Brasile, Lula: ‘Stop a scommesse se regolamentazione non funziona'
Il presidente del Brasile, Lula, sottolinea che metterà definitivamente fine alle scommesse sportive se ‘la regolamentazione non funzionerà’.
"Se la regolamentazione non funziona, non esiterò a porre fine definitivamente alle scommesse."
Con queste parole il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, si è rivolto ai giornalisti dopo aver votato alle elezioni municipali di San Paolo, secondo quanto riportato dall’Agenzia stampa britannica Reuters.
Lula aggiunge che è inaccettabile che famiglie a basso spendano i soldi in scommesse. Il segretariato brasiliano dei premi e delle scommesse (Spa) ha pubblicato la scorsa settimana l'elenco aggiornato delle piattaforme di gioco online autorizzate a operare sul territorio in virtù della nuova legge sul gaming, con il quale vengono approvate 205 piattaforme di scommesse sportive e giochi online, che rappresentano 93 aziende, le quali potranno quindi continuare a operare nel Paese.
Le aziende per operare nel Paese latino americano devono aprire uffici in Brasile e associarsi con un partner locale. Secondo le nuove normative, le carte di credito non potranno essere utilizzate, mentre centinaia di aziende sono state respinte perché non soddisfacevano le condizioni poste dal Brasile.
Tuttavia, i danni ai redditi delle famiglie più povere impensieriscono il Governo e le sue preoccupazioni sono aumentate dopo che la banca centrale ha riferito che 3 miliardi di reais (550 milioni di dollari) sono stati spesi in scommesse in agosto dai beneficiari del programma Bolsa Familia. Dopo essere venuto a conoscenza di questi dati, Lula ha convocato una riunione di gabinetto per discutere se vietare ai beneficiari della Bolsa Familia di scommettere, ma non è stata presa alcuna decisione.
L’idea non è quella di chiudere questo mercato, perché i brasiliani scommetterebbero comunque, sottolineando che i divieti non hanno fermato i combattimenti illegali di galli e le scommesse clandestine e una forma di gioco d'azzardo chiamata "jogo do bicho" che esiste dal XIX secolo.
A proposito il presidente spiega: "Tutti sanno che chi andrà a comprare il pane la mattina farà una piccola scommessa con i soldi del pane. Ma quello che non posso permettere è che le scommesse si trasformino in una malattia, in una dipendenza e che le persone ne diventino dipendenti perché conosco gente che ha perso la casa e l'auto."
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