Quante più persone votano, tanto più forte sarà la democrazia. E' questa la frase che campeggia sul canale ufficiale delle Elezioni europee 2024, all'insegna dell'hashtag #usailtuovoto. “La democrazia non dovrebbe mai essere data per scontata. È un traguardo collettivo e una responsabilità collettiva in cui tutti noi abbiamo un ruolo da svolgere”, è la spiegazione fornita a supporto, che ci sentiamo di condividere, rilanciare e, per quanto possibile, enfatizzare. La democrazia inizia in effetti con le persone e dalle persone: siamo noi che diamo inizio al processo votando alle elezioni europee e le decisioni adottate in quel contesto influiranno sulla nostra vita. Se non partecipiamo, non abbiamo la possibilità di plasmare il futuro; ma al di là di questo, la democrazia parlamentare europea perde la sua forza e i suoi valori perdono significato. Un concetto, questo, fin troppo semplice da capire, ma forse non facile da digerire in un paese, come l'Italia, in cui il Partito degli astensionisti è diventato quello prevalente, arrivando a sfiorare la quota del 50 percento degli aventi diritto di voto. Di gran lunga superiore ai consensi raccolti da ogni singola forza elettorale, tenendo conto che l'attuale governo è stato eletto con il 26 percento delle preferenze. Figuriamoci dunque cosa possiamo attenderci dal voto europeo, in Italia, con l'apertura delle urne che in programma nel fine settimane dell'8 e 9 giugno.
Eppure, le elezioni comunitarie rappresentano un momento particolarmente importante che dovrebbe essere ritenuto tale. Si tratta di un momento unico in cui tutti noi possiamo decidere collettivamente sul futuro dell'Unione europea. Votare è sempre importante, a livello locale, nazionale o europeo. È un'ottima opportunità per esprimere la propria opinione sui temi che ci stanno a cuore. Usando il proprio voto si può (o, meglio, si dovrebbe) contribuire a cambiare il mondo in cui si vive. Sotto tutti i punti di vista. E non vale “solo” per la vita o il benessere dei singoli individui, ma riguarda – e molto – anche le imprese, le attività economiche, i settori industriali. La legislazione dell'Ue affronta la maggior parte delle priorità delle persone: l'ambiente, la sicurezza, la migrazione, le politiche sociali, i diritti dei consumatori, l'economia, lo Stato di diritto e molte altre ancora. Oggi ogni tema di spicco a livello nazionale presenta anche una prospettiva europea. Il Parlamento europeo adotta leggi che riguardano tutti: grandi paesi e piccole comunità, società potenti e giovani startup, la sfera globale e quella locale.
Il voto di ognuno di deciderà quali deputati al Parlamento europeo ci rappresenteranno nella stesura delle nuove leggi e influenzeranno l'elezione della Commissione europea. Queste decisioni plasmeranno la vita quotidiana di ognuno di noi e quella di molti altri. Di imprese, lavoratori, famiglie, persone. E ciò vale anche per il gioco pubblico. Anche se in molti, probabilmente, faticano a crederci, guardando all'Eruopa dell'interno del comparto (e non solo). Forse chi lavora nel gioco ricorda bene i vari e numerosi contenziosi di carattere nazionale sfociati in Europa, passando anche per la Corte di Giustizia Europea, arrivando il più delle volte a verdetti sterili, spesso non risolutivi, dietro allo scudo delle legislazioni nazionali e delle inevitabili autonomie. Sì perché il gioco d'azzardo, quale settore ritenuto “sensibile”, poiché legato a esigenze di sicurezza ed ordine pubblico, viene demandato alla specifica legislazione locale perché solo il singolo Stato può essere in grado di valutare le specificità del proprio territorio e i criteri da applicare per garantire la tutela effettiva dei propri cittadini, sotto ogni profilo di rischio. Ma questo sempre purchè tutto avvenga all'interno di quei perimetri definiti dai principi e valori comunitari. Ed è qui che torna in ballo il vero valore e l'importanza del voto europeo.
Peraltro, cosa non banale, l'Italia è uno dei paesi che elegge il maggior numero di eurodeputati: ben 76, sul totale dei 720 membri dell'Europarlamento (15 in più rispetto allo scorso mandato), venendo dietro soltanto a Germania (96) e Francia (81). Tanto per far capire il ruolo che abbiamo – e che possiamo avere – a livello comunitario con il nostro paese.
Il Parlamento Europeo è l'unica assemblea transnazionale al mondo eletta direttamente. I suoi membri rappresentano gli interessi dei cittadini dell'Ue a livello europeo i quali, insieme ai rappresentanti dei governi dei paesi dell'Ue, hanno il compito di creare e approvare tutte le nuove disposizioni che regolamentano la vita dei cittadini dell'Unione Europea in diversi ambiti come il sostegno all'economia, la lotta contro la povertà, al cambiamento climatico nonché le questioni legate alla sicurezza. I deputati lavorano per mettere in risalto importanti temi politici, economici, sociali oltre che per sostenere i valori dell'Unione europea come il rispetto dei diritti umani, la libertà, la democrazia, l'uguaglianza e lo Stato di diritto. Il Parlamento ha anche il compito di approvare il bilancio dell'Ue e di controllare come vengono spesi i soldi. Inoltre, elegge il Presidente della Commissione Europea, nomina i Commissari e garantisce che agiscano nell'interesse dei cittadini dell'Ue. Ed è anche grazie a questo peso particolare del nostro paese che dal 2019 è stato eletto come Commissario europeo per gli affari economici e monetari nella Commissione von der Leyen l'italiano Paolo Gentiloni. In una posizione chiave all'interno dello scenario economico non solo comunitario ma anche globale.
Ecco perché le elezioni europee interessano – e devono interessare – tutti, e in modo particolare chi lavora in settore economici di rilievo e di portata internazionale, come nel caso del gioco pubblico. Dove l'Europa ha un peso specifico, agendo direttamente o indirettamente sulle politiche di regolamentazione del settore. Nonostante i limiti nazionali di cui sopra. Basti pensare, per esempio, al recente appello lanciato dagli operatori dell'Amusement che chiedono all'Europa di intervenire sulla legislazione italiana del comparto, appellandosi (anche) alla libera circolazione delle merci all'interno dell'Europa. Ma si pensi anche alle politiche di antiriciclaggio, che interessano da vicino tutti gli operatori che operano nel comparto del gioco con vincita in denaro, che derivano tutte dalle politiche europee. Ma si pensi anche, guardando più nello specifico del business e al mondo della finanza, alle varie operazioni di “M&A” (fusioni e acquisizioni) che interessano da sempre aziende del comparto, che avendo una portato oggi sempre più internazionale, richiedono molto spesso il vaglio delle istituzioni europee.
Insomma, votare non è solo un diritto e un dovere, ma è anche un'arma in mano ai cittadini: in difesa della democrazia, come dicevamo, ma anche dei propri diritti e perchè no, dei propri interessi. E quelle europee non sono affatto da meno, anzi. Tenendo anche presente il ruolo indiretto che l'Europa ha sui singoli mercati ed industrie. Si pensi per esempio, guardando dall'Italia, ai fondi che sono stati assegnati dopo il Covid-19 dal Pnrr per il rilancio dell'Economia, senza i quali probabilmente non saremmo mai riusciti a far ripartire il paese, con inevitabili benefinici per qualunque settore. Ma si pensi anche al lavoro istituzionale che svolge l'Europa, su più fronti: ricordiamo quindi la Convenzione Macolin sul contrasto la matchfixing, che guarda da vicino all'italiana e coinvolge attivamente l'industria del betting, o le tante altre sfide che potrebbero trovare supporto a Bruxelles: come quella dell'ostracismo bancario nei confronti degli operatori di gioco, che si sta espandendo in diversi paesi e non più soltanto in Italia. Diventando materia per l'Europa. Ma per farlo, serve un'Europa che ci rappresenti e che lo faccia al meglio. Per questo è importante votare.
Come ha detto correttamente la premier Giorgia Meloni in occasione della chiusura della campagna elettorale di Fratelli d'Italia in vista delle Europee, gli italiani si trovano ora a scegliere tra due visioni d'Europa. Non spetta certo a noi sostenere una piuttosto che l'altra, ma solo il compito di ricordare l'importanza di partecipare, esprimendo il proprio parere.
Senza contare, peraltro, che la tornata elettorale comunitaria, servirà anche a rimodulare e ridefinire il peso delle varie forze politiche nazionali, sia di maggioranza che di opposizione, arrivando anche a tenere in vita o meno alcuni partiti che si trovano sulla soglia dello sbarramento minimo. Potendo addirittura costringere la maggioranza e rivedere gli equilibri interni o i rapporti di forza al suo interno. Non è quindi un caso se molti provvedimenti in attesa di emanazione o discussione in Parlamento (tra i quali si potrebbe annoverare anche la riforma del gioco pubblico) sono rimasti più o meno in stand-by, in attesa proprio delle elezioni europee. E se tutto questo vi sembra un voto da poco.