Freni (Mef): ‘Senza un riordino del gioco le proroghe resteranno necessarie’
Secondo il sottosegretario al Mef, Federico Freni, un riordino del settore è anche l'unico modo per sfatare la 'leggenda nera' che aleggia sul mondo del gioco.
“L’unico modo per sfatare la leggenda nera del gioco è quello di rispondere con l’unico strumento serio che lo Stato ha a disposizione: con la regolazione”. È quanto ha presentazione della relazione conclusiva dell'attività svolta dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico – intitolata "Il settore del gioco in Italia" – tenutasi oggi, 11 ottobre, al Senato della Repubblica.
"Adesso abbiamo davanti una tabula rasa", esordisce Freni, "una nuova legislatura che potrà fare la differenza rispetto al mondo del gioco. Dobbiamo chiederci da dove partire, come partire e con quali interlocutori".
E parlando della sua attività nel corso di questa legislatura prossima alla conclusione, ricorda di aver "provato a sfatare la leggenda nera, convinto che si tratti solo d iuna leggenda. Il miglior modo per sfatarla è far conoscere il mondo del gioco per quello che è, e non per quello che molti vorrebbero che fosse. Ho trovato", sottolinea, "grandissima collaborazione in Marcello Minenna, e nella parte del Parlamento, ma non altrettanto in altre parti del Parlamento".
E poi racconta di un aneddoto, un evento capitato "in una sala imprecisata di una camera imprecisata, nella quale si discuteva di come finanziare una norma socialmente utile. Quando ho proposto di finanziarla con i proventi del rinnovo di una concessione del gioco ho rischiato di essere inseguito con i forconi, che fortunatamente non c'erano. Avevo osato pensare che i soldi sporchi del gioco potessero essere un utile strumento di copertura contabile per una norma socialmente utile, cosa che poi comunque avvenne. Questo piccolo aneddoto racconta la leggenda nera".
E suggerisce: "L’unico modo per sfatare la leggenda nera è quello di rispondere con l’unico strumento serio che lo Stato ha a disposizione: con la regolazione. Disciplinando il gioco noi riusciremo a far capire a chi non vuole capire che il gioco non morde, nessuno ha mai pensato di vietare la vendita del vino perché esistono gli alcolisti (è il suo esempio, Ndr), e ciò non vuol dire che nel gioco non ci siano fenomeni patologici, ma che esista la patologia non significa che dobbiamo eliminare anche la fisiologia. Bisogna impegnarsi per risolvere disturbo patologico da gioco d’azzardo e illegalità, che permea una parte del settore, anche se minima. Essere consapevoli non significa fermarsi".
"Ho cercato di fare la mia parte firmando una legge delega", spiega ricordando il suo operato. "Dissi in commissione che sarei tornato a parlare della legge delega qualora il consiglio dei ministri fosse stata calendarizzata, purtroppo questo non è mai avvenuto. Spero lo possa fare il nuovo governo".
"Senza un riordino del settore consapevole e le proroghe resteranno necessarie", aggiunge ancora rispondendo all'intervento precedenti di Giuliano Amato. "Le gare non sono possibili perché sono antieconomiche per lo Stato e per il mercato. Le gare si potranno fare quando il settore sarà regolato con standard qualitativi e quantitativi a livello europeo.
"Il mondo del gioco è fatto pur sempre di concessionari dello Stato che fanno lavoro a decine di migliaia di persone, le proroghe non piacciono neanche a me, ma senza le proroghe è una sconfitta per tutti quelli che credono che la leggenda nera sia una leggenda. Un insuccesso per il sistema che non ha saputo strutturare in modo adeguato strumenti che esistono in tutto il mondo. Le discipline di secondo grado che fa l’agenzia sono di gran lunga migliori di quelle che fa il legislatore. Che la normazione secondaria sia più flessivile di quella primaria è un dato di fatto, ma che la normazione primaria sia un elefante che si muove una cristallarie è un altro problema".
"La casa brucia, se vogliamo salvare almeno il mobilio e magari i nostri figli che sono rimasti dentro casa, dobbiamo iniziare a lavorare. Quello che ho apprezzato della Commissione è questa spinta verso la necessità. È facile parlare senza aver consultato i dati. Essendo un inguaribile ottimista la penso come quel poeta che diceva che i mari migliori sono quelli ancora sconosciuti, e per questo spero che chi prenderà il mio posto e gestirà il mondo del gioco dopo di me abbia lo stesso impeto e la stessa voglia di navigare in mari ancora più belli".
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