Sfs, Pagano (Qlash):‘Grande sinergia con sport tradizionale ma si può fare di più’
Al panel sugli esports ospitato dal Social football summit, Luca Pagano, founder di Qlash, sottolinea la necessità di fare degli eventi sul territorio per sviluppare e alimentare le community.
Scritto da Ac
Roma - “Qualche anno fa eravamo venuti qui al Social football summit per parlare di esports e analizzare il fenomeno e all’epoca ci eravamo detti di essere all’anno zero, di un’industria che in Italia sarebbe dovuta esplodere negli anni successivi. Oggi siamo di nuovo qui e possiamo dire che sono stati fatti enormi passi in avanti, ma forse siamo ancora all’anno ‘uno’, o forse anche prima, perché c’è ancora un grande lavoro da fare”.
Parole pronunciate da Luca Pagano, founder di Qlash (organizzazione internazionale impegnata nel settore degli sport elettronici) nel suo intervento al panel 'Leading in gaming and esports', tenutosi oggi, 22 novembre, realizzato in collaborazione con EsportsMag.it e Gn Media all'interno del Social football summit di Roma.
Pagano quindi prosegue: “Va però detto che in questi anni si sono raggiunti dei risultati e la Lega Serie A che interviene oggi a questo panel ne è una prova, visto che dopo una partenza soft è riuscita pian piano ad aggregare tutte le squadre di riferimento e oggi sia i club di Serie A che anche molti delle serie minori hanno un proprio team di esports.
Questo è sicuramente un fatto positivo è importante per lo sviluppo e la promozione degli sport elettronici ma possiamo e dobbiamo fare molto di più. Credo infatti che le squadre di calcio e gli sport tradizionali più in generale ora dovrebbero fare uno sforzo ulteriore e non limitarsi soltanto a sfruttare gli esports unicamente come canale di comunicazione per raggiungere il target di giovani e giovanissimi.
Ci sono infatti tantissimi giovani che, oltre a ispirarsi ai loro beniamini sportivi, hanno voglia di vivere esperienze competitive e di socializzazione e quindi credo che occorra fare degli eventi sul territorio per sviluppare e alimentare le community.
Noi quando organizziamo eventi vediamo un riscontro grandissimo tra i giovani e anche nei vari progetti che abbiamo fatto nelle scuole, come l’alternanza scuola-lavoro, abbiamo avuto feedback estremamente positivi non solo dai giovani, perché questo lo davano per scontato, ma anche tra i genitori e tra i docenti e questo è forse l’aspetto più importante”.