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L'industria del gioco pronta al salto di qualità, ma a ciascuno il suo

18 novembre 2024 - 13:34

La sfida per la sostenibilità riguarda tutti gli attori della filiera: a partire dalle istituzioni che, soprattutto in Italia, devono garantire e supportare il salto di qualità.

L'industria globale del gaming sta compiendo degli enormi passi da gigante negli ultimi anni: non tanto e non solo per ciò che riguarda lo sviluppo di prodotti e servizi o per la loro promozione e divulgazione, bensì sotto il profilo della responsabilità sociale e, più in generale, in ottica di sostenibilità. Lo vediamo in maniera concreta, tangibile, in occasione dei vari eventi internazionali che riuniscono i principali attori attivi sulla scena globale: dopo la recente fiera Sbc Summit di Lisbona, si è appena concluso anche l'evento Sigma Europe di Malta dove, anche qui (nonostante la spregiudicatezza e l'eccesso di disinvoltura che spesso caratterizza gli operatori del gioco sul posto), si è potuta toccare con mano l'evoluzione vissuta dall'industria, sotto tutti gli aspetti. Italia compresa
Anche l'Italia, in effetti, ha molto da dire a proposito di cambiamenti, soprattutto sul tema della sostenibilità. Per via delle riforme (vere e presunte) in corso d'opera nel nostro paese, ma anche grazie alle iniziative portate avanti da vari soggetti attivi nella Penisola, spesso anche al di là e ben prima delle prescrizioni normativa che impongano eventuali azioni di responsabilità sociale o della cosiddetta "Csr".  
Lo abbiamo visto (e ascoltato) in maniera chiara in occasione del recente evento IGE – Italian Gaming Expo & Conference di Roma, quando il tema della sostenibilità e della tecnologia a supporto di essa, era stata sviscerato su vari fronti, in chiave presente e futura, mettendo l'industria italiana al centro di questo enorme cambiamento. Dando il via a una serie di discussioni che stanno proseguendo, sviluppandosi, in questi mesi successivi (fino ad arrivare alla prossima edizione di IGE, in programma ad aprile 2025). Ne è una prova l'edizione di quest'anno dell'ormai notaEuropean safer gambling week (Esgw), promossa dall'European Gaming and Betting Association (Egba) allo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica sul gioco responsabile, che ci accompagnerà durante questa settimana di metà novembre, proponendo – tra le altre - una discussione espressamente  riferita al caso italiano. Si tratta del webinar: ‘AI act e Gioco responsabile: regolamentazione e Innovazione per la tutela dei giocatori’, organizzato all'interno del palinsesto di Esgw dalla Fondazione Fair, nata per "promuovere la cultura del gioco responsabile in cui ogni giocatore si senta protetto". Il webinar (in programma martedì 19 novembre alle 11.30) ha lo scopo di esplorare, insieme a tre esperte in materia, la legge europea sull'intelligenza artificiale e i suoi risvolti sulla regolamentazione nel settore del gioco, gli impatti di questa regolamentazione sui player e sulla trasparenza della comunicazione, per garantire un'esperienza di gioco più sicura e preservare i diritti dei giocatori. Un momento, quindi, non soltanto di riflessione, ma anche di studio. Partendo dall'analisi dell'AI Act europeo e delle sue implicazioni e applicazioni, a livello tecnologico e normativo, in chiave di gioco responsabile.  Per provare a capire quale può essere il ruolo effettivo dell'IA e dell'innovazione nel concetto di gioco responsabile e come potrà quindi aiutare gli operatori nello sviluppo del gioco responsabile. Tutto questo, però, agganciandosi alla specificità e all'attualità italiana, cioè collegandosi al decreto diRiordino del gioco online il quale, all’articolo 14, menziona espressamente l’utilizzo di sistemi di Ai, mentre l’articolo 15 invita gli operatori a divulgare temi di comunicazione responsabile con l’obiettivo di tutelare il giocatore. Cercando di scoprire quindi come si potranno conciliare tali previsioni con il divieto di pubblicità vigente per il settore gioco e quali potranno essere gli scenari futuri. 
Da qui, oltre a un elogio da rivolgere agli organizzatori, emergono anche ulteriori riflessioni e considerazioni che ci sentiamo in dovere di fare. La prima è che, come già indicato in premessa, diventa evidente il cambio di passo che è chiamata a compiere l'intera industria del gaming e ancor più in Italia, dove sono state appunto emanate le suddette norme, le quali porteranno a breve all'emanazione di un nuovo bando di gara per le concessioni di gioco online e, di conseguenza, a un nuovo mercato: sotto tutti gli aspetti. L'altra riflessione che diventa pressoché automatica è che in lavoro di presa di coscienza e di responsabilizzazione che è richiesto da questo passaggio epocale, riguarda inevitabilmente tutti gli stakeholder che partecipano a questo mercato così complesso e articolo. E se ciò vale, senza dubbio, per l'intera filiera economica e produttiva, com'è inevitabile, vale anche per la politica e per le istituzioni che sono chiamate a fare il proprio, come mai forse prima d'ora. E' evidente dalla stessa impostazione del webinar di Fondazione Fair quanto sia importante il coinvolgimento fattivo delle istituzioni, pensando banalmente alla necessità di far convivere le nuove norme sulla promozione del gioco responsabile con quelle più antiche del divieto di pubblicità. Sì, perché il Legislatore, nonostante abbia pensato bene di rompere gli schemi del vecchio decreto Dignità proponendo la promozione di iniziative a tutela dei consumatori, ha omesso di mettere nero su bianco il “superamento” del precedente divieto, evitando di scrivere esplicitamente tale passaggio. Ciò significa che le due norme, ad oggi, dovrebbero coesistere, per quanto difficile possa essere, e bisognerà quindi capire come poterle interpretare. In attesa che il Parlamento o una delle autorità di regolamentazione intervengano con dei chiarimenti. Ma non è certo l'unico punto da chiarire (anzi!), come si legge tutti i giorni dalla cronaca di settore. Tra un riordino mancato (quello del gioco terrestre), una pioggia di sanzioni sul tema pubblicità, la crisi del comparto apparecchi e chi più ne ha, più ne metta. Per questo l'appello alla responsabilità vale per tutti e non solo per gli addetti ai lavori. Perché per vincere la sfida della responsabilità, che riguarda davvero tutti, ognuno è chiamato a fare il proprio compito, per il raggiungimento di un obiettivo che appare oggi alla portata: ma solo se ciascuno saprà fare il suo. A partire dalla politica.
 

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