Il Tar Lazio ha espresso “grossi dubbi circa l’idoneità della misura adottata a far conseguire l’obiettivo (lotta al gioco patologico, ndr): ciò, soprattutto alla luce di quanto giustamente evidenziato dai ricorrenti circa l’agevole possibilità, per i soggetti affetti da ‘ludopatia’, di spostarsi in Comuni limitrofi, dove non siano stabilite le contestate limitazioni di orario”. È quanto si legge in una sentenza del tribunale territoriale, che si è espresso così nei confronti dell’ordinanza del sindaco di Formia relativa ai limiti orari delle slot machine, accogliendo il ricorso di una sala giochi.
Secondo il Tar appare “di utilità assai dubbia un approccio, nei confronti del problema della crescente dipendenza delle persone dal gioco, svolto in modo atomistico dal singolo Comune, senza nessuna forma di raccordo della sua azione con gli altri Enti locali, e in particolare con i Comuni confinanti”.
Inoltre “il riferimento alle statistiche della Asl appare generico e, in ogni caso, non chiarisce l’entità del fenomeno della “ludopatia” nel territorio del Comune di Formia, giacché tale territorio non coincide con l’ambito territoriale di competenza dell’Asl procedente (l’Asl di Latina); - la compressione del diritto di iniziativa economica della società ricorrente appare eccessiva, anche in ragione della fascia oraria (serale) interdetta”. A detta dei giudici "non viene chiarito minimamente se tali dati, i quali starebbero ad indicare un’allarmante crescita del fenomeno, siano relativi al solo territorio del Comune di Formia, o se essi si riferiscano, invece, a tutto l’ambito territoriale dell’Asl procedente: ambito territoriale che, per fatto notorio (pacificamente utilizzabile nel processo amministrativo: cfr. Tar Lazio, Latina, Sez. I, 14 marzo 2014, n. 203, con la giurisprudenza ivi menzionata), va ben oltre i confini del territorio del Comune di Formia".
I giudici fanno notare anche “la contraddittorietà dell’operato dell’Amministrazione comunale, la quale, da un lato, ha proceduto al rilascio di un certo numero di autorizzazioni per sale da gioco; dall’altro, e contraddittoriamente, pretende con le misure contestate di intervenire ex post su attività economiche regolarmente autorizzate”.