De Fabritiis (Mdf Partners): 'Gioco online, nel 2025 l'80% dei ricavi da 5 operatori'
Mauro De Fabritiis, founder e amministratore di Mdf Partners, sottolinea la progressiva concentrazione del mercato del gioco italiano, e il legame tra retail e online.
Roma - “Sulla base delle stime fatte, il mercato internazionale del gioco è di 462 miliardi. Di questi, 83 miliardi sono del gioco online che vive una crescita acuitasi da 2019 a 2023: Nel contesto europeo il Ggr online pesa per il 30 percento sul totale ed è interessante vedere come l’incidenza dei primi dieci Paesi pesi per il 70 percento sul totale del mercato. Tra 2016 e 2023 il mercato del gioco online è arrivato a 4,3 miliardi e si è quadruplicato, con una crescita accelerata anche nel periodo pandemico."
Lo sottolinea Mauro De Fabritiis, founder e amministratore di Mdf Partners, nel corso dell'evento organizzato dall'associazione As.tro per presentare lo “Studio sul settore dei giochi in Italia 2023 – Focus su apparecchi con vincita in denaro e online”, realizzato dalla Cgia Mestre, tenutosi oggi, 10 ottobre, a Roma.
In particolare "dal 2019 al 2023 la spesa media e il numero di utenti è incrementato, la spesa media è raddoppiata tranne che in Francia dove pesa invece l’assenza dei casinò online. Tuttavia è importante tenere presente che i protagonisti della crescita del mercato online operano nel retail. Un altro aspetto che riguarda il mercato italiano è la concentrazione dal 2018 al 2024: ci troviamo di fronte a una serie di operazioni di acquisizioni da parte di gruppi italiani e spesso esteri che non a caso riguardano gruppi che operano in maniera omnicanale. Applicare aspetti di evoluzione digitale al comparto retail allunga la vita al retail e ha fatto in modo che il retail mostrasse una maggior resilienza.
La maggior parte della spesa complessiva è vincolata a cinque gruppi corrispondenti a 16 operatori che rappresentano il 28 percento del mercato,
In questo mercato dieci aziende corrispondenti a 24 concessioni dominano un mercato in cui i piccoli operatori rappresentano solo l’11 percento, ovvero mezzo miliardo di spesa, tutto questo corrisponde a 61 concessioni. La domanda che ci poniamo è come in una situazione di cambio regolatorio, che creerà degli impatti sul modo di competere, questi soggetti potranno rimanere vivi in questo scenari”, conclude De Fabritiis.