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Forum Acadi, il focus è sul riordino del gioco fisico

18 settembre 2024 - 11:16

Al Forum di Acadi sin dai saluti iniziali emerge l'importanza del gioco retail, presidio sul territorio per contro dello Stato contro illegalità e a tutela di salute e ordine pubblico.

Scritto da Ac
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Roma - "Quindi il riordino deve passare per la via maestra del rispetto della legalità, ma anche per la tutela degli interessi economici del settore radicato nei territori. Significherebbe, altrimenti, compromettere non solo il contributo per l’Erario, ma soprattutto ciò che comporta la salute e l’ordine pubblico."

Lo ha detto il presidente aggiunto della Corte dei Conti, Tommaso Miele, nel suo intervento al Forum Acadi, tenutosi oggi, 18 settembre, a Roma.

"Il comparto è uno dei punti fermi dell’economia italiana", sottolinea Miele, "con 11 miliardi all’Erario, 65mila aziende, 150mila occupati. Ma il settore è soprattutto un presidio della legalità nei territori, importante anche dal punto di vista della salute e dell’ordine pubblica. Le persone che operano sul territorio sono garanti della legalità per lo Stato italiano."Per questo "le istituzioni devono avere un’attenzione al gioco pubblico legale, che serve ad arginare tutto ciò che ruota attorno al gioco d’azzardo."

"La quasi la totalità della cifra incassata dall’Erario arriva dal retail, con 2,5miliardi di euro di contribuzione che arriva dalle imprese", ma oltre a questo occorre considerare che "la gestione criminale, l’usura, il riciclaggio, l’evasione, lo sfruttamento delle debolezze sono una costante nel gioco sommerso. Il settore garantisce interessi collettivi primari, la centralità delle aziende concessorie è stata riconosciuta ed è delineata fin dai primi anni 2000, e richiede un rapporto trasparente tra privato e pubblico, un rapporto di lungo termine, per la sostenibilità delle aziende."

"Credo", chiosa Miele, "che la via maestra per il riordino del settore sia quella di garantire la sostenibilità. Il legislatore deve sforzarsi di coniugare la tutela degli interessi economici con la trasparenza e la tutela di tutti gli aspetti sociali."

Prima del suo l'intervento del vicepresidente della Camera dei Deputati, Giorgio Mulé, che evidenziava il fatto che "c’è una asimmetria evidente tra ciò che accade attorno a noi e ciò che accade nei palazzi. Sono passati 13 anni ma finalmente si è dato vita alla delega fiscale, ma bisogna darle seguito, quindi ci sono i tavoli avviati."

"Le regole sono al passo con ciò che accade attorno a noi? La risposta è certamente no. Alcuni strumenti sono superati e da rivedere. In un mondo strettamente digitalizzato serve un approccio nuovo, moderno, sfidante. Il distanziometro è una misura punita dal tempo, basta andare in periferia e si andrà a giocare. La tessera sanitaria è uno strumento obsoleto, inutile prendersi in giro. Allora guardiamo quello che si può e si deve fare, sennò diventa una farsa."

"Bisogna avere il coraggio di guardare le esperienze dell’estero, come la Svizzera, ad esempio, dove il regime di esclusione, e autoesclusione, richiedere però una maturità da parte dell’utente. Non è questa la strada. La strada deve essere una implementazione di strumenti di controllo, che non deve essere negare il gioco. La biometria, che da una certezza della persone, può essere applicata anche al gioco. Così come le soglie di accesso, incrociando il reddito personale con le possibilità di gioco. Può essere, questa, una di quelle misure, che soprattutto per il gioco online, consentono un controllo."

"Approfittiamo di questo momento", chiude con un riferimento al Forum odierno, "in cui il riordino del settore e la delega fiscale lascia spazio per guardare un mondo che, da qui a pochi anno, sarà un mondo completamente diverso. Per questo il contributo che arriva da voi è fondamentale, alimentato dalla coerenza."

Antonio Montanaro, capo ufficio Criminalità organizzata, eversione e terrorismo del Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri sottolinea l'esigenza di "migliorare laddove possibile l’attività preventiva e di contrasto al gioco illegale. Innegabilmente il settore del gioco muove tanti capitali, appetibili per le varie forme di criminalità. Noi cerchiamo, con i nostri presidi sul territorio, anche con l’Agenzia dogane e monopoli, o anche con gli organismi di contrasto al match fixing."

"C’è grande interesse nel sentire, oggi, direttamente dagli operatori, delle indicazioni per orientare la nostra attività sul territorio."

Anche Marco Garofalo, direttore della 1a divisione del Servizio centrale operativo della Direzione centrale Anticrimine della Polizia di Stato, sottolinea come la Polizia di Stato abbia sempre "operatori formati, anche su questo settore molto complesso. Acadi è uno dei soggetti cui ci rivolgiamo per avere dettagli dal settore grazie a corsi di qualificazione per formare operatori di polizia specializzati."

"Quella del contrasto delle infiltrazioni della criminalità in questo settore", sottolinea, "è un attività sulla quale, anche a livello internazionale, siamo molto attenti. Da tempo troviamo necessaria l’interazione tra pubblico e privato."

Michele Esposito, in rappresentanza della Guardia di Finanza, spiega che "la GdF è una forza di polizia che si occupa di fiscalità, quindi tutto ciò che riguarda la raccolta sul gioco pubblico, cercando di tutelare gli operatori onesti cercando di arginare i tentativi di infiltrazione della criminalità, ma anche a tutela dei consumatori. I nostri reparti compiono indagini di polizia giudiziaria come le altre forze di polizia, ma anche controlli di natura amministrativa congiuntamente con l’Agenzia dogane e monopoli."

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