Ira (Parchi) su green pass: 'Una sola certezza, avremo gravi perdite'
Secondo Giuseppe Ira, presidente Ppi, il governo dovrebbe fare come in Francia: esentare i minori dal presentare il green pass e assicurare le aziende che sicuramente avranno delle perdite. Intanto c'è chi prende provvedimenti, come Acquaworld.
"Il green pass è un provvedimento intempestivo: i nostri ospiti sono in gran parte persone non vaccinate e anche volessero vaccini non ne troverebbero fino a settembre o ottobre". Così Giuseppe Ira, presidente dell'associazione Parchi permanenti italiani e del parco Leolandia, Capriate San Gervasio (Bg), commentando i primi dati di affluenza dopo l'introduzione dell'obbligo di presentare il green pass, il 6 agosto scorso. I responsabili dei Parchi italiani sostanzialmente sostengono che le nuove procedure di ingresso disincentivano la clientela, e chiedono al governo di elevare il limite di esenzione dai 12 ai 18 anni, oltre a prevedere adeguati ristori sulle perdite.
MENO 50 PERCENTO - I dati infatti, riportati da un comunicato di Ppi, confermano le peggiori aspettative: nel primo weekend del green pass i parchi divertimento italiani perdono in media il 50 percento degli ingressi rispetto al fine settimana precedente. Secondo l’associazione Parchi permanenti italiani, aderente a Confindustria, il calo dipende dal fatto che i parchi si rivolgono prevalentemente ai teenagers, fascia della popolazione tra le meno vaccinate in assoluto.
SI AL GREEN PASS, MA COME LA FRANCIA - "I parchi sono favorevoli al green pass", precisa Ira, "io personalmente punto a far diventare Leolandia covid free. Però è intempestivo questo provvedimento, perché non ci sono tante persone vaccinate tra i nostri ospiti e soprattutto mancano i vaccini, quindi anche chi volesse vaccinarsi non lo può fare prima di settembre, se non ottobre. A questo punto chiediamo al governo di fare esattamente quello che ha fatto la Francia, visto che da loro hanno preso spunto per questo provvedimento".
I PROVVEDIMENTI FRANCESI - La Francia, spiega Ira, ha deciso di "esentare i minori dal presentare il green pass e, soprattutto", tramite il ministro delle finanze ha fornito coperture "dell'80 percento delle perdite per quelle aziende, tra le quali i parchi di divertimento, che subiranno sicuramente gravi perdite".
IL PARADOSSO ITALIANO - "Qui in Italia", continua Ira, "noi purtroppo di certezze ne abbiamo una sola, avremo gravissime perdite, se non avremo velocemente risposte dal governo e il rischio è quello di dover chiudere, licenziare i dipendenti, stare a vedere chi sopravviverà nel 2022. Il ministro del turismo Massimo Garavaglia", prosegue Ira, "ha garantito che a settembre sono previsti dei finanziamenti per la categoria, riferiti alla intempestiva applicazione del green pass. Quanto agli effetti del provvedimento il ministro è riuscito a salvaguardare hotel, terme e altre imprese turistiche: noi siamo stati tagliati fuori perché, nonostante il nostro apporto al sistema turistico del territorio, siamo ancora di pertinenza del Ministero della Cultura”.
I NUMERI DEL SETTORE PRE PANDEMIA - Fino al 2019, stando ai dati forniti dall'associazione Ppi, i parchi divertimento italiani, circa 230 tra tematici, faunistici e acquatici, generavano 1,1 milioni di pernottamenti ed erano visitati ogni anno da 20 milioni di italiani e 1,5 milioni di stranieri. Sempre nel 2019 il comparto ha generato un giro d’affari di 450 milioni di euro riferiti alla sola biglietteria, cifra che sale a 1 miliardo con l’indotto interno, come la ristorazione e il merchandising, e a 2 miliardi considerando l’indotto esterno, relativo ad esempio a centri commerciali, hotel e altri servizi in prossimità dei parchi.
COSA PORTERÀ IL FUTURO - La stima di Parchi permanenti italiani è molto triste. A livello di occupazione, il settore prima della pandemia impiegava 25.000 persone tra fissi e stagionali, 60.000 con l’indotto, ma nel 2020 le aziende del comparto in media hanno registrato perdite del 75%, collocandosi a pieno titolo tra le più colpite dalla crisi: il 20% dei parchi ha rinunciato completamente all’apertura e alcune importanti realtà imprenditoriali italiane sono passate di mano a fondi di investimento stranieri.
LA REAZIONE DI ACQUAWORLD - Anche chi fosse sprovvisto di green pass o certificazione Covid, ad eccezione dei minori di anni 12, può accedere ad Acquaworld. Il parco di Concorezzo (Monza-Brianza) ha annunciato ai suoi clienti che potranno accedere alle attrazioni acquatiche anche senza green pass, solo con tampone con esito negativo che può essere effettuato direttamente all’ingresso del Parco. Il parco acquatico permette infatti di prenotare online il tampone rapido direttamente sul proprio sito. Il tampone rapido viene effettuato da personale specializzato al costo ridotto di 5 euro, ma attenzione perché la prenotazione online è obbligatoria.