FI al Mef: 'Gioco, risolvere discriminazioni bancarie'
Tre deputati di Forza Italia chiedono al Mef di risolvere un problema che espone le imprese del gioco di Stato a gravi problemi anche nella corresponsione del Preu.
"Quali sono le iniziative che il Governo intende mettere in atto affinché questa discriminazione non sia più perpetrata?" Questa in estrema sintesi l'interrogazione presentata alla Camera dai deputati di Forza Italia Antonio Martino, Mauro D'Attis e Patrizia Marrocco e rivolta al Ministro dell’economia e delle finanze Daniele Franco.
I deputati ricordano innanzitutto che "l’articolo 39 del decreto-legge n. 269 del 2003, al comma 13, ha stabilito che agli apparecchi e ai congegni indicati all’articolo 110, comma 6, del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (regio decreto n. 773 del 1931) collegati in rete, vale a dire le videolottery (Vlt) e le newslot (Awp), si applichi un prelievo erariale unico", e che "ai fini del versamento del prelievo erariale unico le imprese di gestione del gioco di Stato che versano l’imposta hanno necessità di disporre di un conto corrente bancario per il pagamento dello stesso, che deve essere ordinato unicamente mediante Rid (ciò in ossequio a quanto previsto dall’articolo 12, comma 2, lettera g) dello schema dell’atto di convenzione di tracciabilità dei flussi), pena il blocco immediato degli apparecchi, la successiva segnalazione all’Agenzia delle dogane e dei monopoli e la conseguente risoluzione contrattuale da parte del concessionario, generando come effetto la chiusura delle piccole e medie imprese di gestione".
Nonostante questa disposizione legislativa, come già più volte riportato anche dalle cronache, "nelle ultime settimane", ricordano ancora i deputati, "vari istituti bancari hanno comunicato a più imprese di gestione di apparecchi del gioco lecito l’interruzione del contratto in essere per la tenuta del conto corrente".
"Alla base di questa decisione", scrivono al ministro Franco i deputati forzisti, "come riscontrabile da alcune lettere di disdetta ricevute, sta la volontà di tali istituti di non intrattenere rapporti con 'soggetti la cui attività prevalente risulti essere connessa al gioco legale dello Stato'. Alcune banche di credito cooperativo hanno giustificato tale decisione con l’uniformazione agli indirizzi strategici loro forniti dalla capogruppo Iccrea Banca spa".
Sottolineano gli interroganti che "quanto riportato espone le piccole e medie imprese di gestione del gioco di Stato a gravi problemi in ordine alla corretta gestione dei flussi di cassa e anche alla corresponsione del prelievo erariale unico".
Pertanto, "posto che tale comportamento delle banche pare discriminare i clienti in relazione all’attività commerciale da loro svolta", chiedono di sapere "quali iniziative di competenza, anche normative, intenda mettere in atto il Governo affinché questa discriminazione non sia più perpetrata evitando che, per i motivi descritti, possa essere messa a rischio l’esistenza di un settore che per l’anno 2018 ha garantito più di sei miliardi di euro di gettito erariale (dati libro blu dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli 2018) e affinché il problema esposto venga risolto".