Consulta nazionale dell'ippica, c'è chi dice 'no'
L'istituzione della Consulta nazionale dell'ippica scuote il settore: molti operatori ne criticano la composizione e la preminenza data agli ippodromi rispetto ad allenatori, guidatori e proprietari.
Non sono tutti positivi i commenti all'istituzione della Consulta nazionale dell'ippica, fortemente voluta dal sottosegretario Patrizio Giacomo La Pietra.
Con il passare delle ore, infatti emergono numerose prese di posizione critiche da parte di operatori del settore, in primis sui social ma anche ai nostri “microfoni”.
Fra i primi a parlare a GiocoNews.it c'è Giovanni Sibilio, portavoce del Ciga - Comitato ippico allenatori e guidatori.
“Nei prossimi giorni è in calendario il direttivo del Comitato, e fra i punti all'ordine del giorno c'è proprio la 'questione Consulta'. La nostra posizione a riguardo è fortemente critica. Crediamo che l'ippica non abbia bisogno di una consulta con 20 membri, che certamente non può essere un organo snello; l'ippica ha bisogno di più soldi, e visto che presto sarà in discussione la Finanziaria chiederemo al sottosegretario di farsi portavoce di questa necessità. Per non parlare della necessità di pagamenti a 30 giorni, per essere più competitivi. Inoltre, dovrebbe essere verificato come vengono spesi i soldi che vengono erogati, e se vengono spesi effettivamente per servizi legati all'ippica.
Detto questo, tornando alla composizione della Consulta, come Ciga contestiamo anche il criterio delle rappresentanze: gli ippodromi italiani sono una quarantina e hanno quattro rappresentanti nell'organismo voluto dal Masaf, gli allenatori e i guidatori invece sono 300-400 e hanno un solo rappresentante.
Quindi, credo che 'rappresentare' l'ippica in questo modo sia rappresentarla 'all'inverso'.
I protagonisti dell'ippica sono i cavalli, gli allenatori, i guidatori, i proprietari; gli altri sono solo comprimari che devono gestire gli impianti.
Inoltre, contestiamo anche le funzioni sulle quali la Consulta dovrebbe deliberare; non si conoscono la sua durata né la modalità di svolgimento delle elezioni: perché non possiamo essere noi ad eleggere i nostri rappresentanti?”.
Sibilio quindi anticipa che “molto probabilmente” il direttivo del Ciga, che “verrà ampliato con molti nomi storici dell'ippica, dal Piemonte alla Sicilia, deciderà di non far parte della Consulta. Per noi l'unico organo che potrebbe essere necessario sarebbe uno dedicato alla programmazione e composto da tecnici, in questo caso da allenatori e guidatori”.
Ad offrire il suo punto di vista alla nostra testata è anche Benedetto Di Giulio, amministratore di “Controinformazione ippica”, gruppo Facebook particolarmente seguito e popolato dagli operatori del comparto, che ha dalla sua 50 anni di esperienza, come proprietario, allenatore, gentleman nonché esperto di mascalcia per il galoppo. “Il mio è un parere del tutto negativo. Non sono chiari gli obiettivi, non sono chiare le dinamiche con la quale verranno scelti i candidati, l'identificazione dei soggetti che ne faranno parte. Basti pensare che nella prima scrittura del decreto gli ippodromi avevano un solo rappresentante, ed ora sono quattro. Credo che ciò non deponga a favore della trasparenza di questa operazione, c'è una grossa autoreferenzialità”.
Dai social arriva anche la voce di Roberto Mazzucato, altro storico operatore – allevatore di 163 cavalli trottatori che hanno vinto complessivamente 5milioni 340.000 euro e 17 gran premi in italia e europa, e membro della task force per la riforma del settore promossa dal ministero dell'agricoltura ai tempi in cui era guidato da gian marco centinaio, abbandonandola dopo soli tre mesi – e fondatore del gruppo Facebook “Grandi cavalli-grandi corse-grandi eventi.. .dell'ippica dei nostri giorni”, con quasi 8mila iscritti.
Anche lui molto critico verso il nuovo organismo, istituito proprio in un momento in cui gli “ippici sono allo stremo”, “prendono i premi a sei mesi e la programmazione li ha stesi”.
Per Mazzucato quindi la Consulta sarebbe solo “una passerella”. Anche lui ne mette in dubbio la composizione, stigmatizzando, ad esempio, la presenza in essa della Federazione italiana sport equestri, il numero dei membri, l'indefinitezza del criterio elettivo del presidente della consulta, la possibilità di nominare persone “che nulla c'entrano con l'ippica”, e il fatto che tale strumento possa “dividere le varie categorie facendo candidare più persone”.
Sul tema interviene anche Cesare Ercole, ex deputato, anche lui parte della task force voluta da Centinaio, ex presidente dell'Associazione parlamentari amici del cavallo e dell'ippica e gentleman che guida nel circuito delle Stelle (ed ex manager sanitario). “Di fronte al decreto del sottosegretario La Pietra per l'istituzione della Consulta nazionale dell'ippica sono rimasto un po' esterrefatto, sia per il merito che per la forma. Nella forma sicuramente, perché a mio modo di vedere non rispetta i crismi regolamentari, manca di alcuni addendi che farebbero capire di più agli operatori che lo leggono. Quanto al merito, si parte con il piede sbagliato: è chiaro che una consulta deve essere un luogo di discussione, ma il 'piatto forte' della discussione non c'è. Non vedo da parte di La Pietra e del Masaf una proposta politica su come riordinare l'ippica. Altrimenti la Consulta può essere considerata solo un ente tecnico – anche se per me 20 componenti sono troppi: se viene considerata solo un ente tecnico che aiuta a modificare una proposta legislativa del sottosegretario allora si va nella direzione giusta”.
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