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Gadda (Iv): 'Ippica settore da valorizzare e promuovere, ecco come'

09 settembre 2023 - 09:36

La deputata di Italia Viva Maria Chiara Gadda fa il punto sulla proposta di legge 'Disciplina dell’ippicoltura', presentata lo scorso anno e ne auspica una rapida approvazione.

Scritto da Mc

© Maria Chiara Gadda - Pagina Facebook

Maria Chiara Gadda, deputata di Italia Viva e vice presidente della XIII commissione Agricoltura della Camera dei deputati, è stata la prima firmataria della proposta di legge “Disciplina dell’ippicoltura”, presentata il 13 ottobre del 2022.

Un progetto interessante sotto diversi punti di vista, che da tempo è sotto l’attenzione del mondo ippico, il quale chiede degli interventi normativi che possano migliorarne le sorti. Ma a che punto sono i lavori?

“È stato il mio primo atto – afferma Gadda - depositato all’inizio della presente legislatura, proprio per mantenere un impegno assunto con il settore. La fine anticipata del Governo Draghi non aveva, infatti, consentito di terminarne l’iter sebbene si fosse già in una fase avanzata di discussione. In commissione Agricoltura della Camera abbiamo svolto un approfondito ciclo di audizioni, e sono soddisfatta che siano giunte trasversali valutazioni positive e utili proposte di miglioramento.

Il testo che ho depositato, in ogni caso, ritengo sia già un buon punto di caduta perché tiene conto degli emendamenti approvati nella scorsa legislatura, e ha un nuovo comma legato all’Iva agevolata al 5,5 percento, per la cessione e la vendita degli equidi disciplinati dalla proposta di legge e anche di quelli impiegati nella attività sportiva professionale giunti a fine carriera.

La Francia lo ha fatto pochi mesi fa, non possiamo permetterci questa concorrenza a pochi chilometri di distanza. Già si sono visti i risultati delle prime aste purosangue a Deauville  che hanno realizzato il 20 percento in più. Nei prossimi giorni dovremo votare gli emendamenti depositati, e auspico che la proposta possa arrivare in aula entro l’anno con il sostegno trasversale dei partiti e del Governo. Al settore serve un messaggio di concretezza e di unità di intenti.”

 

Quali sono i punti principali di tale proposta e cosa auspica?

“La Pdl riconosce la filiera del cavallo come eccellenza del made in Italy, portando maggiore chiarezza e trasparenza nel comparto sul fronte della fiscalità, della disciplina previdenziale, urbanistica e ambientale. In estrema sintesi il testo definisce in modo univoco le attività di ippicoltura da considerarsi come agricole ai sensi dell’articolo 2135 del Codice civile, e alle quali si applicano le disposizioni fiscali e previdenziali vigenti previste per il settore agricolo. Con il decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, si era già ampliato il concetto di allevamento di animali, con riferimento al ciclo biologico o ad una sua parte e senza la necessità di utilizzo del fondo agricolo, ma ancora permangono numerosi dubbi interpretativi in merito e una legislazione piuttosto frammentata. Per questo è necessario rendere coerente la normativa legata al comparto degli equidi, per avere ricadute positive per molti operatori in termini fiscali, contributivi e di accesso ai Psr. Si eliminerà, di fatto, una stortura dando al comparto la medesima dignità delle altre filiere agricole. Oltre a questo, come ho già detto, è necessario allineare l’Iva applicata per la cessione degli equidi a quella degli altri Paesi europei.”

 

Gli ippodromi chiedono di rientrare tra le attività agricole, come proposto dal presidente di Federippodromi, Elio Pautasso. Cosa risponde?

“Dobbiamo attendere la votazione degli emendamenti e fare il punto con il ministero, per capire come recepire la richiesta di maggiore centralità e sostegno agli ippodromi. Molte strutture sono per altro di proprietà pubblica, e sarebbe interessante valutare le risorse del Pnrr o prevedere risorse ad hoc in legge di bilancio per una riqualificazione sostenibile, sicura e moderna degli impianti.”

 

In che modo, a suo avviso, l'attività ippica dovrebbe essere incentivata in Italia?

“L’approvazione di questa legge sarebbe il primo passo per risolvere alcuni problemi strutturali che purtroppo hanno minato progressivamente negli anni la competitività di un settore che occupa migliaia di addetti, tra attività dirette e indotto, e contribuisce al nostro Pil con le sue esportazioni. Certamente sarà importante che il Governo dia seguito, in parallelo, alla tanto auspicata ma ancora non attuata riforma dell’ippica coerentemente con gli sviluppi normativi europei.

Bisogna affrontare in modo organico il tema fiscale, il sistema delle scommesse e dei calendari, dei prelievi, dei diritti televisivi, ed è ancora più urgente che il settore possa contare su risorse certe e tempi sostenibili di pagamento dei premi.

Sui pagamenti, i criteri internazionali chiedono 90 giorni. I nostri 9/10 mesi non solo fanno diminuire il numero dei proprietari pronti ad investire, ma contribuiscono persino a svalutare i nostri cavalli sul mercato.

Oltre a questo, c’è anche un tema culturale. Storicamente l’Italia ha rappresentato una eccellenza dal punto di vista delle professionalità coinvolte e allevato campioni che hanno segnato la storia dell’ippica, ma tutto questo si sta depauperando.

Sarebbe utile promuovere maggiormente il settore in termini mediatici anche attraverso il servizio pubblico radiotelevisivo, per fare conoscere ai cittadini le diverse discipline e una filiera che ha un forte radicamento territoriale soprattutto nella sua fase allevatoriale con ricadute positive anche in termini di sport, benessere e inclusione sociale. Basti pensare al ruolo dell’ippoterapia, o a quanto eventi come FieraCavalli a Verona attirino le famiglie. La filiera ippica, se ben gestita, dà lavoro a tante persone. Da uno studio del ministero dell’agricoltura francese, emerge che ogni cavallo atleta che nasce genera lavoro per due persone nel corso della sua vita e della carriera.”

 

Il ruolo degli ippodromi come dovrebbe cambiare?

“Molti impianti sono obsoleti, poco attrattivi, e utilizzati pochissimi giorni a settimana. Serve un piano di riqualificazione a partire da quelli di proprietà pubblica, e una visione più multifunzionale. Alcuni ippodromi si trovano addirittura vicino ai centri cittadini e in luoghi di pregio, dovrebbero essere punto di riferimento per il tempo libero delle famiglie anche al termine delle competizioni.”

 

L'ippica è un volano per il turismo?

“Lo è moltissimo nei Paesi che hanno deciso di investire sul comparto, basti pensare a quanto avviene in Francia, Inghilterra, Stati Uniti. In Italia certe volte parlare di ippica sembra un tabù, è semplicemente stupido continuare a farlo. Per altro relegare il comparto sempre di più ad una nicchia, non aiuta nemmeno a risolvere opacità e gli ormai storici problemi di frammentazione. Le fiere di settore, le gare e le competizioni, sono evento in grado di muovere migliaia di persone tra addetti ai lavori e semplici appassionati. Le ricadute per il Paese sarebbero enormi in termini di ricettività e promozione del territorio.

Presentando la proposta di legge ho voluto dare un riconoscimento al settore, e auspico che tutti i partiti diano il loro contributo per una rapida approvazione. Allo stesso tempo è importante che anche la filiera inizi a raccontarsi di più, e meglio, mettendo a valore tutte le sue potenzialità.”

 

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