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Stati generali Adm: il confronto tra stakeholder la base per superare norme del passato

27 giugno 2024 - 18:32

L'importanza del confronto tra portatori d'interesse superare norme non più in linea con la realtà attuale al centro del tavolo su proposte operative e soluzioni normative per il riordino del gioco

Scritto da Redazione
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Roma - Emerge una "nuova" immagine del gioco pubblico dal tavolo “La riforma dei giochi pubblici tra esigenze di bilancio, tutta quella della salute e salvaguardia del comparto economico” tenutosi nell'ambito degli Stati generali dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, in agenda tra oggi e domani, 27 e 28 giugno a Roma. 

A interagire tra loro, con la moderazione del giornalista di La7 Andrea Pancani, volti più o meno noti per il settore, come Geronimo Cardia, presidente Associazione Concessionari di Giochi Pubblici, Acadi, Riccardo Pedrizzi, presidente Nazionale del Comitato Scientifico, Ucid, Gennaro Schettino, presidente dell'associazione Gioco e intrattenimento in Concessione, Agic, Giuseppe Melis, professore Ordinario Università Luiss Guido Carli e Antonello Turturiello, segretario generale della Regione Lombardia.

Inizia Antonello Turturiello, sottolineando che "contemperare tutti gli interessi e non è facile. La legislazione ci ha messo un po' di principi che poi nei fatti tuttavia non sono stati realizzati, e la criticità maggiore in questo momento è la difformità nel territorio nell'applicazione di questi principi. Noi abbiamo fatto un accordo con il Governo, nel quale uno degli obiettivi era la riduzione dei punti di gioco, che effettivamente c'è stata.
Questo nonostante lei criticità, e ciò è funzionale a segnalare che la reale collaborazione, in questi casi è un elemento di vantaggio, non uno strumento di criticità."

Ricorda, il Segretario generale della Regone Lombardia, che "attualmente è in corso una discussione per individuare una serie di elementi sulla base dei quali tutte le regioni possano applicare le stesse regole. Elementi che siano in grado di rispettare i quattro obiettivi che sono la tutela della salute dei cittadini, il mantenimento del gettito, la tutela degli operatori economici, e il contrasto dell'illegalità. Certo queste potrebbe far perdere un elemento sul versante dell'autonomia, ma guadagnandone un valore", e aggiunge dicendosi convinto che "l'autonomia differenziata sia un valore, se ci sono dei costi collocati a livello territoriale e questi costi sono diversi, questa diversità deve essere valorizzata. 
L'attuazione dell'articolo 15 della legge delega ci dice di individuare i luoghi sensibili, le distanze fisiche dei luoghi sensibili, le fasce orarie. Ma qui abbiamo messo un punto di domanda: il gioco fisico può ancora essere regolato da questi fattori? Questi parametri sono ancora utili per la tutela della salute del giocatore? C'è un incremento del 673 percento rispetto al 2012 della raccolta del gioco su rete telematica, ha ancora senso la distanza fisica guardando queste cose?"

Dal nostro punto di vista la collaborazione è ancora prevalente, ma dobbiamo tenere conto della evoluzione del sistema Paese con la diffusione degli strumenti digitali e delle nuove normative, sia a livello comunale che a livello regionale. Non possiamo non tener conto che c'è uno spostamento del gioco verso l'online." 

E chiude sottolineando che "gli argomenti sui quali lavorare per trovare un punto di sintesi tra Stato ed enti locali partono dalla certezza delle regole, che darebbe la possibilità di indire gare con regole nuove; tutelare la salute verificando gli accessi a giocatori di maggiore età; effettuare controlli centralizzati a contrasto dell'illegalità; salvaguardare l'occupazione delle piccole medie imprese; mantenere una regolare afflusso del prelievo tributario; prevenire il riciclaggio dei proventi di attività criminose."

Dopo Turturiello il palco è di Geronimo Cardia, che torna a rimarcare il tema dell'equilibrio: "siamo alla ricerca di una normativa che dia riequilibrio anche alle eventuali norme limitative", spiega, "dal 2000, quando è cominciato il percorso di regolamentazione, ad oggi, abbiamo visto l'introduzione di diverse verticali di gioco ben regolamentate, con la presenza sul territorio dello Stato di tante persone, che sono incaricati di pubblico servizio. Noi per un verso siamo invidiati da tutti, perché in Italia, giocando, c'è trasparenza totale, mentre in giro per il mondo non è così. Dall'altro abbiamo un problema, perché dal 2011 in poi, nel tentativo di contrastare il disturbo da gioco d'azzardo, si sono messe a terra delle misure di contrasto. Noi siamo per l'equilibrio tra tutte le filiere." 

"Dobbiamo applicare un criterio di equilibrio in ogni misura, se ad esempio la distanza non funziona dobbiamo avere il coraggio di superarla. Non c'è dubbio che noi siamo per le distanze giuridiche, ma il limite deve essere sostenibile, ma questa sostenibilità deve essere verificabile anche dopo l'applicazione.

Sottolinea, quindi, Cardia, "il principio della presenza capillare. La presenza sul territorio dell'offerta pubblica di Stato è un principio sul quale non si può transigere. È un principio fondamentale e qualunque norma che si arriverà a mettere a terra con il legislatore non può non prevedere un meccanismo che consenta a posteriori di fare delle verifiche. La regione Campania ha fatto un sistema tra operatori della salute pubblica e privata e tra operatori del terzo settore chiedendo loro di fare dei progetti mentre alla regione spetta il compito di controllare. Hanno quindi messo in piedi un osservatorio all'interno del quale ci sono pure i rappresentanti delle imprese del gioco. Quindi degli esempi per superare il problema ce li abbiamo."

Infine una battuta sul tema dell'armonizzazione fiscale, perché "si deve essere consapevoli che diverse tipologie di giochi hanno delle conseguenze importanti sui soldi che si rimettono in tasca i giocatori con i payout, sui tempi di intrattenimento e i margini che si lasciano alle filiere. Noi siamo per l'equilibrio di tutti questi aspetti."

L'intervento Gennaro Schettino, si focalizza su "un sistema di regolazione che ci consente ogni anno di gestire nella legalità 18 milioni di Italiani che comunque giocano, consente di controllare i problemi, e consente all'agenzia di effettuare i controlli. Questo per dire che il sistema in sé funziona."

"È chiaro che ora siamo dentro un loop, un blocco del sistema, dopo dieci anni di proroghe che non sono certo un sistema vincente. Siamo in un sistema che non ci consente soprattutto di implementare quella innovazione tecnologica che è il driver per la tutela del consumatore. Noi non possiamo come aziende pensare a investimenti di medio lungo termine in questo momento, avendo le proroghe che scadono il 31 dicembre di quest'anno. Fra cinque mesi rischiamo di trovarci come prima se non mettiamo mano effettivamente al sistema. Non vogliamo essere i balneari bis."

"Quindi", chiosa Schettino, "il riordino è necessario, e a nostro modo di vedere nella delega fiscale sono già fissati i paletti della strada. Il primo pezzo che è stato attuato, quello solo online, già indica una direzione: l'innalzamento dei requisiti di chi gestisce per conto dello Stato questa attività, la tutela della legalità, e la tutela del giocatore, ma per fare questo abbiamo bisogno della certezza delle regole."

Secondo il professore ordinario dell'università Luiss Guido Carli, Giuseppe Melis, "il legislatore deve fare un esercizio non facile tra tutti gli interessi meritevoli di considerazione che trovano una composizione giuridica nella concessione. Da qui l'importanza delle concessioni e del loro rifacimento. In questo il legislatore ha un'ampia discrezionalità, che significa pur sempre una regolamentazione giuridica di una serie di interessi che vanno composti, senza fare distinzioni e differenze."

"Il mondo è cambiato ci sono concetti vecchi che vanno necessariamente superati", dice parlando delle distanze, "quindi che si debba andare in una direzione giuridica e non più fisica delle distanze e mi pare una cosa piuttosto evidente", e ricorda che "parliamo di 12 miliardi di euro, quindi cifre che non sono affatto trascurabili. In questo va considerato che più si aumenta l'imposizione, non necessariamente aumenta anche il gettito", ricordando che "la dicotomia tra raccolta e margine è quindi un tema che va affrontato, compresi gli effetti sul payout."

Melis evidenzia come "il gettito attualmente proviene quasi totalmente dalla rete fisica, e paradossalmente il giocatore ha convenienza di giocare online. Anche l'esperienza covid insegna che la domanda non è completamente anelastica, ampliamenti o compressione non necessariamente sforzano in un'offerta di gettito nella stessa direzione", e sottolinea come "l'idea che l'offerta stimoli la domanda non regge più in questo mutato contesto normativo, lo sarebbe forse solo se si regolamentasse e si comprimesse l'intera offerta."

Sul tema dell'illegalità sottolinea come sia "piuttosto evidente che l'interesse della criminalità sia quello di creare canali alternativi, piuttosto che infiltrarsi in quelli esistenti."

"Si richiede un urgente regolamentazione conferenza stato regioni", aggiunge ancora Melis, "dalla quale non si può più soprassedere, e un assetto normativo di tipo stabile. L'interesse della salvaguardia della filiera e del mantenimento dell'occupazione."

Sottolinea, infine, "due elementi senza i quali nulla può funzionare: il sistema sanzionatorio, con un criterio di proporzione (a comportamenti diversi corrispondono sanzioni diverse) e proporzionale (con sanzioni che non possono essere spropositate). Il secondo grande tema è quello della neutralità del tributo Iva nella filiera, perché sappiamo che c'è ancora un enorme oscurità, talvolta con improvvide differenziazioni tra attività in un rapporto che invece è fondamentalmente unitario. Tutto questo per non creare inceppamenti del sistema che non garantiscono un corretto funzionamento."

Chude il tavolo di lavoro Riccardo Pedrizzi, presidente nazionale del comitato scientifico Ucid il quale esordisce sottolineando "l'intelligenza dell'architettura di questi Stati Generali di Adm. Viene presentato lo stato dell'arte, comprensivo delle problematiche, e vengono richiesti un giudizio e delle proposte." 

Spiega che "leggendo la realtà devo registrare che una parte delle istituzioni è buona parte dell'opinione pubblica considera questo settore un problema sociale. Tutto questo approccio si allargano le dimensioni delle patologie, si danno cifre al lotto, per non dire a caso, spostando il focus sull'intero settore invece che concentrarsi su chi ha effettivamente un problema. La deriva che le normative vengono deviate dal contrasto alla patologia all'intero settore, e in una prospettiva totalmente sbagliata. Così il legislatore produce una serie di norme che si accavallano, che si contraddicono."

Abituato ad agire studiando i documenti, spiega Pedrizzi, non riesce a comprendere come mai "il primo documento che è stato trascurato da tutti, operatori compresi, sia un documento della corte dei Conti che prende in esame tutto il settore sottolineando la sua importanza determinante per il Pil (il settore dà l'1,5 del Pil). È un settore che fa anche grande innovazione tecnologica, che è stato a presidio sul territorio contro la criminalità, che da lavoro fa oltre 100.000 persone, costituendo quindi un settore strategico."

Ma come si può dare dignità al gioco pubblico legale? "Si può fare innanzitutto rapportando i giochi a finalità di carattere sociale, poi serve la semplificazione, un testo unico, che è di importanza fondamentale."

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