Regno Unito: nessun divieto di pubblicità dei giochi, autoregolamentazione nel calcio
Il governo britannico sta per raggiungere un accordo con la Premier League sul “ban” volontario di sponsorizzazione del gioco, senza ricorrere al divieto ex lege nel Libro Bianco.
Scritto da Ac
Mentre il governo del Regno Unito sta ormai per pubblicare il libro bianco sul gioco d'azzardo che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane, trapelano le ultime indiscrezioni sul contenuto e sui prossimi passi che intederà adottare l'esecutivo nei confronti del settore, con un focus speciale sulla pubblicità e sul rapporto tra l'ndustria del gioco e quella dello sport. In particolare, secondo quanto fuoriuscito dagli ambienti istituzionali, non si prevede che la revisione proponga di vietare per legge la sponsorizzazione del gioco d'azzardo dei club. Invece, secondo quanto riportato dalla Bbc, il piano dovrebbe prevedere che la Premier League accetti volontariamente di modificare le divise dei propri club. Secondo quanto riferito, il governo del Regno Unito sarebbe vicino al raggiungimento di un accordo definitivo con la League, che vedrebbe rimossi i nomi degli sponsor del gioco d'azzardo dalla parte anteriore delle magliette delle squadre di calcio. Senza bisogno di alcuna forzatura legislativa, che mal si concilierebbe con la libertà di impresa che deve essere sempre garantire. O, almeno, dovrebbe essere garantita, come verrebbe da dire leggendo tali notizie dall'Italia, dove la libertà di impresa è stata più volte vituperata, anche e soprattutto nel settore del gioco e, in particolare, in riferimento alla pubblicità. Pensando al diktat piovuto sul settore nel 2018 con il decreto dignità che ha cancellato ogni forma di pubblicità e comunicazione dei brand di gioco, rendendo di fatto impossibile per le nuove realtà entrare (o entranti) sul mercato di farsi cononoscere. Un errore (clamoroso) che certo non vuole commettere anche il Regno Unito, che non a caso sta giustamente trovando un concertazione con il mondo dello sport, più che con quello del gioco. Come Si sta tentando di fare anche in Italia, sia pure a parti invertite.
In Gran Bretagna, del resto, i piani erano stati ampiamente concordati dall'ex primo ministro Boris Johnson prima che si dimettesse, lasciando la strada aperta alle società di gioco d'azzardo per continuare il loro coinvolgimento con il calcio. E ora in virtù dell'imminente accordo, pur dovendo rinunciare alle maglie, i brand di gioco e scommesse dovrebbero cmunque rimanere negli stadi della Premier League e anche su altri materiali promozionali dei club. Anche se i club di alto livello sembra che debbano ancora votare sulla proposta di divieto volontario. Ma la Premier League ha precedentemente affermato che "un approccio di autoregolamentazione fornirebbe un'alternativa pratica e flessibile alla legislazione o al divieto assoluto".