Ricerca Rue: 'eteroesclusione' tutela per giocatori problematici e interessi pubblici e privati
Presentata a Roma la ricerca sulle modalità per la realizzazione di un Registro unico delle esclusioni del settore dei giochi, per realizzare la quale servirebbe unità di intenti e di vedute a livello europeo.
Emerge la necessità di una unione di intenti e di vedute a livello europeo, visto che le leggi a tutela dei giocatori problemati sono differenti da paese a paese. Questo uno dei punti fermi emersi nel corso della presentazione della ricerca sul "Registro unico degli esclusi per il settore del gioco pubblico in Italia, dallo strumento alla strategia", svolta dal dipartimento di Scienze cliniche e medicina traslazionale dell'Università degli studi di Tor Vergata, oggi, 8 giugno, nella cornice di Palazzo Valentini, a Roma.
Una ricerca che, come ha spiegato Laura D'Angeli, componente del Gruppo ricerche e diritti e salute del giocatore/consumatore dell'Università, "ha analizzato le modalità per la realizzazione di un Registro unico delle esclusioni del settore dei giochi in Italia approfondendo l’argomento sia al fine di un ampliamento dell’attuale sistema dell’autoesclusione, ad oggi limitato al solo gioco on line, sia per valutare le possibili modalità di realizzazione della cosiddetta 'eteroesclusione', intesa come esclusione dal gioco di un giocatore da parte di soggetti terzi rispetto al giocatore stesso".
"La ricerca non deve essere intesa come mero incipit ad aggiungere 'a-sistematicamente' un nuovo strumento nella lotta al gioco patologico", continua D'Angeli, "ma deve essere considerata come stimolo per ricercare la giusta connessione tra autodeterminazione, Stato e libertà di iniziativa economica nel particolare settore dei contratti di gioco, andando a individuare le migliori basi giuridiche volte all’introduzione di adeguate strategie operative per garantire l’agire dei molti protagonisti interessati al tema, proprio in quello ‘spazio neutro’, l’ordine e la salute pubblica, causa e fine della ricerca di un difficile bilanciamento di interessi nel settore in esame".
Le esperienze internazionali. "Lo strumento dell’esclusione dal gioco sia nella forma dell’autoesclusione sia dell’eteroesclusione trova un’ampia e diversificata applicazione a livello internazionale", aggiunge Laura D'Angeli, "ed è per tale motivo che è stata condotta un’analisi comparata delle esperienze su tale tema di: Belgio, Francia, Gran Bretagna, Spagna, Germania, e Arizona. Sebbene le finalità sottostanti all’utilizzo dello strumento dell’esclusione dal gioco siano uniformemente condivise tra i diversi Stati nel senso comune di interpretare la misura come: 'una forma per la protezione di coloro che sono a rischio di problemi di gioco d’azzardo e devono essere prevenuti da disagi finanziari, sociali e psicologici', non si può affermare altrettanto per le modalità di funzionamento dello strumento stesso. In linea generale emerge uno scenario caratterizzato da una estrema variabilità delle soluzioni adottate dai diversi Paesi per corrispondere alla stessa esigenza di tutela del giocatore. I differenti approcci sono il riflesso di condizioni sociali, normative e politiche sul territorio estremamente differenziate con la conseguente manifestazione di un framework regolatorio e gestionale della esclusione dal gioco estremamente diversificato. Le principali differenze si rilevano sull’efficacia territoriale del Rue che per alcuni Stati è valida su tutto il territorio nazionale (per esempio in Belgio, Francia) e per altri è limitata al livello locale (in Spagna e Germania). Tali elementi sono anche il riflesso di una diversa organizzazione politica che determina delle logiche di gestione dei servizi al cittadino, differenziati a livello geografico. Lo strumento dell’eteroesclusione ovvero la possibilità di richiedere l’esclusione dal gioco da parte di un soggetto terzo, senza passare per la via giudiziale, è attualmente praticata in Belgio, Spagna (limitatamente ad alcune Comunità autonome) e in Germania."
Nel tempo, emerge ancora nel corso della relazione di D'Angeli, il processo di graduale empowerment del consumatore-giocatore ha assunto un ruolo centrale nelle strategie di prevenzione dei danni dal gioco d’azzardo con l’obiettivo di favorire un comportamento responsabile verso il gioco. La centralità del giocatore o consumatore rientra, tra l’altro, nelle moderne teorie del marketing che in questo contesto possono essere definite come 'marketing responsabile per il gioco'.
"Nel caso del gioco d’azzardo", spiega l'esperta, "il marketing perde la sua veste commerciale per assumere quella sociale e diventa uno strumento per orientare i consumatori verso un consumo del gioco consapevole, sano e basato sull’intrattenimento. Il marketing socialmente responsabile del gioco d’azzardo in Italia può diventare uno strumento per orientarne il comportamento del consumatore-giocatore attraverso un processo di empowerment consapevole e lo sviluppo di strategie di gioco responsabile mirate ai diversi sottotipi di giocatori (sicurezza e intrattenimento). Attraverso un approccio selettivo e mirato il gioco può adottare delle strategie auto ed etero espulsive per i giocatori patologici e inclusive per i giocatori positivi".
Dallo strumento alla strategia. "Procedendo da un dato metodologico e di approccio: una efficace strategia di esclusione dal gioco, come emerge dalle evidenze scientifiche e dall’analisi comparativa internazionale, dovrebbe basarsi su un sistema che sia per quanto possibile indipendente dalle tipologie di gioco, mediante un approccio che dia maggiore rilevanza al concetto di responsabilizzazione di tutti gli attori della filiera del gioco, alla qualificazione dell’offerta di gioco, alla realizzazione di adeguati e nuovi modelli di habitat di gioco, il tutto mediante un trend collaborativo. Relativamente all’efficacia della misura dell’esclusione si evidenzia come essa sia massima in presenza di un’esclusione del giocatore da tutte le tipologie di gioco, da tutti i canali di vendita del gioco (terrestre e on line,) indipendente rispetto alle caratteristiche dei punti vendita e valido su tutto il territorio nazionale. Per quanto riguarda le tipologie di esclusione dal gioco è possibile individuare l’autoesclusione nel caso in cui la modalità di attivazione del processo di esclusione sia effettuato dal giocatore o l’eteroesclusione nel caso in cui la richiesta di iscrizione al Rue sia effettuata da un soggetto terzo familiare o portatore d’interesse", spiega ancora D'Angeli.
Emerge che la visione dell’esclusione dal gioco d’azzardo come una strategia piuttosto che come un semplice strumento individuale, se inserita nel contesto italiano, potrebbe includere: la definizione di un framework normativo e regolatorio in grado di definire i principali aspetti funzionali della strategia; la realizzazione di Registro unico degli esclusi che comprenda il gioco d’azzardo online, terrestre e anche l’eteroesclusione; la individuazione del ruolo della comunicazione e dell’informazione al consumatore, al giocatore, ai familiari e ai portatori di altri interessi.
Mentre per quanto attiene al framework normativo si evidenzia la possibile previsione, da parte di una norma di rango primario, di un registro unico delle esclusioni (rappresentato sotto la forma di un’unica banca dati relativa ai giocatori esclusi dal gioco) contraddistinta da due distinte modalità di iscrizione/accesso, l’una l’autoesclusione e l’altra l’eteroesclusione, così come l’applicazione del sistema dell’esclusione auto ed eterodiretta sia al gioco fisico che al gioco on line ed applicabile a tutte le tipologie di gioco, la previsione dell’iscrizione “de iure” di alcune categorie di soggetti come i soggetti in sovraindebitamento o con patologie a rischio o dipendenze, la previsione di una durata del periodo di esclusione dal gioco (considerando altresì l’ipotesi a tempo indeterminato) e delle relative modalità di revoca se ritenute applicabili.
"Relativamente all’eterosclusione dal gioco", aggiunge ancora Laura D'Angeli, "è emersa la necessità di realizzazione di strumenti semplificati ma allo stesso tempo proattivi ed intercettativi di forme di disagio patologico o problematico, che vadano ad ampliare la tutela preventiva del giocatore e, dunque dell’ordine pubblico, mediante procedure snelle ed anonime di ‘eterosegnalazione’. Al fine di ricercare le migliori basi giuridiche funzionali a stimolare una riflessione sulla possibilità di introdurre forme di eterosegnalazione, utilizzando strumenti o principi già ampiamente presenti nella nostra attuale legislazione, si sono approfonditi istituti quali, a titolo di esempio, il c.d. ‘Whistleblowing’ o, in campo penale, la procedura di c.d. ammonimento in tema di stalking, ovvero ancora alla disciplina di cui all’art. 35 del d. Lgs. 231/07 in tema di segnalazione di operazioni sospette".
E conclude aggiungendo che "l'esito dell’analisi ha portato alla conclusione in ordine alla possibile previsione di un sistema di eteroesclusione come istituto di natura amministrativa e dunque non a valenza giudiziaria, non ritenendosi necessario l’intervento di una Autorità giudiziaria, oltre al riconoscimento del diritto di partecipazione al procedimento di eteroesclusione da parte del 'segnalato', alla garanzia di assoluta riservatezza del soggetto segnalante, alla dimostrabilità, in capo al segnalante, di avere un interesse personale o familiare o di altra natura ma giuridicamente rilevante, all’attivazione del divieto, alla legittimazione alla presentazione dell’istanza anche in capo a soggetti non familiari ma che siano comunque portatori di un interesse pubblico o economico rilevante, come ad esempio nel campo sanitario o bancario ovvero nel campo della tutela, curatela e/o amministrazione di sostegno".
A concludere il convegno l'intervento della professoressa Giulia Donadel, del dipartimento di Scienze cliniche e medicina traslazionale dell’Università di Roma Tor Vergata, la quale sottolinea come "un aspetto importante stia nel fatto che il gioco e le scommesse fanno parte del genere umano; fin da bambini rappresentano un modo di interagire e di divertirsi ed è per questo che il giocatore deve essere tutelato. Per questo è molto importante l’informazione nelle scuole, nelle università e nei licei. Dal nostro punto di vista che riguarda la parte di studio medico e di ricerca abbiamo somministrato agli studenti dei questionari per capire anche il loro rapporto con il gioco; un progetto su cui stiamo andando avanti. Tuttavia bisogna lavorare insieme per proteggere il giocatore e per far prevalere una forma di gioco che sia di piacere e non patologica."
Infine Giulia Donadel rimarca che “le leggi sono diverse da paese a paese. Pertanto va trovata a livello europeo una proposta che sia univoca e uguale per tutti.”
Altri articoli su
Registrati all’area riservata e segui i tuoi tag preferiti. Accederai all’elenco di tutti i nuovi articoli che usciranno legati a questi tag.