondi a partire dall’illuminazione che è molto importante nella progettazione. In una sala bingo questa è dinamica perché utilizziamo strip Leds anche Rgb che seguono le fasi di gioco. Ad esempio la sala è colorata di verde attraverso i Led durante il gioco, si colora di rosso quando si arriva alla fase bingo e poi si accende di nuovo in modo neutro quando c'è una vendita. Lo stesso gioco cambia ed è dinamico a seconda delle fasi. Nella sala slot cerchiamo invece un'illuminazione estremamente soft che non dia fastidio all’utente e non interferisca con il gioco attraverso riflessi sugli schermi, anche perché parte integrante dell’illuminazione di questi ambienti sono gli stessi contenuti che scorrono sui monitors. Questa è una grande differenza tra questi due mondi.”
MP - “Diversamente nelle sale bingo e di eventi sportivi l'illuminazione segue dinamicamente le fasi delle attività che si svolgono. Noi spingiamo molto per far entrare la luce in questo tipo di stanze in modo tale che siano visibili anche ai passanti che si trovano all’esterno.”
Per una sala giochi dove non ci sono premi in denaro, quali sono le linee guida?
MP - “Oggi, rispetto alle sale giochi del passato c'è un incredibile interesse e sviluppo nella realtà virtuale con visori 3D che inevitabilmente danno meno importanza alla stanza fisica costruita attorno ad essa perché quando il giocatore accende il visore entra in un altro mondo. Pertanto esteticamente e come scelta architettonica è paragonabile alla sala Vlt. Naturalmente, in una sala di questo tipo bisogna tenere conto il tipo di gioco perché porterà alla fruizione di diverse fasce d'età.”
AR - “Il gioco determina la fascia d'età e di conseguenza lo stile della sala passerà da uno ludico a uno più industriale se ragioniamo in termini di realtà aumentata. Con quest’ultima ad esempio avviene una spettacolarizzazione della piazza virtuale e l’invito alla raccolta di gioco viene fatta con la condivisione; c’è un grande uso di tecnologia e mega schermi e anche in questo caso c’è una visibilità rivolta al passante.”
Quale pensate sia il futuro di questo scenario e le nuove tendenze che verranno percorso nel design legato al gioco lecito?
AR - “Una tendenza è quella di mettere molta tecnologia, come videowall, maxi schermi che ci fanno avvicinare all'immagine del bar sport americano dove tutte queste attività vengono proiettate per ‘bombardare’ il fruitore. Questo perché l'introduzione dell'online, di slot, Vlt così come di giochi da casinò con tavoli di roulette virtuali, che devono passare attraverso lo strumento di mirroring, presuppongono la visualizzazione di questi contenuti su grandi schermi. Questi ultimi devono attrarre gli utenti che si avvicinano per la prima volta all'online attraverso i propri dispositivi privati.”
MP - “Aggiungo che un altro ingrediente importante è l'uso della tecnologia e la spettacolarizzazione del gioco attraverso l'ingrandimento dei supporti, che vengono utilizzati come scenografia mutevole e variabile. L'altro aspetto più generico riguarda il fatto che ci stiamo spostando dal piccolo negozio di dettaglio al grande contenitore multigiocatore e multi offerta che può essere configurato come un vero e proprio punto di destinazione. Questi ambienti saranno sempre più contaminati da altre attività parallele al gioco come il food, sempre più introdotto in modo sofisticato nelle grandi sale, e l'intrattenimento. Tutto in una lenta deriva rallentata dal nostro regolamento, chiuso a tutto questo tipo di contaminazione, anche se piano piano i gestori e i concessionari ci portano ad una visione che tende al casinò multi-attività dove spettacolo, cibo e gioco si fondono.”
Quanto influisce dunque il concetto di omnicanalità nella vostra concezione del design?
MP - “Influisce moltissimo perché questi luoghi sono ormai dei punti trasversali e come per un teatro diventano un atrio dove si può usufruire dell’esperienza di gioco insieme ad altre attività parallele. La fusione e la contaminazione degli spazi sarà l’elemento portante delle prossime sale.”