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Rilancio ippica, Arletti (ippodromo Modena): 'Partire dalla riforma delle scommesse'

13 luglio 2024 - 09:44

Triplice, secondo Alessandro Arletti – presidente dell'ippodromo della Ghirlandina di Modena e membro della Consulta nazionale dell'ippica – è la via da percorrere per rilanciare l'ippica italiana, partendo dalla riforma delle scommesse.

Scritto da Francesca Mancosu
Alessandro Arletti, presidente dell'ippodromo della Ghirlandina di Modena e membro della Consulta nazionale dell'ippica

Alessandro Arletti, presidente dell'ippodromo della Ghirlandina di Modena e membro della Consulta nazionale dell'ippica

Quali sono le riforme imprescindibili da cui partire per giungere all'agognato rilancio dell'ippica italiana? Qual è la strada da percorrere per metterle a terra il più rapidamente possibile? E cosa può e dovrebbe fare la politica per accelerarle e dar loro concretezza, garantendo una visione a lungo termine e ad ampio respiro per chi fa vivere il comparto?

Sono domande che come testata giornalistica ci poniamo da tempo, che sicuramente si stanno ponendo al ministero dell'Agricoltura viste le tante iniziative avviate in questi ultimi mesi, e che si pongono, ognuno dal suo angolo, gli operatori della filiera.

Questa volta lo abbiamo chiesto ad Alessandro Arletti, presidente della Società modenese fiere e corse cavalli (che gestisce l'ippodromo della Ghirlandina), membro della Consulta nazionale dell'ippica istituita in senso al ministero dell'Agricoltura e  dell'Associazione nazionale ippodromi.

In occasione di Ige - Italian gaming expo & conference lei ha detto che l'ippica è "un patrimonio culturale e storico del nostro Paese che rischia di andare perduto". In che modo si può valorizzare e rilanciare?

"Dopo tredici anni di presidenza di una società di corse storica come la Modenese, ritengo vi siano solo tre vie: la riforma delle scommesse; l'approvazione di un regolamento ministeriale che consenta ai giovani di avvicinarsi al trotto e galoppo italiano fin da ragazzi; essere i primi nel mondo nell'introduzione di regole ferree che tutelino il benessere animale e condannare in modo rigidissimo ogni forma di violenza o doping animale."

Una domanda come presidente della Società modenese: secondo lei, quale deve essere il ruolo degli ippodromi nel processo di riforma del settore?

"Gli ippodromi sono fondamentali nella vita del settore ippico, sia come scenari in cui si svolgono le competizioni, sia come centri di allenamento. Ritengo vada però introdotto un sistema di certificazione e controllo della qualità degli ippodromi. Il contributo statale deve essere utilizzato per il bene comune dell'ippica e questi organismi di controllo e certificazione già utilizzati con grande successo dal Ministero per garantire la bontà dei nostri prodotti agro alimentari assicurerebbero la massima qualità."

Lei fa parte anche della Consulta nazionale dell'ippica istituita dal Masaf. Come valuta questa sua esperienza e cosa chiederebbe ai suoi colleghi?

"La Consulta è partita molto bene ma purtroppo sembra essersi arrestato il processo dei lavori non essendo, attualmente, fissati altri incontri. Anche se non di competenza del ministero dell'Agricoltura, ritengo sia in primo luogo importante discutere delle problematiche relative al degrado delle scommesse ippiche e inoltre di una riforma delle licenze concesse agli ippodromi per la raccolta del gioco. Gli ippodromi nel tempo hanno perso questa preziosa risorsa: in un mondo telematico come il nostro le scommesse che richiedono la presenza fisica dello scommettitore sono destinate ad estinguersi. Per questo motivo bisogna dare agli ippodromi più possibilità di raccolta del gioco. Per tale motivo queste debbono essere riformate con urgenza. In secondo luogo, si dovrebbe discutere delle regolamentazioni da introdurre per una maggiore tutela del benessere animale e infine redigere un nuovo regolamento che permetta l'avvio di ragazzi alle attività di trotto e galoppo. Attualmente si entra nel mondo del trotto e galoppo solo in età matura e questa anomalia rispetto gli altri sport ci penalizza sensibilmente."

E, quali dovrebbero essere, dal suo punto di vista, i criteri base su cui elaborare la "classificazione degli ippodromi"?

"Sono presente alle sessioni di riforma dei criteri di classificazione (in agenda in queste settimane al ministero dell'Agricoltura, Ndr) e devo dire che il lavoro del professor Fabio De Felice dell'Università degli Studi di Napoli 'Parthenope', esperto di metodi matematici-scientifici, è molto articolato e ben fatto. Per ora sono stati abbozzati i criteri relativi agli impianti e ai centri di allenamento e all'accoglienza del pubblico, ma i criteri più critici da definire saranno sicuramente la qualità dei cavalli per ciascun ippodromo a parità di condizioni: montepremi, giornata e fascia oraria etc., sistemi di certificazione di qualità e di bilancio. Ritengo che debba essere assolutamente affrontato il criterio generale di erogazione dei contributi, che dovrà essere conforme alle norme che regolano le sovvenzioni statali: con la remunerazione di costi realmente sostenuti, la conformità al regolamento ministeriale, la certificazione dei bilanci. Senza tali regole generali, il sistema attuato sarebbe illogico."

Qualche mese fa ha preso posizione chiedendo la riforma delle scommesse ippiche. Secondo lei in che modo dovrebbero evolversi per tornare ad essere appetibili per i giocatori e anche per i bookmaker?

"Dai dati in mio possesso pubblicati dall'Agenzia delle dogane e dei monopoli non ritengo affatto che la soluzione sia esclusivamente la detassazione delle scommesse ippiche a quota fissa: l'attuale Rtp (ritorno al giocatore, Ndr) delle scommesse ippiche a quota fissa è identico a quello delle scommesse virtuali. Credo invece che sia fondamentale riequilibrare la tassazione delle scommesse sull'ippica reale rispetto a quella applicata agli sport virtuali (ora agevolate da una tassazione più bassa) introducendo un prelievo sul movimento delle virtuali a favore del comparto ippico (misura già adottata in passato dall'allora ministro dell'Agricoltura Luca Zaia e richiesta recentemente anche dal ministro dello Sport Andrea Abodi).  Poi bisognerebbe preservare il sistema di gioco a totalizzatore unificando i due attuali totalizzatori, permettere alle società di corse concessionarie (gli ippodromi) di raccogliere scommesse online: non è pensabile a oggi obbligare le società di corse a strappare ancora un biglietto cartaceo per ogni scommessa raccolta come negli anni 70! Infine, andrebbero introdotte modalità di scommesse con jackpot e istantanee."

Alcuni ippodromi italiani in merito ai nuovi bandi di gestione stanno sondando la via del partenariato pubblico privato e anche il Masaf - attraverso il direttore generale Remo Chiodi - la promuove come mezzo per "sviluppare negli operatori di settore un modus operandi più imprenditoriale". Lei cosa ne pensa? Potrebbe essere uno strumento valido per rinnovare e valorizzare gli ippodromi?

"Lo vedo favorevolmente e sono personalmente d'accordo con il direttore generale Chiodi, poiché si avrebbero una maggiore trasparenza nella gestione delle strutture pubbliche e una maggiore consapevolezza degli Enti locali dell'importanza delle attività ippiche nel nostro tessuto sociale."

 

Un'altra questione piuttosto dibattuta ultimamente è quella relativa ai servizi di impagliatura e di accoglienza dei box di transito, tema su cui il Masaf ha fornito la sua visione. Qual è la sua posizione in merito?

"Da quando sono presidente si è sempre proceduto a chiedere un rimborso delle spese di impagliatura e non vi sono mai state lamentele. Anche il regolamento ministeriale mi pare chiaro in merito. Sono pertanto favorevole a continuare come si è sempre fatto. Se vi fosse una interpretazione diversa, che cambierebbe la situazione, le società di corse dovrebbero accollarsi ulteriori oneri e in una situazione di taglio delle risorse come quella attuale questo significherebbe dover sopportare pesanti perdite di bilancio."

 

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