Enada workshop, Pagano (Pd): ‘Riforma gioco, occasione di crescita Pmi’
Nel corso dell’Enada Workshop di Roma organizzato da Sapar e Ieg Group, è intervenuto anche Ubaldo Pagano, deputato del Partito Democratico parlando di riordino e gioco pubblico.
Scritto da Cc
In occasione dell’Enada Workshop intitolato "Riforma del gioco pubblico: un’occasione da non perdere per la tutela ed il rilancio delle piccole e medie imprese", organizzato da Sapar e da Italian Exhibition Group, è intervenuto Ubaldo Pagano, deputato del Partito Democratico. Durante il suo intervento, Pagano ha messo in luce le contraddizioni e le opportunità legate al settore del gioco pubblico in Italia.
“Viviamo in una situazione di ipocrisia”, ha esordito Pagano, sottolineando come, nonostante gli introiti provenienti dal gioco siano ben accetti per il bilancio statale, persistano convinzioni culturali che condannano il settore di principio. “Essere qui in questo luogo significa entrare nella sostanza. Capire gli atteggiamenti rispetto alla riforma ci aiuta a comprendere una certa evoluzione rispetto a una deregolamentazione che c’è stata fino a qualche anno fa”.
Il deputato ha successivamente evidenziato l’importanza della qualificazione dei punti di gioco, definendola come una tutela necessaria per i gruppi più vulnerabili, in particolare per i minori. “Per questo motivo, è fondamentale evitare una sorta di economia differenziata, come quella che ha caratterizzato il settore fino ad ora, in cui persino i comuni hanno potuto agire in modo autonomo”, ha affermato Pagano.
“In questo contesto, è cruciale stabilire una cornice normativa chiara in cui tutti i soggetti istituzionali possano operare. La cooperazione è quindi fondamentale”, ha continuato. Pagano ha posto l'accento sul fatto che partecipare al dibattito attuale non significa aderire ideologicamente a una posizione, ma piuttosto comprendere che coloro che hanno convinzioni culturali profondamente radicate non devono temere di confrontarsi con un mondo che rappresenta una fonte di introiti certi per lo Stato.
In passato, il deputato ha infatti ricordato l'assurdità per cui i gestori dei punti di gioco riscuotevano premi di vincita modestamente retribuiti, mentre le banche si rifiutavano di autorizzare conti correnti per le società di gestione, creando di fatto un ostacolo alla trasparenza. “Se ci dite che tutto deve essere tracciato e poi le istituzioni di credito rifiutano di aprire conti correnti o li chiudono senza motivazione valida, ciò rappresenta un serio impedimento alle norme di trasparenza”, ha concluso Ubaldo Pagano.