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Rapporto gioco legale: 'Proibizionismo favorisce illegalità, cruciale ruolo dello Stato'

21 giugno 2023 - 16:02

Dal secondo rapporto Lottomatica-Censis sul gioco legale in Italia emerge che per gli italiani il proibizionismo favorisce quello illegale, fondamentali ruolo dello Stato, che deve informare sui rischi, e affidabilità dei concessionari.

Scritto da Carlo Cammarella

La ricercatrice del Censis, Anna Italia, introduce il Rapporto sul gioco legale

Roma - Al 47 percento degli italiani è capitato di giocare a uno o più giochi legali nel corso dell’ultimo anno tra Lotto, Lotteria, Superenalotto, scommesse sportive e no, Bingo, giochi online, slot machine. Si tratta di quasi 23 milioni di persone: è la dimostrazione che il gioco è un’attività insita nella cultura e nella quotidianità degli italiani, praticabile in maniera responsabile, misurata e sana.

A scattare tale fotografia è il secondo rapporto Lottomatica-Censis sul gioco legale in Italia, presentato oggi, mercoledì 21 giugno, al Senato della Repubblica. 

L'introduzione è stata affidata a Anna Italia, ricercatrice del Censis, che afferma: “Il gioco è un settore del che ha un forte valore sociale ed economico. Partiamo da alcune verità percepite una volta che siamo andati a sondare la popolazione: il gioco è come un’attività ordinaria di puro divertimento fatta in modo spontaneo, non parliamo di qualcosa di strano. È un attività di massa che coinvolge milioni di italiani. La seconda cosa è che il gioco legale è il nemico irriducibile del gioco illegale gestito dalla criminalità. Attraverso i dati la prima verità”.
 

La scelta di giocare è trasversale ai gruppi sociali e ai territori e infatti giocano il 65,2 percento dei giovani, il 56,7 percento degli adulti e il 16,5 percento degli anziani; il 53,1 percento dei bassi redditi e il 37,5 percento dei redditi più alti; il 38,9 percento di chi vive nei Comuni più piccoli, il 52,5 percento in quelli intermedi e il 58,2 percento in quelli più grandi; il 42,3 percento di chi risiede nel Nord-Ovest, il 36,7 percento nel Nord-Est, il 46,5 percento al Centro e il 57,1 percento nel Sud e Isole; il 54 percento degli uomini e il 40,4 percento delle donne. Tra coloro che giocano, al 56,4 percento è capitato nell’anno di farlo online: al 17,2 percento è capitato spesso, al 39,2 percento di tanto in tanto. Il 43,6 percento di chi ha giocato legalmente nell’ultimo anno, invece, non lo ha mai fatto online.

Hanno fatto più ricorso al gioco legale online i giovani (il 74,7 percento, di cui il 20,1 percento spesso), gli uomini (il 63,5 percento, il 20,1 percento spesso), i laureati (il 61,8 percento, di cui il 15,9 percento spesso) e i residenti al Sud e Isole (62,2 percento, il 24,6 percento spesso). Riguardo alle motivazioni per cui le persone giocano, il 61,1 percento dichiara che è divertente, emozionante, il 59,5 percento spera di vincere, al 22 percento piace e, in alcuni casi, è una passione, per il 17 percento è un’abitudine che rilassa e per il 2,8 percento è occasione per relazionarsi con gli altri. Più in generale, per 69,4 percento degli italiani il gioco è un’attitudine umana, nel praticarlo non c’è nulla di male, l’importante è dare delle regole.

MENO GIOCO LEGALE = PIÙ GIOCO ILLEGALE - Il rapporto irriducibilmente inverso tra gioco legale e gioco illegale è una verità confermata già durante l’emergenza sanitaria, quando i luoghi del gioco legale prima sono stati chiusi e in seguito si sono dovuti sottoporre a restrizioni di vario tipo. In ogni caso, nella percezione degli italiani la limitazione del gioco legale favorirebbe quello illegale: infatti, il 61,3 percento ritiene che se si limitasse fortemente il gioco legale si ridurrebbero gli italiani che giocano legalmente, ma aumenterebbero in maniera consistente quelli che lo fanno in modo illegale, a beneficio della criminalità organizzata. Inoltre, il 77,4 percento degli italiani (l’82,7 percento tra i giovani) ritiene che il gioco legale, regolato e gestito dallo Stato, sia un argine contro il gioco illegale regolato e gestito dalla criminalità organizzata. L’esperienza concreta del periodo pandemico trova riscontro nel punto di vista degli italiani, confermando l’irriducibile relazione inversa tra gioco legale e gioco illegale.

IL RUOLO DECISIVO DELLO STATO - Per il 91,3 percento degli italiani lo Stato deve regolare e gestire il gioco legale a tutela del consumatore e della collettività: è una convinzione condivisa trasversalmente da una netta maggioranza nei gruppi sociali e nei territori, con consensi sempre prossimi o superiori al 90 percento. Allo Stato viene attribuito il compito di delineare il perimetro entro il quale il gioco può svolgersi senza rischi per i cittadini, regolando e gestendo l’attività in modo da garantire che resti un loisir per tutti.

I CONCESSIONARI, ALLEATI ESSENZIALI DELLO STATO - L’87,7 percento degli italiani ritiene che il rispetto delle regole stabilite dallo Stato e la tutela dei consumatori dipendano anche dalla qualità e dall’affidabilità dei concessionari, cioè dei soggetti che per conto dello Stato gestiscono i giochi: è un’opinione condivisa dalla maggioranza degli italiani, con valori elevati trasversalmente ai gruppi sociali e ai territori. Ne sono più convinti l’89,5 percento dei diplomati e l’88,3 percento dei laureati. Il punto di vista degli italiani è chiaro: sono i concessionari a garantire la concreta applicazione delle regole.

PROIBIZIONISMO BOOMERANG - Se la maggioranza degli italiani è contraria a una regolazione troppo limitativa del gioco legale da parte dello Stato, l’80,6 percento è convinto che proibire il gioco legale comporterebbe un rafforzamento del gioco illegale e della criminalità che lo controlla e gestisce. No al proibizionismo perché è autolesionista: ecco il senso comune dell’opinione pubblica sul gioco. Più contrari al proibizionismo sono i residenti al Centro (83,3 percento) e nel Sud e Isole (81,4 percento). In ogni caso, la percentuale resta prossima alla soglia dell’80 percento trasversalmente a tutti i territori e gruppi sociali. Gli italiani diffidano di normative che nascono da stigmatizzazioni, a loro volta, esito di semplificazioni eccessive fondate su moralismi ideologici fuorvianti. Solo il 19,4 percento non crede al nesso tra divieto del gioco legale e rafforzamento di quello illegale. Il 68,8 percento degli italiani è anche contrario a limitare i luoghi fisici in cui è possibile giocare legalmente, poiché provocherebbe il trasferimento dei giocatori in luoghi non controllati. Anche questa opinione conferma che per gli italiani il proibizionismo finisce per produrre risultati opposti alle intenzioni, poiché clandestinizza un fenomeno rendendolo non regolabile, più difficilmente controllabile e, anche, pericolosamente attraente.

MEGLIO SENSIBILIZZARE AL GIOCO RESPONSABILE – L’89,7 percento degli italiani è convinto che lo Stato abbia il compito di sensibilizzare e informare sui rischi di dipendenza dal gioco, ma che ciascuno debba poi essere libero di decidere se giocare o meno. Opinione condivisa trasversalmente rispetto a età, sesso, reddito, titolo di studio, territorio di residenza e situazione occupazionale. Ne sono più convinti i giovani (88,2 percento), gli alti redditi (95,1 percento) e i diplomati (91,7 percento). L’86,8 percento dei cittadini ritiene importante formare i gestori dei luoghi del gioco legale per sensibilizzare al gioco responsabile, mettendoli nelle condizioni di contribuire a evitare eccessi, a capire la differenza tra gioco legale e gioco illegale e a promuovere la conoscenza degli aspetti utili a una fruizione responsabile. Il 78,5 percento valuta utile la creazione nei luoghi del gioco di corner informativi per sensibilizzare al gioco legale e il 72 percento vorrebbe fossero lanciate campagne di comunicazione per indirizzare i giocatori sui siti online di gioco legale. La comunicazione sui rischi della dipendenza, il ruolo responsabilizzante dei gestori e la creazione di punti di sensibilizzazione direttamente nei luoghi fisici del gioco legale sono proposte che raccolgono largo consenso, a ulteriore conferma che a logiche proibizioniste o di imposizione, gli italiani preferiscono una più solida ed efficace costruzione di consapevolezza individuale.

CERTEZZA DEL DIRITTO, TUTELA PER TUTTI - L’88,6 percento degli italiani ritiene che la regolamentazione del gioco legale debba essere decisa esclusivamente dallo Stato, in modo da avere lo stesso quadro di regole su tutti i territori. Attualmente il quadro normativo che regola il settore del gioco legale è invece frammentario e complesso, stratificato tra fonti diverse a livello nazionale e territoriale. Parte importante della confusione è causata dalla proliferazione della disciplina regionale, poiché molte Regioni affiancano alle misure contenute nei piani sanitari ulteriori provvedimenti regolatori di prevenzione della dipendenza dal gioco. Da qui l’articolazione regolatoria tra territori, che genera confusione e incertezza. Il common sense degli italiani, invece, ritiene che si debba andare oltre tali differenze.

SEGNALI DEL DOPO CATASTROFE PANDEMICA - Dopo il disastro del 2020, nel 2022 si è assistito a una significativa ripresa del settore del gioco legale, che ha portato la raccolta – ovvero il totale delle puntate dei giocatori – a superare i livelli pre-pandemici, con 136 miliardi (+23,1 percento rispetto al 2019). Al netto delle vincite, la spesa dei giocatori nel 2022 è stata di 20,3 miliardi di euro. Nel 2022 risalgono anche le entrate erariali, che sono state di 11,2 miliardi di euro. Si tratta di un valore prossimo a quello del 2019.

 

Il rapporto integrale è consultabile in allegato.

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