Roma - “Anche quest’anno il Forum Acadi, l’associazione dei concessionari, riunisce in Confcommercio le rappresentanze delle filiere del comparto del gioco pubblico che agiscono in ambito confederale come Fipe, Fit, Egp e Sapar. L’idea innovativa di un Bilancio di sostenibilità annuale riferito non ad un’azienda singola ma ad un intero comparto, che peraltro per lo Stato distribuisce prodotti così delicati per gli utenti, consente di misurare per un intero settore non solo l’impatto Esg, con i criteri internazionali Gri, ma anche effettivi ruoli, responsabilità e prospettive dei diversi sottocomparti che compongono l’intera offerta di gioco.”
A ricordarlo è Geronimo Cardia, presidente dell'Associazione concessionari dei giochi pubblici, nell'ambito del Forum Acadi, tenutosi oggi, 18 settembre, a Roma, che ha visto la presentazione del Bilancio di sostenibilità 2023 del comparto (consultabile a questo link).
Dalla lettura del documento, prosegue Cardia, “che tra l’altro segue un severo percorso per giungere all’asseverazione, emergono la natura strategica del settore per il Paese (11,8 miliardi di valore aggiunto complessivo, 0,61 percento del Pil, 12 miliardi di gettito erariale specifico, 150mila lavoratori, migliaia di aziende) come la fitta rete di adempimenti di compliance in cui è impegnato. Questi sono i punti fermi della reputazione del settore. Il raffronto dei dati dal 2018 al 2023 consente poi di percepire l’andamento delle principali direttrici del settore (con la spesa degli utenti aumentata da 18,9 a 20,9 miliardi e le entrate erariali da 10,7 a 12 miliardi) così come alcune controtendenze, non sempre colte dall’opinione pubblica, come il calo della spesa degli utenti per gli apparecchi Awp e Vlt (da 10,3 a 8,5 miliardi) ed il relativo calo di apporto in termini di gettito per il relativo prelievo (da 10,3 a 8,5 miliardi)”.
Allo stesso tempo “i numeri dell’impatto sociale mettono in evidenza che la tipologia di offerta sul territorio, in particolare della rete generalista degli apparecchi, è però quella che assicura la maggior parte del gettito erariale complessivo (dei 12 miliardi di gettito complessivo, il territorio ne apporta 10,8, in particolare gli apparecchi ne apportano 5,6 e bar e tabacchi 3,5). Così come emerge che è l’offerta generalista ad offrire un presidio capillare e diffuso dei prodotti di Stato sulla gran parte dei Comuni italiani e dunque un concreto presidio di legalità: rispetto ai 7.904 comuni italiani, i 46.000 punti vendita della rete generalista degli apparecchi presidiano 5.980 comuni, mentre i 4.450 punti specializzati presidiano 1.715 comuni.
Ed ancora è la stessa rete del territorio che si palesa come strategica anche per la tutela dell’utente ed il contrasto al Disturbo da gioco d’azzardo mettendo a terra prodotti di Stato altrettanto delicati come il tabacco ed i superalcolici, per i quali si presuppone un’alta sensibilità nella gestione degli utenti. Così come è sempre la stessa rete che con quelle dei territori che si sviluppano sul territorio impiegano ben 140 dei 150.00 occupati”, rimarca Cardia.
Ecco questi sono i principali risultati dell’analisi dell’impatto sociale sulle quattro leve strategiche del comparto: “la tutela dell’utente, il presidio di legalità, l’emersione del gettito e l’occupazione. Lo diciamo da tempo: sarebbe utilissimo esportare il processo dell’analisi di impatto sociale effettiva e di dettaglio dei sottocomparti anche a livello dei territori. Territori ancora afflitti dalle misure limitative locali che, come dicono gli esperti in materia sanitaria, non curano e non tutelano effettivamente gli utenti, e che come dicono gli esperti in materia urbanistica ed economica, espellono l’unica offerta controllata dallo Stato in particolare quella degli apparecchi, posto che gran parte di dette mire riguarda tale tipologia di gioco.
La sede istituzionale dove condividere tali aspetti esiste ed è anche recentemente stata individuata dal decreto 41 ed è la Consulta permanente dei giochi pubblici.
Ebbene, per concludere, fatto il riordino dell’online, se non si formalizza l’attuazione della Delega fiscale anche con il riordino del territorio per eliminare la nota questione territoriale, se non si formalizza il provvedimento di armonizzazione della fiscalità dei sottocomparti, si rischia di assistere all’andamento che i numeri di quest’anno continuano a mettere a nudo. E le conseguenze non sono solo quelle dell’impossibilità di fare le gare delle concessioni scadute ed ormai in proroga da anni per i provvedimenti espulsivi locali che la giurisprudenza stenta a fermare, ma anche il lento logorio degli interessi generali sino ad oggi tutelati. E poi per la rete generalista degli apparecchi sarebbe non sopportabile addirittura un ulteriore aumento di tassazione in sede di legge di bilancio. La politica è bene ne sia consapevole”.