Combattimenti tra animali, corse clandestine di cavalli, traffico di cuccioli, truffe nell'ippica, business illegale dei canili, contrabbando di fauna e bracconaggio organizzato, macellazioni clandestine e abigeato, pesca di frodo e illegalità nel comparto ittico, uso di animali a scopo intimidatorio o per lo spaccio di droga, traffici di animali via internet e zoocriminalità minorile: questi gli argomenti analizzati nel Rapporto Zoomafia 2024 della Lav - Lega anti vivisezione, associazione ambientalista italiana concentrata sulla salvaguardia della vita e dei diritti degli animali.
"Il quadro che emerge dal nuovo Rapporto Zoomafia descrive una pericolosa e ramificata diffusione dei crimini che lucrano sulla pelle degli animali contro i quali, per diversi aspetti, Polizie e Procure hanno oggi delle armi spuntate. Ci chiediamo come mai sia ferma da più di sei mesi alla commissione Giustizia della Camera dei deputati l'approvazione delle proposte di legge per inasprire le pene e rendere più efficaci le norme per perseguire i reati contro gli animali, approvazione dovuta anche in attuazione dell'articolo 9 della Costituzione", commenta
Gianluca Felicetti, presidente di Lav.
Il Rapporto si basa sui dati ottenuti da un campione pari al 75 percento di tutte le Procure della Repubblica d'Italia. Un dato statisticamente più che rappresentativo.
I dati raccolti sono relativi al numero totale dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2023, sia noti che a carico di ignoti, e al numero di indagati per reati a danno di animali.
Proiettando su scala nazionale i dati delle Procure che hanno risposto, pari al 75 percento delle Procure italiane, tenendo presenti le dovute variazioni e flessioni, nel 2023, sono stati aperti circa 24 fascicoli, con circa 13 indagati al giorno, per reati a danno di animali.
Il reato più contestato è quello di uccisione di animali, con 2819 procedimentipari al 39,60 percento del totale dei procedimenti per crimini contro gli animali registrati presso le 127 Procure sia ordinarie che minorili che hanno fornito i dati, con 474 indagati.
Come sempre, però, la stragrande maggioranza delle denunce per uccisione di animali è a carico di ignoti, che nel 2023 hanno rappresentato ben l'87 percento.
Seguono: maltrattamento di animali, con 2076 procedimenti pari circa al 29 percento dei procedimenti registrati, e 1342 indagati; abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura, con 955 procedimenti pari al 13,42 percento, con 764 indagati; reati venatori con 931 procedimenti, pari al 13,08 percento dei procedimenti presi in esame, con 828 indagati; uccisione di animali altrui, con 282 procedimenti, pari al 3,96 percento, con 126 indagati; traffico di cuccioli,con 32 procedimenti, pari allo 0,45 percento del totale dei procedimenti per reati a danno di animali, con 61 indagati; organizzazione di combattimenti tra animali e competizioni non autorizzate, con 18 procedimenti, pari allo 0,25 percento, e 37 indagati. La maggioranza degli indagati riguarda l'organizzazione di corse clandestine di cavalli;
Spettacoli e manifestazioni vietati, con 4 procedimenti, pari allo 0,06 percento di tutti i reati contro gli animali registrati, con 25 indagati.
Anche per il 2023 la Procura di Brescia, sempre in base al campione del 75 percento analizzato, si conferma quella con più procedimenti iscritti per reati contro gli animali: 323 con 266 indagati. Seguono Verona con 233 procedimenti e 69 indagati; Udine con 213 procedimenti e 78 indagati; Catania con 179 procedimenti e 69 indagati; Bergamo con 167 procedimenti e 66 indagati; Trento con 153 procedimenti e 22 indagati; Cagliari con 142 procedimenti e 78 indagati; Roma con 136 procedimenti e 75 indagati.