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Enada 2025, Cardia (Acadi): ‘Riordino gioco, superare modello del distanziometro'

17 febbraio 2025 - 15:15

Per Geronimo Cardia (Acadi) nel confronto su riordino del gioco fisico bisogna abbandonare il 'fallimentare modello del distanziometro'.

Scritto da Alessio Crisantemi
Geronimo Cardia, presidente di Acadi - Associazione concessionari giochi pubblici

Geronimo Cardia, presidente di Acadi - Associazione concessionari giochi pubblici

Rimini - Il tema della disinformazione è centrale per l’industria del gioco pubblico non tanto e non solo dal punto di vista reputazionale ma anche perché impatta fortemente sul riordino.

A spiegarlo è Geronimo Cardia, presidente di Acadi - Associazione concessionari giochi pubblici, intervenendo al convegno di Enada dal titolo “Il gioco pubblico sotto attacco mediatico”, tenutosi oggi 17 febbraio.

 

“Oggi c’è un tavolo di confronto politico che sta affrontando il tema del riordino del gioco terrestre ma questo è ancorato su delle logiche errate che ne condizionano le trattative. Secondo le Regioni, infatti, il problema del rischio di dipendenza va affrontato e va risolto, ma senza smontare l’impianto costituito dal distanziometro e dagli orari di funzione. Ma questo sistema funziona solo ed esclusivamente per gli apparecchi da intrattenimento e non riguarda gli altri giochi”, spiega Cardia.


Questo sistema propone un divieto di fatto per l’esercizio degli apparecchi visto che in alcune zone il 99 percento del territorio risulta non insediabile per slot e Vlt. E questo comporta che lo Stato non possa fare le gare per il rinnovo delle concessioni. Quindi è un problema dello Stato che si deve risolvere e non si tratta di una richiesta degli operatori.

Se si vuole davvero risolvere il problema allora si deve abbandonare inevitabilmente il modello del distanziometro: i dati evidenziano che è fallimentare visto che la raccolta degli apparecchi è diminuita di due miliardi nel 2024. Ma per poter sbloccare la situazione serve un passo indietro da parte di chi ha proposto un modello fallimentare di gestione del gioco”, conclude il presidente di Acadi.
 

 

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