Gioco, Campanella: 'Riaprire non basta, più sostegni e agevolazioni'
A margine del sit-in a Montecitorio, Campanella (Emi Rebus) torna a chiedere confronto al Governo su riapertura del gioco, con sostegni adeguati, tagli alle tasse ed agevolazioni fiscali.
Il mese di marzo si chiude così come era iniziato: con una manifestazione di quelle che ormai conosciute come "le donne del gioco", nella piazza romana di Montecitorio.
Aperta anche alla partecipazione di tutti i lavoratori del settore, molti dei quali rappresentati dalle associazioni che, in queste e nelle scorse ore, sono scese in campo a testimoniare la loro vicinanza, da Acadiad As.tro, passando per Sapar.
A raccontare lo spirito del sit-in di oggi a Gioconews.it è Antonia Campanella, presidente dell'associazione Emi Rebus e "anima" di questa iniziativa.
Scendiamo in piazza non solo per chiedere le riapertura delle nostre attività, ma soprattutto per dissentire sui sostegni che ci hanno riservato: vogliamo essere equiparati a tutte le altre attività ed avere delle certezze. Sarebbe inutile riaprire domani senza un aiuto concreto della politica, senza abbassare la tassazione, senza concederci delle agevolazioni fiscali, considerando che andiamo comunque incontro ai mesi estivi, un periodo che per tradizione non è di alta raccolta per noi", esordisce Campanella.
"Credo che il nostro lavoro continuo, che non è solo quello documentato dalle dirette social o dalle trasmissioni tv, stia dando i suoi frutti; non solo a livello mediatico ma anche fra le istituzioni: molti partiti si sono esposti sulla tutela del gioco legale, non solo Fratelli d'Italia o Forza Italia, ma anche il Movimento cinque stelle, ad esempio", ricorda.
"Allo stato attuale, un imprenditore non ha modo di pianificare la riapertura dell'attività, di fare il proprio lavoro, né di poter appianare nel tempo la lacuna economica causata dalle chiusure. Dobbiamo riprenderci la dignità che ci è stata strappata, perché essere costretti a 'vergognarci' del lavoro che svolgiamo ogni giorno, senza sosta, è terribile", sottolinea.
Ora è importante riqualificare il settore, essere riconosciuti come professionisti. Forse è stato utile che a raccontare questa situazione fossero le donne: di fronte a noi cambia l'approccio, c'è più tolleranza, e forse questa è la chiave giusta per cercare di ribaltare la sensibilità nei confronti del comparto. Mi sembra che ci stiamo riuscendo", conclude.
Quindi chiediamo che nel Dl Sostegni bis sia dato il giusto riconoscimento ai settori che sono stati chiusi, come il nostro.
Dobbiamo batterci a testa alta, per troppo tempo l'abbiamo tenuta sotto la sabbia.
Siamo qui per richiedere almeno il 70 percento della perdita subita fra il 2020 e il 2021 e un aiuto post apertura per le aziende, per garantire la loro sopravvivenza e quella dei loro lavoratori.
Se aprono i bar e i ristoranti dobbiamo aprire anche noi".