Cardia (Acadi): 'Gioco, legge delega per superare questione territoriale'
Al webinar 'La tutela dei consumatori nei giochi pubblici' Cardia (Acadi) pone l'accento sulla necessità di un intervento del Governo per superare una volta per tutte la questione territoriale.
“Il nostro è un settore molto particolare, Confcommercio ha saputo comprendere le sue specificità. Si tratta di un comparto sorto per iniziativa del regolatore, dal 2000, quando è stata fatta una scelta di campo importantissima, con cui si è preso atto dell'esistenza di un settore illegale, che rispondeva a una domanda esistente, per tutelare i giocatori. Dal 2000 quindi iniziano a intervenire le regolamentazioni dei vari prodotti di gioco, dalla lotterie alle slot, alle scommesse e l'online. Chi distribuisce sul territorio un prodotto di Stato deve confrontarsi su una serie di regole stratificate ma assolutamente chiare. Da allora in poi, si è assistito alla creazione di un comparto che si è sviluppato nel tempo”.
A ricordarlo è Geronimo Cardia, presidente di Acadi – Confcommercionell'ambito del webinar “La tutela dei consumatori nei giochi pubblici. Gli esercenti tra regolazione e responsabilità”,organizzato oggi, martedì 27 settembre, dalla Fipe– Federazione italiana pubblici esercizi.
Nel suo intervento, focalizzato sullo stato della “questione territoriale”, Cardia poi sottolinea: “Le Regioni, a un certo punto, dal 2011, legittimamente esercitando i poteri concessi dal titolo V della Costituzione, notando il proliferare dell'offerta di gioco sui territori hanno cominciato a porre in essere ulteriori vincoli per gli operatori, andando a incidere sul sistema, individuando un certo numero di metri, normalmente 500, da una serie di luoghi ritenuti sensibili, in primis chiese, scuole, ospedali.
Man mano gli operatori si sono domandati, quali incaricati di pubblico servizio per lo Stato, dove potessero continuare ad aprire, come titolari di una concessione di gioco pubblico.
Con stupore immenso hanno dovuto prendere atto che spesso l'interdizione del territorio, secondo quanto documentato dagli urbanisti, è superiore al 90 percento.
Così nelle regioni inizialmente è stato bloccato il mercato, impedendo nuove aperture; poi alla fine dei 5 anni la politica locale si è trovata a doversi confrontare con un tema sociale: questa misura funziona davvero? Se la tolgo creo un problema agli utenti o no?
Consapevoli del problema che si è venuto a creare molte regioni sono tornate sui propri passi.
Tutti ora attendono una valutazione nazionale con una legge delega che possa risolvere il problema una volta per tutte”.