Dal 21 novembre i minori di 18 anni non potranno più accedere con i propri smartphone a siti che offrono contenuti per adulti, oppure relativi a droghe, alcol, tabacco, armi, file sharing, odio, violenza, discriminazioni e gioco con vincita in denaro.
A stabilirlo una delibera emanata dall'Agcom - Autorità per le garanzie nelle comunicazioni intitolata “Adozione delle linee guida finalizzate all’attuazione dell’articolo 7-bis del decreto-legge 30 aprile 2020, n° 28 in materia di 'sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio'”.
In virtù di essa è stata quindi predisposta la realizzazione di un sistema di parental control gratuito sulle Sim intestate ai minori, preimpostate per bloccare l’accesso a siti “inappropriati”, blocco che non sarà attivato a discrezione di genitori e familiari, ma che sarà attivato in automatico.
Per gli smartphone con Sim intestate a maggiorenni (genitori e familiari del minorenne che usa lo smartphone) invece sarà ancora necessario attivare il blocco tramite un pin di attivazione, un codice Otp, lo Spid o comunque seguendo quanto predisposto allo scopo dalla compagnia telefonica di riferimento.
In particolare, l’articolo 7-bis del Dl n° 28/2020 dispone quanto segue: “1. I contratti di fornitura nei servizi di comunicazione elettronica disciplinati dal codice di cui al decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, devono prevedere tra i servizi preattivati sistemi di controllo parentale ovvero di filtro di contenuti inappropriati per i minori e di blocco di contenuti riservati ad un pubblico di età superiore agli anni diciotto; 2. I servizi preattivati di cui al comma 1 sono gratuiti e disattivabili solo su richiesta del consumatore, titolare del contratto; 3. Gli operatori di telefonia, di reti televisive e di comunicazioni elettroniche assicurano adeguate forme di pubblicità dei servizi preattivati di cui al comma 1 in modo da assicurare che i consumatori possano compiere scelte informate;
4. In caso di violazione degli obblighi di cui al presente articolo, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ordina all'operatore la cessazione della condotta e la restituzione delle eventuali somme ingiustificatamente addebitate agli utenti, indicando in ogni caso un termine non inferiore a sessanta giorni entro cui adempiere”.
In base a tale decreto legge, le compagnie telefoniche avrebbero dovuto assicurare un sistema di parental control automatico già da tre anni, ma vista la loro inadempienza, è stato necessario l'intervento dell'Agcom.
L'entrata in vigore di tale delibera segue una consultazione avviata fra operatori, associazioni dei consumatori, associazioni di genitori e famiglie, per capire quali fossero i contenuti che possono nuocere allo sviluppo fisico, mentale o morale dei minori.
Fra i vari contributi, è stata posta la necessità di includere nel sistema di controllo parentale “le applicazioni in cui siano memorizzate modalità di pagamento (come le App di e-commerce o gli Spp store), in modo che nella fruizione di strumenti comunemente utilizzati dai minori – in primis i giochi online – questi ultimi possano effettuare operazioni di acquisto di beni e/o servizi, nonché l’implementazione del sistema con una funzionalità di alert che, tramite messaggio, segnali al genitore gli eventuali tentativi del minore di accedere a contenuti inappropriati”, si legge sul sito dell'Autorità.
Un’associazione di consumatori ha invece proposto “il blocco di alcune attività in base alle fasce orarie: ad esempio, è verosimile ipotizzare che nelle ore pomeridiane della giornata uno studente abbia necessità di svolgere ricerche o approfondimenti utilizzando la rete internet e in ragione di tale premessa si potrebbe appunto impostare il blocco dell’accesso a siti web/App di gioco. Si propone altresì di rendere non cancellabile la cronologia del browser, in modo che il genitore possa sapere su quali siti il minore abbia navigato”.
L'Agcom ha quindi stilato delle linee guida da applicare ai contratti per i consumatori (escludendo la clientela di tipo business, ovviamente).
Come detto, fra i contenuti menzionati ci sono i “siti che forniscono informazioni o promuovono il gioco d'azzardo o supportano il gioco d'azzardo online e/o scommesse”.
Un deterrente sicuramente importante, ma che deve essere di certo accompagnato da campagne di informazione mirate, oltre che da un'educazione in famiglia e nelle scuole per evitare che i minorenni cerchino di partecipare a giochi con vincita in denaro.
Il testo della delibera è consultabile integralmente in allegato.